Araldica secolare Siracusa
MICHELE ROMANO
L'ARALDICA SECOLARE DI SIRACUSA
COLLANA PENTAPOLIS
EMANUELE ROMEO EDITORE
Stemma Lamoral de Ligné, di Don Claudio, Principe di Ligné, Viceré di Sicilia (1670-1674).
Sul muraglione del Foro Italico-Marina. Monolite scultoreo
Arma: d'oro alla banda di rosso (Lamoral de Ligné);
Scudo: ad ancile, convesso, accartocciato ed accollato al gran collare, di rosso e
di focili, con vello d'oro, del Real Ordine Equestre del Toson d'Oro, sostenuto, a
destra, da un leone d'oro e di rosso, e, a sinistra, da un grifone d'oro, alato dello
stesso;
Corona: principesca: cerchio d'oro bi cordonato, rabescato, plurigemmato e
svettato da otto fioroni imperlati (cinque visibili);
Elmo: principesco, in maestà, d'oro, rabescato, aperto, con la visiera alzata e
con la gorgieretta (collana di corazza) dello stesso, col cercine di sostegno di
sette piume svolazzanti d'oro e di rosso;
Manto: principesco, bislungo, di velluto cremigeno foderato di ermellini;
Motto: QVO RES CVMQVE CADVNT SEMPER LINEA RECTA
Stato di coservazione: in discrete condizioni
Stemma della Città (sec. XVI) nella Fontana degli Schiavi (1570), Foro Vittorio
Emanuele II, alla Marina
Arma: (di verde) al castello (d'oro) turrito- merlato alla guelfa chiuso,
muragliato, portato, fincstrato e balconate (di nero)Scudo: ad ancile ed
accartocciato Monolite scultoreo
Stato di conservazione: parzialmente eroso ma leggibile
- Dal sec. XI al XV l'Arma della città è la sola aquila reale
monocipite di nero, usata ad un tempo dai sovrani di Sicilia, normanni, svevi ed
aragonesi. Ma, tra il secolo XIV e il XV, l'aquila viene del tutto sostituita dal
castello turrito-merlato che meglio simboleggia la città fortificata. L'accollazione
dell'aquila al castello avverrà successivamente, tra i secoli XVII e XVIII.
- Circa questo monolite blasonico, come anche per gli
altri di marmo o di pietra che seguono, ricordiamo, sin d'ora, che sono tutti
normalmente acròmi e privi anche di tratteggi, come dire privi di smalti (metalli
e colori). Che sono indicati, invece, negli stemmi pergamenacei, cartacei,
mosaici, etc. Sicché in questo trattato noi indichiamo metalli e colori tra
parentesi, o meno.
Stato di conservazione:parzialmente eroso ma leggibile
Stemma Gaetani (sec. XVI), sulla parete muraria della Fontana degli Schiavi
(1570) nel Foro Italico - Marina. Monolite scultoreo in mezzo rilievo. Arma:
Diviso: nel I A: suddiviso: nel I: inquartato: nel 1° e 4° di rosso, nel 2° e 3°
d'argento (Gaeta), nel II d'oro a due pali di rosso (R.C. D'Aragona), nel IIB:
inquartato: nel 1 ° e 4° d'oro alla gemella (o doppia cotissa) ondata d'azzurro,
controinnestata e posta in banda; nel 2° e 3° d'azzurro all'aquila monoci- pite di
nero, al volo spiegato e coronata all'antica dello stesso (Gaetani); Scudo: ad
ancile ed accartocciato Storia e diritto onorifico. Casa feudale e patriziale di
Siracusa. Baroni e dinasti (ab 1477) e marchesi - dinasti (ab 1602) dello stato
feudale, castello e vassallaggio di Sortino; baroni - dinasti (ab 1543) e principi
(ab 1631) dello stato feudale, castello e vassallaggio di Càssaro. Fam. estinta
nei Borghese, principi di Nettuno (Roma), pr. di Cassaro, pr. di Sabuci, marchesi
di Spaccaforno-Ispica, etc. per successione a Casa Statella di Spaccaforno-Ispica
e di Cassaro, e, questa, a Casa Gaetani di Sortino e di Cassaro. Regie Lettere
Patenti di Regio Assenso e R.D. 9 aprile 1928.
Residenza: Roma. Stato di conservazione:
eroso e mutilo (in capo) a causa della sua pentasecolarità. Sicché urge un
delicato restauro di parte di artista-araldi- sta ai fini della maggiore durata litica.
Stemma di Carlo V Imperatore, Re XXVI di Sicilia, III delle Due Sicilie, etc. (1516
- 1556). Monolite scultoreo (a. 1545) - Fontana degli Schiavi (1570) - Foro
Vittorio Emanuele II - Marina
Arma: scudo accollato all'aquila
Elmo
Corona
Cimiero
Colonne D'Ercole col motto
Vedasi il consimile e coevo stemma esistente in Castel Maniace e quivi descritto
alla scheda n° 6
Stato di conservazione:
in pessime condizioni e tali che lo scudo d'Arma, del tutto eroso, è illegibile.
Un qualsiasi restauro è, per altro, impossibile
Stemma Fortezza (sec. XVII) sul portale e sull'androne del palazzo
cognomònimo, in via di Castel Maniace, 32. Monolite scultoreo in altorilievo.
