Scantaburlo Cristiano v.brig.
CRISTIANO SCANTABURLO VICE BRIGADIERE
nato a Venezia il 12 ottobre 1973,
deceduto a Lido delle Nazioni di Comacchio (FE) il 12 febbraio 2006.
Medaglia d'oro al valore dell'Arma
con la seguente motivazione
Capo equipaggio di unità radiomobile, durante l'accompagnamento in caserma di un pregiudicato, veniva minacciato dal malvivente il quale, benchè ammanettato, era riuscito ad impugnare una pistola che teneva occultata sulla sua persona. Con eccezionale coraggio ed esemplare sprezzo del pericolo, rifiutava di consegnare l'arma d'ordinanza, riuscendo a distrarre il criminale ed a consentire all'autista di fermare l'automezzo. Gettatosi rapidamente all'esterno del veicolo, veniva attinto mortalmente da un colpo proditoriamente esploso dal malfattore, che veniva poi colpito a morte nel corso di violento conflitto a fuoco ingaggiato con l'altro commilitone. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all'estremo sacrificio.
Lido delle Nazioni di Comacchio (FE), 12 febbraio 2006. Data del conferimento: 01/03/2007
STORIA
COMACCHIO. E' stata una cerimonia toccante quella con cui ieri mattina numerose autoritá civili e militari e tanti cittadini comuni hanno reso omaggio alla memoria di Cristiano Scantaburlo, il vice brigadiere dei carabinieri ucciso da un malvivente il 12 febbraio 2006 a San Giuseppe. Dopo la deposizione di una corona d'alloro, don Giuseppe Grigolon, cappellano dell'arma dei carabinieri ha impartito la benedizione davanti al cippo commemorativo, alla presenza dei genitori del giovane carabiniere, del vicesindaco Maura Tomasi, del generale Vittorio Tommasone, comandante della legione Emilia Romagna, del viceprefetto vicario, del questore Luigi Mauriello, del colonnello Antonio Labianco, comandante del comando provinciale dei Carabinieri, del capitano Luca Nozza, comandante della compagnia cc di Comacchio e del vicepresidente dell'amministrazione provinciale, Massimiliano Fiorillo. Schierate tutte le rappresentanze delle forze di polizia e delle associazioni combattentistiche e d'arma. La cerimonia è poi proseguita a Comacchio presso la chiesa di Santa Maria in Aula Regia, dove don Giuseppe durante l'omelia ha ricordato «quei momenti di buio e di dolore di 5 anni fa», sottolineando che «il nostro impegno di carabinieri, di forze di polizia, di istituzioni deve essere improntato al bene, senza mai stancarci di operare per la pace, perché essa è la sola garanzia di giustizia duratura». «Vedi Loredana - ha concluso il cappellano militare rivolgendosi alla mamma del giovane carabiniere - il sangue dei nostri cari diventa una benedizione per noi, perché ci ricorda che la pace è sempre in pericolo e deve essere difesa. Grazie Signore, perché ci hai donato l'esempio di un fratello che nel suo cammino ha trovato la morte per donare la pace a tutti noi». Invitando tutti ad imitare, nella fede l'esempio dei caduti per la patria, don Giuseppe ha evocato l'impegno di coloro che sono caduti per dare unitá all'Italia. «Amava il suo lavoro più della sua vita - ha commentato Loredana Masiero, mamma di Cristiano - e anche per questo il suo sacrificio non deve essere dimenticato». 13 febbraio 2011