Rognoni Angelo Carabiniere - a-carabinierieroi

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Rognoni Angelo Carabiniere

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Carabiniere a cavallo ROGNONI Angelo, Medaglia d'Argento al Valor Militare,alla memoria

(manca la foto)


con la seguente motivazione:
Regio Decreto 30 luglio 1905, " Insieme a due soldati, coraggiosamente inseguiva alcuni malfattori e, colpito da una fucilata, mentre cadeva vittima del dovere, incuorava suoi dipendenti con animose parole
Adernò (Catania) 12 aprile 1905.

Storia:
La sera del 12 aprile 1905, il Carabiniere a cavallo ROGNONI Angelo effettivo alla Stazione CC.RR di Adernò (oggi ADRANO), veniva comandato in servizio esterno di pattuglia,  unitamente ai soldati Uzzo Arsenio ventunenne  da Bello Sguardo (Salermo) e   Carema Giovanni  ventiduenne da Druento (Torino) effettivi al locale Distaccamento del 4°Fanteria.
           I tre giovani militari, dopo avere vigilato nel centro della città, verso le ore 23,45, si spostavano  alla periferia dove più sovente venivano commessi reati contro il patrimonio, specie nelle ore notturne. Giunti nella Via Cardoni, udirono un grugnire di maiali, proveniente dal vicolo Martino. Sospettando si trattasse di un furto di animali, si recarono in vicolo Martino ed immediatamente notavano alcuni individui, verosimilmente tre, che alla vista dei militari si davano a precipitosa fuga scavalcando un muro ivi esistente alto circa m.1,50 che dava in aperta campagna. I tre giovani militari si ponevano all'inseguimento ed appena il Carabiniere Rognoni Angelo ed il soldato Uzzo scavalcarono il muro, furono fatti segno  di tre colpi di fucile, due dei quali colpirono il Carabiniere in pieno petto uccidendolo e altro colpo colpiva il soldato Uzzo  alla mano destra, causandogli lievi lesioni. I due soldati rispondevano al fuoco fino all'esaurimento delle munizioni in dotazione, ma con esito negativo, sia per l'oscurità ,sia perché i malfattori erano riusciti ad allontanarsi per la campagna, dove vi erano  numerose coltivazioni  di fichidindia e alberi da frutto.
Successivamente le indagini appuravano che i grassatori si trovavano nel vicolo Martino, per perpetrare una rapina ai danni di una donna, per sottrargli in ricavato della vendita di un mulo. Il  5 maggio 1905, le medesime indagini portavano all'arresto degli autori del tentativo di rapina, dell'omicidio del carabiniere Rognone Angelo e del ferimento del soldato UZZO.
Con Regio Decreto del 30 luglio dello stesso 1905, al Carabiniere Rognoni veniva concessa la Medaglia d'Argento al Valor Militare,alla memoria, con la seguente motivazione:  "" Insieme a due soldati, coraggiosamente inseguiva alcuni malfattori e, colpito da una fucilata, mentre cadeva vittima del dovere, incuorava suoi dipendenti con animose parole
Adernò (Catania) 12 aprile 1905.

108° anniversario della morte del C .re ROGNONI Angelo, Medadlia d'Argento al Valor Militare






In data 12 aprile 2013, questa Sezione, come ogni anno, ha celebrato una santa messa a suffragio del C.re ROGNONI Angelo, MAVM, presso la chiesa "Santa Chiara" di Adrano, officiata dal Rev.mo Monsignor Benedetto CURRAO, Protonotario Apostolico e Canonico Onorario del Capitolo della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, alla presenza di amministratori comunali locali, del C/te la Stazione Carabinieri e del C/te La Polizia Municipale di Adrano, nonché un folto numero di soci in divisa sociale di questa Sezione e numerosi cittadini.
Particolarmente toccante è stata l'omelia di Monsignor Benedetto CURRAO, il quale ha voluto pronunciare parole e concetti profondi sul sacrificio del militare ed in particolare: " ... è stata la missione del nostro giovane Angelo., medaglia d'Argento al Valor Militare, e di tutto il mondo militare che con spirito di totale abnegazione e mettendo anche nel conto il rischio della propria incolumità personale, fanno crescere la solidarietà tra i popoli in modo ché si sviluppi una sola famiglia nella concordia e nella sicurezza ...".