Arma: Inquartato nel I d'oro alla banda ondeggiata di nero, nel II d'oro a due
teste di leone di nero poste in palo 1 su I (Sandoval), nel III scaccato d'oro e di
nero, nel IV di rosso a tre gigli d'oro, 1 su 2 (sp. Zaforteza, it. Fortezza); Scudo:
ad ancile e sagomato; Elmo: patriziale, d'argento rabescato d'oro, posto in
profilo verso destra, con la visiera d'oro alzata a metà e con la gorgieretta
(collana di corazza) dello stesso, ornato di tre piume d'oro, di neroe di rosso,
frastagliate, svolazzanti e moventi dal cércine.
- Quarto d'onore e d'alleanza anteposto perché gl'ispano-siracusani,
Sandoval, consanguinei dei Fortezza, traevano origine dalla real casa di
Leon Principi di Castelreale (R. Priv. 13, VI, 1672), etc.
2 - Guardante, dal lato retrostante, al di là del lungomare Alfeo,
il gran porto di Siracusa, questo palazzo fu abitato anche da monsignor don
Francesco Fortezza, 67° Vescovo di Siracusa (1676-1693), nato in Maiorca
(Spagna) e morto in Siracusa nello stesso anno del grande terremoto, il 12
novembre 1693. Nel secolo XX, nello stesso palazzo, abitavano gli ultimi epigoni
della succennata geus ispano-siracusana, cioè le due sorelle Florinda (+
Siracusa, 5, III, 1963) è Giuseppina (+ Siracusa, 11, IV, 1966) Fortezza,
amorosamente assistite, sino alla morte, dalla «Serva di Dio» p.ssa Grazia
D'Aragona Due Sicilie (1908-1985).
Stato di conservazione:
in penose condizioni in una a tutto il palazzo fatiscente e cadente
Stemma di Carlo V Imperatore, Re XXVI di Sicilia, III delle Due Sicilie, etc. (1516
- 1556). Monolite scultoreo marmoreo (a. 1545) Castel Maniace (sec. XI-XIII)
Arma: Plurinquartato: nel I e IV gran Quarto: inquartato- controinquartato: nel
1° e 4° di rosso al castello d'oro di tre torri merlate dello stesso, chiuso e portato
di azzurro, muragliato di nero (Real Casa di Castiglia); nel 2° e 3°: d'argento al
leone di rosso coronato all'antica (R.C. di Leone); nel 2° e 3°. Quarto: divisocontroinquartato:
nel 1° d'oro a quattro pali di rosso (R.C. Di Aragona), nel 2°
controinquartato in decussé: in capo e in punta: d'oro a quattro pali di rosso
(R.C. D'Aragona), nei due fianchi: d'argento all'aquila relae ed imperiale di nero,
imbeccata, coronata all'antica e armata d'oro, al volo spiegato (Reale ed Imperiai
Casa di Sicilia-Svevia e delle due Sicilie); nel II e III Gran Quarto:
controinquartato: nel 1° e 4°: di nero al leone d'oro, linguato ed armato di rosso
(Ducato di Bramante), nel 2°: d'azzurro a tre gigli d'oro due su uno, alla bordura
d'argento e di rosso (Borgogna Moderna), nel 3°: bandato d'oro e d'azzurro alla
bordura di rosso (Borgogna Antica), nel cuore e sul tutto: di rosso alla fascia di
argento (Austria);
Scudo: Sannitico-ispanico, accollato, sia all'aquila bicipite reale ed imperiale, di
nero, alle due teste divergenti imbeccate e coronate all'antica d'oro;
Elmo: Posto in maestà; Corona e Cimiero: (un castello tri turrito): imperiali;
Colonne d'Ercole: poste ai fianchi dello scudo d'Arma, abbinate ed annova- te,
ciascuna coppia, da un cartiglio con il motto: Plus - Outre.
Stemma Bellomo (secc. XIV-XV) sul prospetto del palazzo cognòmonimo sito
tra Via G.M. Capo- dieci, 14 e il Largo Bellomo. Monolite scultoreo, in alto rilievo
e tipico del medioevo, è incastonato e racchiuso, come in un quadro, entro una
sobria cornice striata, rettangolare e priva del setto inferiore, come di finestra
finta, ed è murato tra il marca piano e la trifora aragonese - catalana soprastanti
e l'arco del gran portale sottostante. Arma: d'oro a tre baltei d'azzurro posti in
banda al capo dello stesso (Bellomo); Scudo: Triangolare appuntito ed inclinato;
Elmo: Nobiliare medievale a becco di papero, in pieno profilo verso destra,
accollato al cantore sinistro del capo dello scudo ed ornato da una coppia di
lambrecchini d'oro e d'azzurro, moventi dal cercine, frastagliati, increspati,
sfioccati alle estremità, svolazzanti e ricascanti sul fianco sinistro dello scudo;
Cimiero: movente dal cercine: una testa pennuta di aquila al becco di profilo
rivolto verso destra e al volo sinistro spiegato; Lista: nastriforme, curvilinea,
increspata al centro e alle due estremità, ma senza motto, divisa o grido d'arme.
