Castello svevo - provincia di Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Sicilia
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Castello svevo

Augusta

Il CASTELLO SVEVO di AUGUSTA


per saperne di più vai a:
https://www.antoniorandazzo.it/monumentimedievali/castello-svevo.html



INTRODUZIONE
Nell'attuale centro urbano di Augusta, a circa 20 chilometri da Siracusa verso Nord, esiste un altro castello svevo1 che, unitamente al Castello. Ursino (13) di Catania e al Castello Maniace di Siracusa, conclude la triade delle architetture federiciane di nuova edificazione sulla costa ionica, legate da caratteristiche univoche sia per la maestosità degli impianti che per l'originaria pittoresca ubicazione sul mare, scelta non solo per la grande valenza strategica, ma anche per quella paesaggistica ed economica.
La visita al castello di Augusta non può prescindere dalla seppur sintetica analisi delle fabbriche spagnole che si sono aggregate attorno all'edificio medievale a partire dal XVI secolo. Infatti, come avviene a Siracusa e a Catania, esso fu inglobato all'interno della fortezza militare spagnola, di cui oggi permangono ampie strutture, venendo a rappresentare il cuore del sistema difensivo.
Il primo indagatore attento del castello in quanto monumento fu ancora una volta lo studioso G. Agnello, il quale in una nota (14) del suo libro sull'architettura sveva in Sicilia così si esprime: "Ho potuto compiere lo studio del castello dietro speciale autorizzazione del Ministero di Grazia e Giustizia: non mi è stato tuttavia consentito di effettuare saggi esplorativi per avvalorare, col risultato di scavi e di più approfondite osservazioni, alcune questioni architettoniche che ho perciò prospettato in via ipotetica”.
Infatti, già dopo l'Unità d'Italia (tra il 1890 e il 1896), il castello, cessato l'uso militare, verrà adibito a carcere di massima sicurezza e tale resterà sino al 1978: il prof. Agnello indagò la struttura federiciana, quindi, mentre essa era funzionante come carcere, con tutte le trasformazioni, alterazioni e diverse destinazioni d'uso che ciò aveva comportato.
E doveroso riconoscere allo studioso il grande merito di essere riuscito, con le limitazioni che la situazione oggettiva gli presentava, ad analizzare e fornire dati importantissimi e basilari per tutti gli studi successivi e ciò non solo per il castello in esame, ma per tutti gli edifici federiciani da lui presi in considerazione, per alcuni dei quali, successivamente
demoliti, la sua descrizione rimane l'unico documento.
In tempi recenti il Castello di Augusta ha cominciato ad essere oggetto di interventi di restauro da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa, che hanno permesso agli studiosi un esame più accurato delle fabbriche originali e, di
conseguenza, il raggiungimento di risultati più concreti, ad opera soprattutto di A. Cadei, S. A. Alberti e F. Maurici (15)2.
STORIA DEL CASTELLO DALLA NASCITA AI NOSTRI GIORNI
Racconta una leggenda tramandataci dal Salomone (16)3 che nel 1229 l'imbarcazione di Federico II colta da un'improvvisa tempesta trovò rifugio nelle calme acque del porto megarese. Pare che l'imperatore, immediatamente affascinato dalla bellezza paesaggistica del luogo, abbia subito pensato di impiantarvi una città ex novo.
Oggi appare sciolta la intricata matassa dell'origine della fondazione di Augusta che alcuni storici locali, per incondizionato spirito campanilistico, volevano forzatamente fare risalire ad Ottaviano Augusto (17)4 e, quindi, al periodo romano.
Se una frequentazione di questa fase è attestata sul sito della greca Megara Iblea (18)5, tacciono le fonti e non vi sono dati materiali riguardo ad una fase romana sull'isola di Maremorto, dove nel XIII secolo nascerà la federiciana Augusta alla quale Federico assegna i limiti territoriali con un diploma melfitano del 1231.


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