Preta Sebastiano brigadiere - a-carabinierieroi

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Carabinieri Eroi
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Preta Sebastiano brigadiere

P

BRIGADIERE SEBASTIANO PRETA


Medaglia  d'argento al valor Militare alla memoria



 
con la seguente motivazione

DAL SITO ARMA CARABINIERI http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Ieri/CronachePassato/I+Racconti/Parte+I/012_Brigantaggiomoribondo.htm


Brigantaggio moribondo



FORTUNATO ANSUINI

Dicono che il brigantaggio sia morto, come dicono che siano morte la camorra e la mafia. Quanto al brigantaggio, il giudizio di chi lo dichiara morto è precoce, ma non del tutto erroneo. Se non morto, esso è moribondo.
Fortunato Ansuini eDamiano Menichetti sono il pendant brigantesco diTiburzi e di Fioravanti. Essi fanno della macchia di San Magno - che è il loro quartier generale -ciò che gli altri fanno della macchia del Lamone.Ansuini è la testa dell'associazione,Menichetti il braccio. Nella loro tragica, arditissima fuga da Montefilippo,Ansuini era stato l'ideatore e il preparatore dell'evasione; Menichetti non aveva avuto che la parte modesta della sentinella.
Per disgrazia i guardiani, quella notte dormirono saporitamente; e i due briganti, pochi giorni dopo commettevano una grassazione. Nei sei mesi successivi ne aggiunsero alla prima un'altra, e due omicidii.
L'ultimo di questi, oltre la consueta ferocia, rivelava una crudele ironia. Nell'aprile scorso, scompariva improvvisamente da casa sua certo Signorelli. Una settimana dopo, la moglie riceveva una lettera firmata Ansuini, in cui le si chiedevano 2000 lire per il riscatto del marito.. La povera donna portò le 2000 lire al luogo indicato, ma il Signorelli non tornò a casa. Due mesi dopo, sul margine d'un fosso, se ne ritrova il cadavere, e vicino ad esso un biglietto di Ansuini in cui questi scrive alla vedova che non vuol saperne de' suoi denari.
L'atrocità del fatto risvegliò l'attenzione dell'autorità la quale inviò il brigadiere dei carabinieri Sebastiano Preta con tre soldati nella macchiaSan Magno.

DAMIANO MENICHETTI
Il 3 giugno dell'anno scorso la pattuglia incontra a metà della macchia un giardiano, certo Papi Giuseppe: gli chiede se ha notizie dei briganti, egli risponde che non sa nulla e continua a cavallo la sua strada. Non avea fatto 200 metri e da dietro un albero gli vien tirata una fucilata. Per fortuna rimane illeso, ma ha la presenza di spirito di gettarsi da cavallo fingendosi gravemente ferito, onde evitare che gli assalitori ripetano il colpo.
I carabinieri accorrono; egli indica loro la direzione da prendere. Il brigadiere Preta e un soldato si mettono per un viottolo fra gli sterpi, gli altri due soldati per un altro. Mentre i primi passavano vicino a un rialzo di terreno coperto di folta e alta ginestra, due colpi di moschetto traversano il cuore del Preta che resta all'istante cadavere, e un altro colpo spezza al soldato Carosi la cassa del suo fucile reso così inservibile. In questo mentre arrivano sul luogo anche gli altri due carabinieri e il Papi, e fra questi e i due briganti s'impegna il fuoco. Il Carosi, non potendo adoperare il suo fucile, s'avanza coraggiosamente fino al cadavere di Preta, rimasto a terra fra i soldati e i briganti, ne prende il fucile e scarica un colpo contro Menichetti. Questi cade ed è disarmato e legato. Oltre l'arma - un magnifico Lancaster ultimo modello - gli sequestrarono 185 franchi e un pacco di canzoni oscene in vernacolo ch'egli stesso aveva composte.Ansuini riesce miracolosamente a fuggire, e ancora si cerca:Menichetti morì un mese fa nel bagno penale diCivitavecchia.
Il brigadiere Preta fu decarato alla memoria con una medaglia d'argento al V.M. il 26 luglio 1891 (n.d.r.).
(Da "L'Illustrazione Italiana" del 17 luglio 1892)
TRATTO DA:
http://dal-campanile-di-celenza.ilcannocchiale.it/2011/06/03/sebastiano_preta.html
Sebastiano Preta 3 giugno 2011
120 anni fa moriva il brigadiere Sebastiano Preta nella lotta contro il brigantaggio
In occasione del 150° dell’ Unità d’Italia il ricordo a futura memoria dell’eroe brigadiere Sebastiano Preta a 120° dalla sua morte (1891-3 giugno 1991-100°/ 2011-120°)