Stato di conservazione:
in buone condizioni benché lesionato alla sommità
Stemma Reale di Carlo VI d'Asburgo - Austria, Re XXX di Sicilia, IX delle Due
Sicilie, etc. (1720-1734) sulla chiave di volta dell'arco e della cornice aggettante
del portale della chiesa dei Padri Domenicani in piazza San Giuseppe, nn. 4/5.
Monolite scultoreo in altorilievo. Arma: Plurinquartata (9 Quarti): I:
controinquartato: nel 1° e 4° di rosso al castello d'oro triturrito - merlato, chiuso,
muragliato dello stesso, portato e finestrato d'azzurro (Real Casa di Castiglia),
nel 2° e 3° d'argento al leone, di rosso lampassato dello stesso e coronato
all'antica d'oro (R. C. di Leone); II: controinquartato in croce decussata: nel 1 °
(capo) e 4° (punta) d'oro a quattro pali di rosso (R. C. d'Aragona), nel 2° (fianco
destro) e 3° (fianco sinistro) d'argento all'aquila reale di Sicilia, monocipite e di
nero, al volo spiegato, imbeccata, lignata, membrata, armata e coronata
all'antica d'oro (Reale ed Imperiale Casa di Sicilia-Svevia e delle Due Sicilie);
III: di rosso alla croce potenziata, accantonata da quattro crocette, il Lutto d'oro
(Gerusalemme); IV: nel cuore e sul Lutto: rimestato d'argento alla granata di
verde, aperta di rosso, gambuta e fogliata di verde (Granada); V: di rosso a due
fascie d'argento (R. ed I. Casa d'Asburgo Austria); VI: controinquartato: nel 1°
e 4° d'oro al leone di nero lampassato, bugnato, armato e coronato di rosso
(Fiandra), nel 2° e 3° d'argento all'aquila di rosso, imbeccata, bugnata, membrata,
armata e coronata d'oro, al volo spiegato (Mar- chionatus sacri imperii
parte del Ducato di Brabante); VII: d'azzurro a tre gigli d'oro posti in fascia (R.C.
di Francia) alla bordura scaccheggiata d'argento e di rosso (Borgogna Moderna);
VIII: bandato d'oro e d'azzurro (Borgogna Antica); IX: di nero al leone coronato
d'oro, lampassato, bugnato ed armato di rosso (Ducato di Brabante);
Scudo: ad ancile, accartocciato ed accollato a corona, trionfale; Corona: reale,
chiusa, rabescata.
Stato di conservazione:
parzialmente eroso e mùtilo sotto la concavità sottostante della corona trionfale
Stemma Alagona d'Aragona (sec. XVI-XVII) sul Palazzo Alagona (Via Roma, n.
44). Monolite scultoreo (secc. XVI-XVII)
Arma: d'oro a sei clipei di nero, 2 su 2 su 2 (Alagòn de Aragòn);
Scudo: ispanico, accartocciato, accollato all'aquila reale ed imperiale, bicipite, di
nero, al volo spiegato e alle due teste divergenti imbeccate e coronate all'antica
d'oro; Corona: dei "Grandes de Espana" (circulo de oro enricjuecido de piedras
preciosas, con ocho flo- rones al modo de hojas de apio, entrepuestos de una
perla);
Elmo: (eroso): d'oro, rabescato, aperto, posto in
maestà e piumato; Maxi scudo: accartocciato ed accollato ad un trofeo guerresco
di due fasci di verghe annodati in decussé, di quattro stendardi di Cavalleria, di
due tamburi e due bocche da fuoco posti in decussé; Supercorona: vicereale:
cerchio d'oro bicordonato, rabescato, tempestato di zaffiri (5 visibili) e perle (4
visibili), innalzato da otto vette fio- ronate d'oro (5 visibili) e consacrate da
quattro crocette (2 visibili).
Stato di conservazione:
pressocché in discrete condizioni, anche se, specie il campo dello scudo d'arma,
necessiterebbe di un delicato restauro al fine di porre meglio in evidenza i sei
clipei di nero. Il piedistallo di pietra, sopra la chiave di volta fogliata di acanto
dell'arco a tutto sesto del pregevole portale sottostante, è, per altro, mùtilo
dell'estremità destra.
Stemma Impellizzeri (sec. XVIII) sul coronamento del palazzo cognomònimo in
via della Maestranza, n. 99. Monolite scultoreo in altorilievo
Arma: d'azzurro al pesce al naturale nonostante in un mare agitato d'azzurro e
d'argento (Impellizzeri);
Scudo: a testa di cavallo ed accartocciato;
Corona: baronale: cerchio d'oro bicordonato, rabescato, e intorno al quale sono
attorcigliati sei giri di perle a guisa di monile (tre visibili)
Storia e diritto onorifico: vds. sotto il precedente stemma del principale palazzo
Impellizzeri (scheda n. 10).
Stato di conservazione: in discrete condizioni
- Storia e diritto. Casa patriziale e feudale di Siracusa, la cui filiazione risale al
secolo XVI. Principe di Linguaglossa (R. Prov. di Re Filippo IV, 6, VI, 1625);
Barone di Maeggio (inv.ra 1782) e di Delia (inv.re 1771 e 1802); Trattamento di
don e donna. D.M. di ricon. 8 aprile 1921.
