Costante II morte - Storia

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Storia araldica monete
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Costante II morte

Bizantini
 Uno dei più affascinanti enigmi dell'archeologia aretusea è legato alla Rotonda di Antiochia.
tratto dal quotidiano LA SICILIA SABATO 4 FEBBRAIO 2017 a firma Laura Valvo

La morte per assassinio di Costante II- ipotesi di Anselmo Madeddu
La Rotonda di Antiochia rappresenta da sempre uno dei più affascinanti enigmi dell'archeologia siracusana. Un enigma legato soprattutto alla sua misteriosa destinazione d'uso. Collocata all'interno delle vaste catacombe di San Giovanni, la rotonda prende il nome da quello della vergine Antiochia, visibile su uno dei suoi sarcofagi. Stando alle relazioni dei primi scavatori (Carini 1873). inizialmente dovette ospitare solo le defunte di una comunità monastica femminile. Ma ad un certo punto.e probabilmente intorno al VII secolo, qualcuno vi operò delle profonde modifiche, trasformando la rotonda in un singolare Pantheon sotterraneo. Innanzitutto venne raso al suolo il sarcofago che si innalzava di fronte all'ingresso della rotonda per renderne più monumentale l'accesso. Quindi vennero aggiunte 12 colonne con capitelli. 6 per lato, lungo la scala che porta giù alla rotonda, come si evince ancor oggi dalle tracce ben visibili nelle pareti. Il sepolcro misterioso Qualcosa, probabilmente, dovette determinare, all'improvviso, l'interruzione di quei lavori ed il colonnato circolare non fu mai completato. Anzi, subito dopo, questo misterioso sepolcro fu per sempre abbandonato. Ma perché nel VII secolo qualcuno ebbe l'esigenza di trasformare la rotonda in un Pantheon? E perché poi all'improvviso quei lavori furono interrotti? E soprattutto, chi fu l'importante personaggio storico a cui dovette essere destinato quel singolare Pantheon sotterraneo? E' Anselmo Madeddu. studioso e ricercatore siracusano ad avanzare una suggestiva ipotesi.
Catacombe San Giovanni-la rotonda di Antiochia

disegno ricostruzione rotonda di Antiochia

«L'unica cosa che sembrerebbe certa è che un tale sepolcro, molto simile al Mausoleo dell' "ecista" Costantino dell'ormai scomparsa basilica dei Santissimi Apostoli a Costantinopoli, non poteva che essere stato realizzato per un personaggio di altissimo rango. Ebbene, molti indizi - spiega Anselmo Madeddu - sembrerebbero portare proprio a Costante II, l'imperatore bizantino misteriosamente assassinato a Siracusa il 15 settembre del 668 d.C.. Come racconta Teofane. Costante nel 663 trasferì la capitale dell'Impero da Costantinopoli a Siracusa. Ma dopo 5 anni venne ucciso da un domestico mentre faceva un bagno alle Terme di Dafne. Una versione di comodo dietro la quale sembra essersi celato un autentico complotto di palazzo e un inirigatissimo giallo storico. Al suo posto salì al trono l'usurpatore Mezezio. Ma dopo 7 mesi, nella primavera del 669, suo figlio Costantino IV, salpato con la flotta da Costantinopoli, assediò Siracusa ed uccise l'usurpatore. Quindi, come racconta Cedreno. raccolse le spoglie mortali del padre e le portò con sé a Costantinopoli. Questi i fatti storici. Vien da chiedersi, allora, dove fu custodirò il corpo di Costante II durante quei 7 mesi». La lettera di Papa Gregorio 11 Quel che è certo è che l'imperatore non fu mai sepolto all'interno di una chiesa. «Lo sappiamo da una lettera di Papa Gregorio II a Leone III Isaurico. In una prima interpretazione data dall'Amari - osserva Madeddu - attraverso questa lettera si sarebbe appreso che "Mezezio uccise Costante fuori dal Tempio" perché era stato un eretico. Ma l'Amari tradusse erroneamente l'espressione "ton taphon poiein"con "dare la morte". In realtà questa era un'accezione del tutto sconosciuta al greco classico, che con "ton taphon poiein" avrebbe inteso dire, piuttosto, "seppellire". Così che la traduzione corretta è che "Mezezio seppellì Costante fuori dal tempio" per via della sua eresia. Dunque nessuna sepoltura in chiesa. Ma dove allora? Sull'individuazione del luogo ci viene incontro un raro documento medievale. il Necrologium imperatorum et catalogus eorum sepulchrorum. che era un catalogo degli imperatori da Costantino a Michele V. Questo catalogo conteneva importanti note obituarie e derivava da un nucleo originano greco del decimo secolo, poi ripreso e tradotto in Latino nel Chronicon Altinate del tredicesimo secalo. Ebbene nel Necrologium imperatorum si legge appunto di Costante II: "...positum est corpus eius in eadem urbe Siracusana, in monasterio Sancti Gregori Ma dove si trovava questo monastero di San Gregorio? E cosa c'entrava con le Catacombe di San Giovanni presso cui sorgeva il Pantheon della Rotonda di Antiochia ? E sopraltuiio, è davvero mai esistito questo "... monasterio Sancti Gregori ..." a Siracusa?» Lo storico Serafino Privitera Sembrerebbe proprio di sì. Secondo il ricercatore siracusano. A darne conferma d ancora una volta quella straordinaria fonte di sapere rapresentata dallo storico Serafino Privitera. Secondo l'erudito siracusano, infatti, ad essere anticamente dedicato a San Gregorio era proprio l'attuale chiesa di San Giovanni alle Catacombe; "I nostri vescovi, che ebbero sempre la cura di riparar la chiesa, forse pei rispetto a san Gregorio papa, Santo benemerito della chiesa siracusana, la nominarono di San Gregorio. Finalmente conceduta ai confrali di San Giovanni Evangelista, costoro con le elemosine dei fedeli e con le elargizioni del vescovo Bellomo, lasciata com'era la vetustissima basilica, edificarono contigua ed appoggiata ad essa un'altra chiesa con la guancia, che al loro patrono dedicarono e compirono l'anno 1428; e d'allora quel sacro recinto fu detto di San Giovanni".
«E' del tutto ragionevole - evidenzia Madeddu - ritenere che i monaci di San Gregorio avessero utilizzato come sepolture le attigue Catacombe di San Giovanni, come si evince peraltro dalle incisioni epigrafiche.
A questo punto tutto sembra coincidere: i tempi, gli eventi, le fonti bibliografiche. i nomi, i luoghi, la monumentalità stessa del sepolcro. L'improvvisa trasformazione in Pantheon sembrerebbe essere stata dettata dunque dalla necessità di realizzarvi il Mausoleo dell' "ecista" Costante II, sul modello del Mausoleo di Costantino a Bisanzio, anche questo circondato da 12 colonne a simboleggiare i 12 apostoli. Ma l'arrivo del figlio Costantino IV e la traslazione della salma a Costantinopoli, proprio nella basilica dei Santissimi Apostoli, ne arrestarono i lavori. E così questo singolare Pantheon fu abbandonato per sempre. Una suggestiva ipotesi che al di là della portata "archeologica", vuole essere provocaloriamente il giusto tributo ad uno sfortunato imperatore, travolto da una immeritata damnatio memoria?, la cui opera andrebbe finalmente rivalutata e il cui assassinio ha rappresentato, in fondo. l'evento più importante dell'intera storia medievale di Siracusa». Una ingiusta condanna storica Costante II (Costantinopoli, 7 novembre 630 - Siracusa. 15 settembre 668). imperatore bizantino, detto il "Pogonato", ovvero il "barbuto". per via della folta barba cui e raffigurato in tutte le monete ad oggi pervenute (E W. Drooks). E stato vittima di una impietosa impostura storica. Un complesso intrigo dietro il suo oscuro assassinio.



