Chillà Camillo v.brigadiere - a-carabinierieroi

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Carabinieri Eroi
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Chillà Camillo v.brigadiere

C

VICE BRIGADIERE CAMILLO CHILLA' Nato a Melito Porto Salvo (RC) il 24.4.1969


      

ONORIFICENZE:

- Cavaliere dell’Ordine di San Stanislao;
- Cavaliere di Grazia Magistrale Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta;
- Insignito dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri della “Croce d’argento per XVI di anzianità di servizio militare”;
- Insignito dal Ministero della Difesa del “Distintivo d’Onore” di ferito in servizio (conflitto a fuoco con tre malviventi di cui due deceduti);
- Insignito dal Ministero dell’Interno della “Medaglia di Bronzo” per le operazioni di soccorso nel terremoto dell’Umbria e delle Marche nel settembre 1997;
STORIA
Nato a Melito Porto Salvo (RC) il 24.4.1969 Arruolato nell’Arma dei Carabinieri il 24 febbraio 1987;
- Sedi in cui ha prestato servizio:
Stazione Siracusa Principale;
Stazione Testa dell’Acqua (SR);
Squadriglie Carabinieri (ora Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”);
Reparto Comando – Comando Regione Carabinieri “Calabria” (CZ);
Nucleo Comando – Comando Provinciale di Perugia;
Ufficio Comando – Comando Provinciale di Reggio Calabria;

Evento del 14 luglio 1991, che ha determinato il riconoscimento di Vittima del Dovere al Vice Brigadiere dell’Arma Carabinieri Camillo Chilà.

Il 14 luglio 1991, CHILA’ Camillo allora Carabiniere, mentre era a bordo della propria autovettura in compagnia di una ragazza, libero dal servizio, subiva un tentativo di rapina da parte di tre malviventi armati e travisati.
Intuita la situazione di pericolo, il Carabiniere CHILA’ tentava di reagire, ma i malviventi, irretiti dal suo comportamento, sotto la minaccia delle armi, lo costringevano, a scendere dall’autovettura. Mentre apriva lo sportello dell’auto, uno dei malviventi notava però che il militare era armato e quindi, preso dal panico, gli esplodeva contro numerosi colpi d’arma da fuoco.

Benché gravemente ferito in più parti, il militare, non esitava a proteggere con il proprio corpo la ragazza che gli stava a fianco, dimostrando nell’occasione grande generosità ed altruismo e, nonostante stremato nelle forze, riusciva a far fuoco contro i malviventi con la pistola d’ordinanza , attingendo mortalmente uno dei rapinatori e ferendone un altro, prima di cadere privo di sensi al suolo.
Durante l’azione di fuoco la giovane donna che era in compagnia del militare rimaneva miracolosamente illesa, grazie anche al fatto che il Carabiniere CHILA’ aveva fatto scudo sul suo corpo.
I due malviventi, ancora in vita, si impossessavano quindi dell’autovettura del militare e costringevano la ragazza ad accompagnarli al più vicino ospedale, lasciando sul luogo della sanguinosa rapina il cadavere del terzo rapinatore ed il giovane carabiniere morente.
Dopo circa un centinaio di metri, a causa dell’imperizia nella guida della giovane, i malviventi la lasciavano andare e proseguivano da soli.
Fortemente traumatizzata dal cruento episodio la ragazza, ritornava indietro per prestare soccorso al militare, notando sul posto la presenza di altra persona che si stava prodigando per attivare i soccorsi.
Immediatamente scattava l’allarme ed il CHILA’, trasportato urgentemente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Polistena, veniva sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e successivamente giudicato con prognosi riservata.
Le prime indagini e gli elementi forniti dalla giovane donna permettevano di avere un quadro completo della dinamica dei fatti e di identificare ed arrestare gli autori del sanguinoso tentativo di rapina.
Si appurava successivamente che i rapinatori erano inseriti in potentissima e pericolosissima consorteria mafiosa, dediti principalmente alla commissione di rapine, estorsioni, traffico d’armi e di sostanze stupefacenti.

Il comportamento del Carabiniere (ora Vice Brigadiere) CHILA’ Camillo oltre ad aver messo in luce grande professionalità, assoluto sprezzo del pericolo, non comune senso di altruismo e generosità ed elevato senso del dovere, è servito certamente a salvare la vita della giovane donna in sua compagnia e scongiurare ben più gravi conseguenze, suscitando commenti entusiastici nell’opinione pubblica e nelle Autorità.
testo tratto dal sito dell'Associazione Vittime del Dovere www.vittimedeldovere.it



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