- Precedentemente all'acquisto, nel 1778, di parte di Beneventano, l'edificio era
stato posseduto ed abitato dai Migliaccio di Floridia (sec. XVIII), dai Borgia del
Casale (sec. XVII) e della loro Commenda del S.M.O. di Malta (ab 1641) e dagli
Arezzo della Targia (sec. XVI).
- Casa feudale e patriziale siracusana la cui filiazione risale ad Aldo de Arizzi,
Cavaliere Romano, venuto in Sicilia per servire militarmente e guerrescamente
Ruggieri II "il Normanno", primo Re di Sicilia (1130-1154).
Stemma Bonanno (sec. XVIII) sul palazzo co- gnomònimo in Via della
Maestranza, 33. Monolite scultoreo in altorilievo (sec. XVIII) Arma: d'oro al gatto
passante di nero (Bonanno)
Scudo: ad ancile ed accartocciato; Corona: patriziale - principesca, sormontata,
circondata ed accollata, dalla sommità delle vette al sottostante, cerchio plurigemmato,
da e a un lungo nastro ondato ed increspato, con inciso, in tutte
lettere latine maiuscole, il motto: NEQUE SOL PER DIEM NEQUE LVNA PER
NOCTEM; Elmo: principesco, in maestà; Cimiero: una fenice di nero sulla sua
immortalità di rosso.
Stemma Zappata (sec. XVIII) sul cantonale del palazzo Zappata - Gargallo tra il
ronco Capo- bianco, e la via della Maestranza. Monolite scultoreo in mezzo e in
altorilievo.
Arma: d'oro a cinque stivaletti scaccati d'argento e di nero in croce e decussata,
alla bordura di otto scudetti sannitici d'oro alla banda di rosso (Zappata); Scudo:
ad ancile ed accartocciato
Storia e diritto onorifico. Fam. patriziale in Messina, in Palermo, in Noto e in
Siracusa dei secoli XVI, XVII, XVIII e XIX, cui appartennero, tra gli altri, anche
il marchese di San Florido Diego Zappata de Cardines, senatore nobile in Noto
nel 1798-'99, e Rodrigo Zappata e Gargallo, marchese di Santo Floro, patrizio in
Noto nell'anno 1812-13.
Questa famiglia è estinta dalla metà del sec. XIX.
Stato di conservazione: in discrete condizioni
Stemma Gargallo (sec. XVIII) sul cantonale del Palazzo Zappata-Gargallo, tra il
ronco Ca- pobianco, e via della Maestranza. Monolite scultoreo in mezzo rilievo.
Arma: Diviso: nel I d'azzurro allo scaglione d'oro accompagnato da tre stelle di
7 raggi dello stesso, 2 in capo e 1 in punta, alla bordura merlata alla guelfa e
d'oro, posta solo ai lati; nel II d'argento al gallo di rosso con la zampa destra
alzata; innestato in punta: di rosso a 8 pali d'oro (Gargallo);
Scudo: ad ancile e accartocciato
Storia e diritto onorifico: vds. sotto lo stemma Gargallo (Scheda n. 18).
Stato di conservazione:
parzialmente mùtilo in capo sicché urge un delicato intervento di restauro
Stemma Bianco (sec. XVIII) sulla sommità del portale del palazzo cognomònimo
in Via della Maestranza, 104. Monolite scultoreo (sec. XVIII).
Arma: d'azzurro a nove stelle d'oro di otto raggi, ordinate 3 su 3 su 3 (Bianco)1;
Scudo: perale - appuntito ed accartocciato; Corona: assente.
1 - Storia e diritto. Casa siracusana di nobiltà patriziale risalente al secolo XV e
che, in progresso di tempo, s'investì del feudo di Formica, in territorio di Noto,
tra il 1742 e il 1761, detenendolo sino al 1771. In quest'ultimo anni il feudo
passava in possesso del dottor Paolo Cappellani da Palazzolo Acreide (Siracusa)
che se ne investì il 10 marzo 1772, facendo sì che i suoi dipendenti diretti e
legittimi - ex filio Giuseppe, ultimo investito il 31 agosto 1790 - chiedessero ed
ottenessero il riconoscimento ufficiale statale del titolo specifico di «Barone di
Formica» con D.M. 1, IV, 1937. Questi Cappellani risiedono oggi in Catania.
Stato di conservazione:
lo stemma richiede un urgente restauro conservativo previo distacco dei cinque
cavi elettrici soprastanti
Stemma Signer (sec. XVII) sulla chiave di volta dell'arco del portale del palazzo
oggi diversamente cognonominato, in via della Maestranza, n. 93. Monolite
scultoreo in altorilievo
Arma: d'azzurro alla croce d'oro cantonata da quattro corone patriziali all'antica
(Signer o Insigner);
Scudo: ad ancile ed accartocciato;
Corona: patriziale, all'antica
Storia e diritto onorifico. Fam. Ispano-sicula ascritta alla "Mastra Nobile di
Messina", negli anni 1587, 1591, 1594, 1597. Nobili di Messina (sec. XVI) Estinti.