SEBASTIANO PRETA BRIGADIERE
Oggi sento il dovere di ricordare alcune significative manifestazioni congiunte del 100° anno- 3 giugno 1991-delle popolazioni di Valentano/Latera/Celenza. Devo alle fattive collaborazioni degli amici colleghi Romualdo Luzi e Domenico Zapponi, dipendenti dei Comuni di Valentano e di Latera e dei rispettivi Sindaci e della Benemerita Arma dei Carabinieri, i quali consentirono nel giugno 1991 nei loro Comuni, le celebrazioni sentite e commoventi del primo centenario della morte dell’eroe celenzano Sebastiano Preta
Concludeva il dr. Alberto Porretti, già Direttore dell’Archivio di Stato di Viterbo, presente nelle varie manifestazioni, nella propria prefazione “ Con il cuore a Latera,” sul mio opuscolo “ SEBASTIANO PRETA Eroico Brigadiere dei CC.RR. di Celenza-Latera-Gradoli-Valentano-Viterbo”-Ed. Cannarsa 1992 : “ La memoria dell’uomo notoriamente con il trascorrere del tempo è assuefatta a dimenticare: questa volta no, e tutti i convenuti nello stringersi le mani in cordiali saluti non dimenticheranno facilmente la bella cerimonia, semplice e forte come fu l’uomo che l’ha ispirata.”
Quest’uomo, Sebastiano Preta, ha ispirato fra tanti anche me a scrivere il suddetto opuscolo in sua memoria ed ha ispirato anche l’amico e collega Romualdo Luzi con la sua bellissima poesia “ Sebastiano Preta: un esempio ed un ricordo-1891 /3 giugno/ 1991-, che ha arricchito la prefazione dell’opuscolo stesso, poesia successivamente riprodotta nel testo del Luzi del 2001 “ Insorgenza e Brigantaggio nel Lazio dal XVI al XX secolo. Ne cito alcuni versi molto significativi:
“Lontana è Celenza sul Trigno
Latera esalta il suo Brigadiere,
Valentano apre il cuore della sua terra
al corpo martoriato.
E’ luce
la lastra marmorea
sul letto dell’eroe.
Su quel marmo
hanno pianto lacrime amare
tante “ mamme “ Matilde”
le madri della terra verentana
generosa e cortese
come quella d’Abruzzo.
Dalle madri di allora
a quelle di oggi:
per cento anni
un ricordo e un fiore
non sono mai mancati
sulla tomba d’un figlio ormai nostro…”
Nei giorni scorsi ho riletto alcuni atti e documenti del processo dell’uccisione del Preta, che a suo tempo mi vennero inviati dall’Archivio di Stato di Viterbo per interessamento dell’amico Romualdo e del dr. Alberto Porretti.
Dalla perizia di ricognizione del cadavere è da rilevare che il decesso è avvenuto in modo istantaneo in quando l’eroe venne colpito con la prima pallottola al cuore. Il suo viso integro, senza segni di contrazioni, presentava un rilassamento ed una serenità confortante con meraviglia anche dei periti medici-chirurgi ed i presenti; non vi era stata sofferenza.
Questa particolare conferma venne anticipata dal dr. Attilio Carosi nel suo intervento durante la conferenza del centenario a Valentano, per notizia avuta direttamente dal padre Carabiniere Luigi Carosi che partecipò al conflitto a fuoco con i briganti Menichetti ed Ansuini; questa serenità è stata di conforto a tutti i convenuti celenzani. Altri particolari rilevanti dalla suddetta documentazione:
