D'Aleo Mario capitano - a-carabinierieroi

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D'Aleo Mario capitano

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CAPITANO MARIO D'ALEO


Medaglia  d'oro al valor Civile alla Memoria


con la seguente motivazione:
“In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983”.
STORIA
Il Capitano dei Carabinieri Mario D’Aleo nasce a Roma il 16 febbraio 1954.
Giovane di carattere vivace, allegro e spensierato, viene apprezzato e stimato dai suoi coetanei, dagli amici e conoscenti. Si mette in evidenza per le sue capacità agonistiche quale rappresentante della squadra calcistica parrocchiale del Quartiere Appio Latino ove ben figurava; Tale attività sportiva gli darà anche successivamente buoni risultati.
Frequenta il liceo scientifico “Cavour” della Capitale e dopo aver conseguito la maturità nel 1973, inizia la carriera militare entrando all’Accademia di Modena.
Viene nominato sottotenente dell’Arma dei Carabinieri il 20 ottobre 1975 e trasferito alla Scuola di Applicazione in Roma.
Il 14 settembre 1977 viene destinato alla Scuola Sottufficiali Carabinieri di Firenze per il 1° Battaglione in Velletri; promosso Tenente, continua nello stesso Comando di Corpo e quindi, in tale grado viene trasferito, in data 28 maggio 1980, all’allora Legione Carabinieri di Palermo, ove assume il Comando della Compagnia Carabinieri di Monreale.
In attesa di imminente matrimonio, perde la vita il 13 giugno 1983 unitamente all’Appuntato Bommarito Giuseppe e al carabiniere Morici Pietro che l’accompagnavano, in un agguato mafioso, a seguito di colpi d’arma da fuoco.
Alla sua memoria , il 31 agosto del 1983, viene conferita la Medaglia d’Oro al valor Civile.
STORIA
13 GIUGNO 1983
Mario D'Aleo, capitano dei Carabinieri
Pietro Morici, Carabiniere.
Giuseppe Bommarito, appuntato dei Carabinieri.
Alla loro memoria verrà assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Vengono uccisi la sera del 13 giugno a Monreale (Palermo). L’obiettivo dell’agguato è il capitano D’Aleo, che ha preso il posto di Basile nella stazione di Monreale e ha approfondito le sue indagini fino a individuare l’organigramma del nuovo vertice corleonese. Ma la scoperta conduce D’Aleo alla tomba e sparisce con lui. La commissione si riunisce di corsa per votare la sua condanna, ogni “famiglia” interessata fornisce il killer più abile.
Lo squadrone della morte apre il fuoco in via Cristoforo Scobar è composto d Raffaele Ganci, da suo figlio Domenico, da suo nipote Francesco Paolo Anzelmo, da Salvatore Biondino, da Michelangelo La Barbera.
Nel giorno dedicato alla memoria di Giovanni Falcone, il 23 maggio del 2007, piove una nuova condanna all’ergastolo su Bernardo Provenzano.
A infliggerla la Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta da Giovanni Miccichè, a conclusione del processo “Tempesta” nei confronti di 33 boss e gregari di Cosa Nostra per una serie di omicidi avvenuti negli anni ‘70 e ‘80.
La massima a Provenzano si lega alle sue responsabilità come mandante della strage di via Scobar a Palermo, dove il 13 giugno 1983 furono massacrati i tre Carabinieri.
Per questo eccidio e’ stato invece assolto Pippo Calò, il “cassiere” della mafia, che però si e’ visto confermare l’ergastolo per altri omicidi.
La prima sentenza del processo “Tempesta” risale all’11 luglio 2001, la seconda al 16 novembre del 2001.
In secondo grado i processi erano stati unificati e c’era stata un’unica decisione della Corte d’assise d’appello, il 20 novembre 2003, poi parzialmente annullata dalla Cassazione il 20 aprile 2005.
In quella occasione furono confermati 28 ergastoli e annullate 40 condanne.
Quello conclusosi il 27 maggio del 2007 era il ‘giudizio di rinvio dopo la sentenza della Suprema Corte.

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