Stato di conservazione: in discrete condizioni
Stemma Navanteri (sec. XVIII) sulla chiave di volta dell'arco del portale del
Palazzo Navanteri (oggi posseduto dalla nob. sig.ra Bianco), in via Vittorio
Veneto, 41 (già Mastrarua). Monolite scultoreo in altorilievo (sec. XVIII). Arma:
d'azzurro al pino al naturale nascente dalla punta e da una sella di 8 raggi d'oro,
a due leoni d'oro affrontati e controrampanti al tronco, e moventi,
rispettivamente, dal cantone destro e sinistro della punta, ed entrambi sormontati
in capo e sopra i rami arborei, a destra, da una torre d'oro bipiano,
portata, finestrata e merlata, e, a sinistra, da tre teste di putti al naturale, crinite
e poste di fronte; Scudo: ad ancile ed accartocciato; Corona: patriziale,
all'antica; Storia e diritto onorifico: Fam. di nobiltà, patriziale, minifeudale ed
onoraria di Siracusa del sec. XVIII e XIX. Signori di metà del suffeudo di Melilli
(ab. 1776). Signori del suffeudo di Man- dra di Donna (ab 1802). Marchese di
Belfronte, titolo onorario concesso a Calcedonio Navanteri, Senatore Patrizio di
Siracusa, nel 1810-11. (Reali Dispacci 12 e 21 luglio 1817). Stato di -
conservazione: in discrete condizioni
Stemma Gargallo (sec. XVIII) sul prospetto del palazzo cognomònimo in Ronco
del Pozzo nn. 9/10. Monolite scultoreo in mezzo rilievo.
Arma: Diviso: nel I d'azzurro allo scaglione d'oro, accompagnato da tre stelle di
sei raggi dello stesso, 2 in capo e 1 in punta, alla bordura merlata alla guelfa e
d'oro, porta solo ai lati; nel II d'argento al gallo di rosso alla zampa destra alzata;
innestato in punta: di rosso a 5 pali d'oro (Gargallo); Scudo: Ad ancile ed
accartocciato Storia e diritto onorifico. Fam ispano-siracusa- na, patriziale e
feudale, di Lentini e di Siracusa, la cui filiazione provata risale al secolo XVI.
Nobili di Lentini (sec. XVI), nobili di Siracusa (ab 1661).
Baroni di Priolo Platamone (inv.re dal 1737 al 1803, cioè per lo spazio feudale,
sino al 1813, di 76 anni).
Marchesi (sul diruto) Castello di Lentini (titolo onorario con R. Priv. di Re
Ferdinando III di Borbone, 27 maggio 1794).
Stemma della Camera Reginale (1305-1536) Stato nello stato o quasi «regnum
in regno», la Camera Reginale era costituita, oltre che di Siracusa, sua sede
centrale, anche delle città regie di Lentini, Vizzini, Mineo, Paterno, Castiglione,
Francavilla, Linguaglossa, S. Stefano di Biga e Pantelleria. Istituita il 28 agosto
1305, da Federico II d'Aragona, XV Re di Sicilia '1296-1337), fu assegnata, come
datario, alla regione siciliana. Fu soppressa nel 1536 da Carlo V Imperatore,
XXVI Re di Sicilia, etc. (1516-1556). Monolite scultoreo sulla chiave di volta
all'arco a tutto sesto del portale. Via del Consiglio Reginale, n. 13
Arma: (di...) all'Arcangelo Gabriele aureolato, alato, catafrattato di tutte pezze
d'argento, armato di spada dello stesso, al braccio destro flesso ed alzato e al
sinistro semiflesso e con la mano impugnante una bilancia simboleggiante la
Giustizia, e schiacciante, con i due piedi divergenti, tra collo e coda, il drago,
simbolo del male Scudo: Trapezoidale
Stato di conservazione:
in discrete condizioni anche se richiede un urgente restauro conservativo
Stemma della Città (1634) sul Palazzo del Senato, in Piazza Duomo n. 4Arma:
(di verde) all'aquila monocipite (di nero) coronata all'antica (corona radiata
d'oro) e con il becco rivolto verso sinistra, al volo destro chiuso ed alzato e al
sinistro semispiegato ed abbassato, caudata, afferrante con gli artigli un fascio
di fulmini (d'oro) posti in fascia, e caricata sul petto di un castello (d'oro) tripiano
e trapezoidale muragliato, portato e finestrate (di nero) Scudo: ad ancile ed
accartocciato, sostenuto e fiancheggiato da due deliziosi angeli chiomati ed alati,
congiunti, ciascuno, a un cornucopia di frutta simboleg- giante l'Abbondanza,
l'Agricoltura, la Felicità e la Provvidenza. Una maschera, posta sotto la punta
accartocciata dello scudo, orna e decora baroccamente lo stesso Corona:
patriziale o civica: cerchio (d'oro) bi- cordonato, tempestato di gemme, fioronato
ed imperlato. Monolite scultoreo Stato di conservazione: in discrete
condizioni
Stemma di Filippo IV d'Asburgo-Austria-Spagna, (1621- 1665) Monolite
scultoreo marmoreo (1634) Palazzo del Senato, P.zza Duomo, n. 4.