Chi è Sebastiano Preta, assassinato nella lotta al Brigantaggio il 3 giugno 1891 nel bosco di S. Magno nei pressi di Gradoli? E’ nato a Celenza s.T. il 23 febbraio 1860 da un sarto Domenicangelo e dalla filatrice Matilde Cornacchione. Famiglia numerosa (sei figli), molto religiosa, ha uno zio monaco dell’O.F.M.-Padre Sebastiano Preta, un nipote diretto anch’egli monaco dell’O.F.M. , Padre Ludovico Preta ed una pronipote Suor Adelina Cieri. A 14 anni emigra a Buenos Aires, in Argentina, ove rimane per sette anni. Rientra in Italia e, forse affascinato dalle gesta eroiche del brig. Chiaffredo Bercia, che si può dire il distruttore del brigantaggio in Abruzzo, avendo, in un conflitto a fuoco presso Tufillo e Furci, ucciso tre briganti e catturati due, (decorato con medaglia d’oro al valore militare personalmente dal re), si arruola nell’Arma dei Carabinieri Reali. Viene promosso prima vice brigadiere e successivamente brigadiere. Va a comandare la Stazione Carabinieri prima a Corleone in Sicilia e poi a Latera e, qui, per il suo senso del dovere è stato veramente amato dalle popolazioni, dalle municipalità e dalle autorità civili e militari di allora e di oggi, se ancora si parla di lui, se anonimi depongono ancora fiori sulla sua tomba e se monumento, lapidi marmoree (a Latera, a Valentano, Viterbo, Celenza) e vari scritti da 120 anni custodiscono e ne tramandano la memoria ai successori. La sua morte fece eco nel parlamento italiano dell’epoca e per la realizzazione del monumento a Latera contribuì con la propria offerta anche il Re Umberto
In occasione del 1° centenario del 16 giugno 1991 i Celenzani toccarono con mano il rispetto e la riconoscenza delle popolazioni del Viterbese che hanno fatto del Preta un loro figlio con tante “ mamme Matilde”. Accorsero cittadini, pronipoti anziani come mio padre Giovanni, mio zio Attilio in carrozzella, le nipoti Maria e Elisa Preta, incaricate di togliere ufficialmente la bandiera italiana per scoprire le lapidi marmoree ), il maresciallo dei CC Ovidio Raspa: in tanti hanno voluto essere presenti alle manifestazioni civili e religiose. Diceva per l’occorrenza il Dr. Porretti “..E quando le vibranti note della tromba hanno riecheggiato tra i candidi marmi cimiteriali intonando la melodia de “ Il silenzio” si poteva cogliere l’emozione anche nel viso dei bimbi, improvvisamente seriose”.
Su quella tomba a Valentano vi sono sempre fiori: fiori di anonimi, quale espressione di genuina ed umana riconoscenza.
Grazie genti del Viterbese, gelose custodi delle sue eroiche spoglie che avete sempre nel cuore il nostro ed il vostro Sebastiano.
“la Sua memoria vive ancora oggi nel 120° anno, ben inserito nel 150° dell’Unità d’Italia, e vivrà ancora e sarà sempre esemplare per quanti lottano e si sacrificano per gli altri e per l’Unità d’Italia.“
In onore e ricordo di Sebastiano Preta:
A Valentano tomba monumentale “…3-6-1861 Colui che nel compimento del proprio dovere rimane ucciso in conflitto con i Briganti.-Il Popolo di Valentano e Colleghi” e fiori perenni;
A Latera nella Piazza omonima con busto-monumento marmoreo
A Celenza :denominazione Largo Sebastiano Preta; nella camera autopsia originale della prima pietra marmorea cimiteriale donata dal Comune di Valentano; sulla casa paterna in Via Marconi targa marmorea;
A Viterbo: Caserma Sebastiano Preta “Carabinieri:Comando Gruppo-Comando Compagnia-Comando Stazione.
Varia bibliografia e riviste. Geom. Antonio Cieri Latera 1991
Celenza sul Trigno 1991
Rodrigo Cieri il 3/6/2011


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