Ed ancora: "... la ragione d'essere di questa commemorazione a distanza di più di un secolo, questa, e moltissime altre che si svolgono da secoli nel mondo militare custode di un patrimonio prezioso che diventa messaggio permanente per tutti e in modo speciale per le giovani generazioni perché imparino a formarsi una personalità integrata con i valori umani - spirituali - etiche e religiose, per trasmettere di generazioni in generazioni un futuro di benessere e di giustizia sociale, di fraternità e solidarietà... ".
Infine: " ... tenere viva la memoria di persone che hanno adempiuto l'impegno di servire la patria fino al sacrificio della vita, diventando, così per tutti noi, l'icona dell'amore di Dio e del prossimo, che debbano costituire la Carta Costituzionale di ogni nazione ( ) resti viva, amici, la memoria di questo nostro fratello, che ha saputo immolare la vita per assicurare alla nostra città la pacifica convivenza e da questa sera la celebrazione non resti un vuoto ritualismo, ma impegni ciascuno di noi secondo il proprio ruolo a sapere sempre realizzare il primato del bene comune che non può coesistere senza il primato di Dio nella nostra vita. Amen".
Di tale pensiero se ne trasmette copia manoscritta ad opera del prefato Monsignor CURRAO per un'eventuale pubblicazione sulle "Fiamme d'Argento".
Così come emozionante è stata la declamazione della Preghiera del Carabiniere ad opera del decano di questa Sezione M/Ilo Salvatore SCIACCA.
Al temine della funzione religiosa, tutti gli astanti si sono recati presso il locale cimitero per la deposizione di una corona d'alloro, donata dal Comune di Adrano, sulla tomba del valoroso carabiniere.
Tale evento è stato celebrato anche nell'ambito del 152° anniversario dell'Unità d'Italia.
Importante riconoscenza ad Angelo Rognoni un carabiniere reale di appena 24 anni, di origini dornesi, che circa un secolo fa il 12 aprile 1905 morì ad Adrano una città di circa 40.000 abitanti in provincia di Catania, mentre svolgeva il suo dovere. Allo sfortunato milite è stata dedicata una medaglia d’argento alla memoria per il valor militare conferita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Lo scorso novembre durante la commemorazione dei defunti le massime autorità militari e civili del centro siciliano si erano incontrate per deporre una corona di fiori sulla tomba di questo sfortunato ragazzo che nel pieno degli anni era stato strappato alla vita nell’adempimento del suo servizio. Tra le autorità militari il colonnello Giuseppe Governale che insieme al sindaco Giuseppe Ferrante si erano recati sulla tomba di Rognoni per non dimenticare il sacrificio del giovane dornese. Con lui alcuni militari dell’Arma tra cui il comandante della Compagnia di Paternò Antonio Maione, il comandante della stazione di Adrano Angelo Fisichella ed i rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri e della locale amministrazione comunale. “È stata molto importante l’iniziativa dell’Associazione nazionale Carabinieri – sottolineava il colonnello Governale – che ha voluto riconoscere a distanza di 105 anni il comportamento di un giovane carabiniere catapultato da una provincia lombarda sino in Sicilia nel profondo sud”. Ora anche la meritatissima medaglia d’argento. Rognoni ad Adrano era ed è tutt’oggi un esempio di vita per le giovani generazioni. Nel viale 13 del cimitero comunale di Adrano quella tomba in marmo bianco spicca tra le altre per i tanti fiori che tutti i giorni cittadini comuni depositano a testimoniare che il tempo non sempre è causa di dimenticanza. I ragazzi di Adrano grazie all’Associazione nazionale Carabinieri ora conoscono la storia di Angelo Rognoni, una storia di altri tempi che racconta di un uomo che morì lontano dalla sua Dorno, mentre inseguiva dei banditi in vicolo Martino a migliaia di chilometri dalle risaie lomelline. “È un sacrificio che la cittadina di Adrano non vuole dimenticare – ha testimoniato il rappresentante dell’ANC luogotenente Giuseppe Russo -   Seguiranno infatti altri iniziative che vogliono creare una sorta di ponte ideale tra il centro siculo e Dorno. Abbiamo già in tal senso effettuato delle ricerche presso il centro lomellino dove ci hanno comunicato che Rognoni era figlio unico e quindi non ha parenti in linea diretta. Quindi noi soli dell’ANC insieme ai carabinieri in servizio possiamo dar vita ad una riconoscenza che deve restare viva”. “Spero – evidenzia l’appassionato di storia e di ricerche dornesi Sergio Bernuzzi – che anche il comune di Dorno celebri adeguatamente la memoria di un suo figlio”.


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