Arma: Plurinquartata: nel primo gran quarto: contrainquar- tato: nel I e IV: di
rosso al castello d'oro turritomerlato dello stesso e di tre pezzi, chiuso, portato
e finestrata di nero (Real casa di Castiglia); nel II e III d'argento al leone di
rosso lampassato dello stesso e coronato d'oro all'antica (Real casa di Leone);
nel secondo gran quarto: diviso-semitroncato: nel 1 : d'oro a quattro pali di
rosso (Real casa d'Aragona); nel 2°: di rosso alle catene d'oro poste in cinta e
in croce decussata, ed ornate, al centro, da uno smeraldo (Real casa di Navarra);
nel II: inquartato in croce decussata: nel 1 ° (capo) e 4 (punta): d'oro a quattro
pali di rosso (Real Casa d'Aragona), nel 2° (fianco destro) e 3° (fianco sinistro):
d'argento all'aquila reale di Sicilia, monocipite e di nero, al volo spiegato,
imbeccata, bugnata, membrata, armata e coronata all'antica d'oro (Reale ed
Imperiale casa di Sicilia Sveva e delle Due Sicilie); nel terzo quarto: di rosso alla
fascia d'argento (Reale ed Imperiale casa di Asburgo d'Austria); nel quarto
quarto: d'azzurro a otto gigli d'oro, ordinati 4 su 4, alla bordura saccheggiata
d'argento e di rosso (Borgogna Moderna); nel quinto quarto: bandato d'oro e
d'azzurro alla bordura di rosso (Borgogna antica); nel sesto quarto: di nero al
leone d'oro lampassato, linguato ed armato di rosso (Ducato del Brabante); - al
centro e in capo a tutto: d'argento a cinque scudi d'azzurro posti in croce,
caricati, ciascuno, da cinque bisanti d'argento; alla bordura di rosso carcata di
sette castelli d'argento (R.C. di Portogallo); - nel cuore e sul tutto: inquartato:
nel I e IV: d'argento all'aquila di rosso, al volo semispiegato, imbeccata,
bugnata, membrata, armata e coronata d'oro (Marchionatus Sacri Imperii); nel
II e III: d'oro al leone di nero lampassato, coronato, linguato ed armato di rosso
(Fiandra); - nel cuore e sul tutto: innestato d'argento alla granata verde, aperta
di rosso, gambuta e fogliata di verde (Granada); - al centro e in punta: diviso:
nel I d'oro al leone, di nero, lampassato, armato e coronato di rosso (Fiandra);
nel li: d'argento all'aquila di rosso al volo semispiegato, imbeccata, bugnata,
membrata, armata e coronata d'oro (Marchionatus sacri imperii, parte del ducato
di Brabante). Scudo: Sannitico-ispanico (arrotondato alla base), accartocciato
ed accollato alla grande aquila bicipite Corona: Imperiale, Austriaca, aperta.
Stemma Beneventano (a. 1788) sulla parte sommitale e sopra il balcone centrale
del palazzo cognomònimo in Piazza del Duomo, 3. Arma: d'oro al leone e all'orso
di rosso affrontati e moventi da un monte di tre vette di verde (Beneventano);
Scudo: ad ancile ed accartocciato; Corona: patriziale all'antica: cerchio d'oro bicordonato,
plurigemmato e svettato da otto fioroni d'oro (cinque visibili);
Epigrafe: su lastra rettangolare, latina, composta in tutte lettere maiuscole nere
e disposta in undici righe orizzontali e parallele, innalzata per infuturare la
memoria e la gloriaa di Ferdinando III di Borbone, Re delle Due Sicilie, il 7 aprile
1816. Tre monoliti scultorei, due del 1788 e uno del 1816.
Stemma Gaetani (sec. XVIII) sul prospetto del palazzo cognomònimo in Ronco
Gaetani n. 4 (Piazza del Duomo). Monolite scultoreo in alto rilievo. Arma: Diviso:
nel I A: suddiviso: nel I: inquartato: nel 1° e 4° di rosso, nel 2° e 3° d'argento
(Gaeta); nel II: d'oro a due pali di rosso (R.C. d'Aragona); nel II B: inquartato:
nel 1° e 4° d'oro alla gemella (o doppia cotissa) ondata d'azzurro,
controinnestata e posta in banda; nel 2° e 3° d'azzurro monocipite di nero, al
volo spiegato e coronata all'antica dello stesso (Gaetani); Scudo: ad ancile ed
accartocciato; Corona: principessa, chiusa: cerchio d'oro bicordo- nato,
rabescato, plurigemmato, sostenente otto vette fogliate d'oro (5 visibili), riunite
con doppia curvatura sulla sommità e cimate da un globo d'oro cerchiato e
crociato. Storia e diritto onorifico. Casa feudale e patriziale di Siracusa. Baroni e
dinati (ab 1477) e marchesi - dinasti (ab 1602) dello stato feudale, castello e
vassallaggio di Sortino; baroni - dinasti (ab 1543) e principi (ab 1631) dello stato
feudale, castello e vassallaggio di Càssaro.
Fam. estinta nei Borghese, princi di Nettuno (Roma), pr. di Cassaro, pr. di
Sabaci, marchesi di Spaccaforno - Ispica, etc., per successione a Casa Statella
di Spaccaforno - Ispica, e, questa, a Casa Gaetani di Sortino e di Cassaro. Regie
Lettere Patenti di Regio Assenso e R.D. 9 aprile 1928. Residenza: Rocca.
