numismatica siracusana - Storia

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Storia araldica monete
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numismatica siracusana

Monetario Siracusano

La collezione numismatica del Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa
tratto da:

documentazione completa in pdf

1. Breve storia della sua formazione

Le origini delle raccolte numismatiche del Museo archeologico di Siracusa, oggi a buon diritto intestato a Paolo Orsi, fondatore e artefice impareggiabile della ricerca e della tutela archeologica nella Sicilia orientale, e non soltanto in questa (si ricordi che egli resse anche la Soprintendenza della Calabria e della Basilicata dal 1907 al 1923), sono indissolubilmente legate a quelle del primo Museo cittadino, che fu costituito agli inizi del XIX secolo.
Fino a quel momento erano mancate a Siracusa collezioni antiquarie e monetali di rilievo1 che potessero, se non stare a fronte di quelle molto ricche che avevano dato ampia fama a personaggi eminenti e istituzioni religiose di altre città siciliane e principalmente di Catania, almeno attirare in qualche misura l’interesse degli eruditi e dei grandi viaggiatori che nella seconda metà del Settecento erano venuti in Sicilia.
La creazione di un Museo fu fortemente voluta da Saverio Landolina Nava (dal luglio 1787 Commissario e Custode delle antichità di Siracusa e del suo territorio e successivamente elevato con Real Dispaccio di Ferdinando di Borbone del 11 aprile 1803, comunicato il 29 aprile successivo, a Regio Custode delle antichità del Val Demone e del Val di Noto)2 per potervi «riunire i prischi avanzi scoverti e da scovrirsi per così rimaner soddisfatte, non solamente le premure de’ cittadini, studiosi delle antiche memorie, ma ben anche le ricerche dei dotti viaggiatori», com’egli scrisse al Re Ferdinando III di Borbone in una lettera del 4 settembre 1893, e in primo luogo assicurare la permanenza a Siracusa oltre che della statua di Esculapio, ritrovata il 7 dicembre 1803, specialmente della Venere anadiomene, scoperta il 7 gennaio 1804 come la precedente nell’orto Bonavia (poi Giardino Spagna) nell’antico quartiere di Acradina4, e di altre opere d’arte. Il Museo fu istituito nel settembre 1809 grazie alla sinergia risolutiva tra il Landolina e Mons. Filippo Maria Trigona, «vescovo illuminato e appassionato studioso di antiquaria» che offerse alcuni ambienti del seminario per ospitarlo e una «notabile quantità di anticaglie di varie maniere» appartenute al defunto canonico Logoteta da lui comprate a caro prezzo; esso fu allestito nella «pubblica libreria del seminario vescovile»5 nell’arco di quasi due anni con i materiali donati dal vescovo, dal sacerdote Giuseppe Capodieci e da altri cittadini siracusani munifici e ancora con quanto era stato reperito negli scavi compiuti dal Landolina insieme con il figlio Mario e il Capodieci e finalmente fu inaugurato in forma ufficiale il 20 aprile 1811.


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