«Il contrasto tra la grandiosità del suo visionario progetto e la condanna inflittagli dal tribunale della Stona è paradossale. Le maggiori fonti ufficiali - aggiunge Anselmo Madeddu - purtroppo molto faziose {Teofane il Confessore^ il Liber Pontilicalis), riferiscono che, raggiunta la maggiore età, si dedicò senza successo ad arrestare la prodigiosa avanzata degli Arabi di Mu'awiya. Accusato dalla Chiesa di empietà per il presunto «assassimo del fratello Teodosio e di eresia per la fede monoteita, inviso alla sua slessa gente, nel 663 lasciò Costantinopoli, attaccò invano Slavi e Longobardi ed infine, dopo ua breve sosta a Roma, trasferì la capitale dell'Impero a Siracusa, dove, dopo 5 anni di mal governo, odiato dal popolo per le sue lasse e le sue vessazioni, venne ucciso casualmente da un domestico con un colpo di portasapone di bronzo in testa, mentre faceva un bagno alle Terme di Dafne, oggi identifìcate nelle tenne bizantine di via Arsenale. Era il 15 settembre del 668. Al suo posto fu nominato imperatore il generale dell'esercito di stanza a Siracusa, l'Armeno Mezezio. Ma 7 mesi dopo il figlio Costantino IV attaccò Siracusa, sconfisse ed uccise Mezezio e portò con se il corpo del padre riportando la sede della capitale a Costantinopoli.
Secondo Teofane Costante morì odiato da tutti e maledetto da Dio. Fin qui le fonti ufficiali.

Un complesso intrigo internazionale da parte degli Arabi e dei longobardi, e Bizantini dietro il suo oscuro assassinio.
Ma dalle fonti alternative a quelle di regime viene fuori una verità diametralmente opposta e sconvolgente, un imperatore che fu piuttosto, vittima di un complotto di Palazzo legato inizialmente alle tendenze autonomistiche locali e ordito dalla componente armena dell'esercito insieme ad alti dignitari della corte di Siracusa, ma con la nascosta complicità dei senatori di di Costantinopoli, che avrebbero avuto il secondo fine di riportare poi sul Bosforo la capitale dell'impero e tutto questo con un'ampia convergenza di interessi diversi da parte della Chiesa di Roma. pei via della pressione fiscale subita, nonché degli Arabi e dei longobardi, suoi nemici di sempre. Ma la stona l'hanno scritta proprio loro, i cronisti di Costantinopoli, quelli della Chiesa Romana, i longobardi, cioè tutti i suoi nemici  ed il risultato oggi e questo negativo, ma certamente menzognero che ci è giunto su di lui»

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