Stato di conservazione:
in discrete condizioni che non escludono un delicato restauro araldico - artistico
per la maggior durata litica.
Stemma Reale di Carlo III di Borbone-Francia, XXXIV Re di Sicilia, etc. (1734-
1759) sulla sommità del secondo arco superiore del portale centrale della
Cattedrale (1728-1754) in piazza del Duomo. Monolite marmoreo scultoreo in
altorilievo.
Arma: Plurinquartata di 12 Quarti: I: scaccata d'argento e di rosso (Borgogna
Moderna); II: bandato d'oro e d'azzurro (Borgogna Antica); III:
controinquartato: nel 1° e 4° di rosso al castello d'oro triturrito-merlato e
muragliato dello stesso, portato e finestrata d'azzurro (Real Casa di Castiglia),
nel 2° e 3° d'argento al leone di rosso lampassato dello stesso e coronato
all'antica d'oro (R.C. di Leon); IV: controinquartato in croce decussata: nel 1°
(capo) e 4° (punta): d'oro a quattro pali di rosso (R.C. di Aragona), nel 2° (fianco
destro) e 3° (fianco sinistro): d'argento all'aquila reale monocìpite di nero, al
volo spiegato, imbeccata, bugnata, membrata, armata e coronata all'antica d'oro
(Reale e Imperiale Casa di Sicilia-Svevia e delle Due Sicilie); V: di rosso a cinque
castelli d'oro posti in croce decussata (Portogallo); VI: di rosso a due fascie
d'argento (R. e I. C. di Asburgo-Austria); VII (o nel cuore): d'azzurro a tre gigli
d'oro 2 su 1 (R. C. di Borbone); VOI - IX; bandato d'oro e d'azzurro (Borgogna
antica): X: d'oro a sei gigli d'azzurro in croce decussata (Casa Farnese di Parma
e Piacenza); XI: cappato, sul cantone destro del capo: bandato d'oro e d'azzurro
(Borgogna antica), sul cantone sinistro del capo: di nero al leone d'oro
lampassato, linguato ed armato di rosso (Ducato del Brabante), tra capo e
punta: diviso: nel 1° d'oro al leone di nero lampassato, coronato, linguato,
armato e coronato di rosso (Fiandra), nel 2° d'argento all'aquila di rosso al volo
semispiegato, imbeccata, bugnata, membrata e coronata d'oro (Marchionatus
sacri imperii, parte del Ducato di Brabante); XII: d'oro a cinque rotelle di rosso
situate in orlo 1 su 2, e, in capo, una più grande d'azzurro (Toscana); Scudo:
Sannitico-Ispanico, accartocciato ed accollato all'aquila monocipite di nero;
Corona:Reale, chiusa, d'oro, rabescata
Stemma Torres (sec. XVII) sul timpano della trabeazione dell'arco del gran
portale del Palazzo Vescovile in piazza del Duomo, n. 5. Monolite scultoreo in
altorilievo
Arma: di rosso a cinque torri d'oro merlate dello stesso, portale-finestrate di
nero e ordinate in croce decussata (Torres);
Scudo: ad ancile, accartocciato e sormontato
da un angelo crinito ed alato. Galero: Vescovile, verde
Storia e diritto onorifico. Fam. patriziale ispano- sicula dei secoli XVI e XVII, in
messina e in Siracusa, illustrata, in quest'ultima, da mons. Giovanni Torres de
Osorio (Vescovo di Malaga, 1632), 61° Vescovo di Siracusa, (1613-1619) ed
Umanista, fondatore, l'8 aprile 1616, in Cattedrale, della Cappella del SS.
Sacramento, e restauratore e inngranditore, nel 1618, del Palazzo Vescovile, sul
cui prospetto tutt'oggi si legge:
D. JOAN DE TORRES EPISCOPUS SYRACUSANUS FECIT ANNO MDCXVIII
Stemma Nava (1625) alla sommità del cantonale del monastero di Montevergine
interposto tra la via delle Vergini, la via S. Lucia alla Badìa. Monolite scultoreo in
altorilievo Arma: d'oro a quattro fascie d'azzurro controinnestate
(Nava); Scudo: ad ancile appuntito ed accartocciato; Elmo: in
maestà, ornato, da quattro piume d'oro e d'azzurro, frastagliate e svolazzanti, 2
a destra e 2 a sinistra, e moventi dal cercine Storia e diritto onorifico. Casa
Ispano-sicula medievale (secc. XIV-XV) patriziale e feudale, siracusana e
catanese infeudata di Pancali (1423) e di Bondifé (1433).
Estintasi alla fine del sec. XVII nei Francica, fece sì che questi ultimi, lentinesi,
le succedessero di nome e d'arma, di diritto e di fatto, s'investissero del feudo
baronale di Bondifé nel 1674 e nel 1755 e si cognomizzassero Francica Nava.
Che fioriscono tutt'oggi in Catania con il titolo di barone di Bondifé. R.D. proprio
14, IV, 1912 e RR. LL. PP. 26,1,1913 di rinnovazione (per rinuncia)
Stato di conservazione:
in discrete condizioni, diversamente dall sottostante lapide epigrafica Nava
spezzata e mutila per metà, e, come tale, in gran parte illegibile
Stemma Migliaccio (sec. XVII), al centro del balcone del palazzo cognomònimo
in via Pompeo Picherali, n. 20, e dirimpetto alla piazzetta San Rocco. Monolite
scultoreo in altorilievo
Arma: d'azzurro alla pianta di miglio d'oro nascente dalla zolla erbosa e al tronco
impugnato da un destro cherio al naturale (Migliaccio); Scudo: ad ancile ed
accartocciato;
Elmo: ducale, in maestà, ornato da quattro piume d'oro e d'azzurro, moventi dal
cercine e svolazzanti, 2 a destra e 2 a sinistra, e da due lam- brecchini frastagliati
d'oro e d'azzurro, moventi anch'essi dal cercine e ricascanti ai lati dello scudo
Storia e diritto onorifico. Casa siciliana plurifeudale risalente al secolo XVI e
suddivisa nelle tre linee: I, dei principi di Bancina; II, dei duchi di Floridia (ab
1751 ); III, dei principi di Malvagna (ab 1743). Da Vincenzo Migliaccio e
Bonanno, I duca di Floridia (inv. 1751) e da sua moglie Dorotea Borgia e Ran di
baroni del Casale (vds. lo stemma Borgia), nacque in Siracusa, il 19 luglio 1770,
l'unica figlia superstite Lucia Migliaccio e Borgia, duchessa di Floridia per
successione, principessa di Partanna maritali nomina e in stato vescovile, e,
infine, consorte amatissima, in seconde nozze, dal 1814, di Ferdinando I di
Borbone, Re delle Due Sicilie (1816-1825), ma senza posterità. La fam. M.
succennata è estinta.
Stato di conservazione: in discrete condizioni
Stemma Borgia (sec. XVIII) alla sommità del portale del palazzo cognòmonimo
in Via Pompeo Picherali, 10 (l'edificio è però prospiciente anche Piazza del
Duomo). Monolite scultoreo a mezzo rilievo (sec. XVIII).
Troncato: nel I d'azzurro al bue d'oro, passante, rivolto, sormontato da una stella
di otto raggi tra due aquiloni, il tutto dello stesso, nel II d'azzurro a tre bande
d'oro (Borgia)1; a testa di cavallo, sagomato, accartocciato ed accollato ad un
trofeo militare e guerresco formato da una mazza d'oro e da un turcasso dello
stesso, posti in decussé, due stendardi semispiegati ed anch'essi posti in croce,
e da due tamburi posti in fascia ai lati della punta dello scudo;
Corona: patriziale all'antica.
1 - Storia e diritto. Casa feudale e patriziale di Siracusa, la cui filiazione provata
risale al secolo XIV-XV. Baroni del Casale, feudo in territorio di Noto (R. Priv. di
Re Martino d'Aragona, 26, V, 1403) con investiture dal 1453 al 1807. Fondatori
della «Commenda Borgia» del S.M.O. di Malta (3, XII, 1641). Stato di
conservazione:
Arma: Scudo in pessime condizioni e tali da non rendere lo stemma facilmente
leggibile. Sicché urge un delicato restauro almeno con la pulitura della pietra
Stemma Arezzo della Targia (sec. XVII), nel Palazzo cognomònimo compreso tra
Piazza Duomo e via delle Carceri Vecchie n. 6 - Monolite scultoreo (sec. XVII)
Arma: Inquartato d'oro e d'azzurro a quattro ricci dell'uno nell'altro, due in capo
e due in punta (Arezzo della Targia);
Scudo: ad aucile ed accartocciato;
Elmo: d'argento, rabescato e bordato d'oro, posto in maestà (di fronte),
graticolato di undici pezzi d'oro con la gorgieretta dello stesso e con il cércine,
di sostegno di cinque piumaggi frastagliati, incurvati e svolazzanti d'oro e
d'azzurro
Stemma delle Reali Case di Castiglia, di Leone, di Aragona, di Aragona di Sicilia
e delle Due Sicilie (1282-1516). Via delle Carceri Vecchie, n. 14
Arma: Inquartato: nel I e IV controinquartato: nel 1° e 4° (di rosso) al castello
(d'oro) a tre torri merlate, chiuso, muragliato e portato (di nero) (REAL CASA DI
CASTIGLIA); nel 2° e 3°: (d'argento) al leone (di rosso) coronato all'antica (R.C.
di LEON); nel II e III: diviso: nel 1°: (d'oro) a quattro pali (di rosso) (R. C. DI
ARAGONA); nel 2°: controinquartato e decussato, in capo e in punta: (d'oro) a
quattro pali (di rosso) (R. C. D'ARAGONA), e, ai due lati: (d'argento) all'aquila
monocipite, reale ed imperiale, (di nero), imbeccata, coronata all'antica e armata
(d'oro), al volo spiegato e caudata (REALE ED IMPERIAL CASA DI SICILIA -
SVEVIA E DELLE DUE SICILIE); Scudo: ispanico appuntito Monolite scultoreo
Stato di conservazione: parzialmente abraso ma leggibile