Scuderi Silvia
MOSTRE 2010
Oggetto: Mostra Personale
Titolo: "Le città di Silvia "
Autore: Silvia Scuderi
Presentazione: Corrado Di Pietro
Luogo: via Maestranza 110 Siracusa
Data: 10-20 luglio 2010
Inaugurazione: 10 luglio ore: 18,30
Orario di Apertura:
dal martedì alla domenica 17,30 - 20,30
Organizzazione e
Direzione Artistica: Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
Info:
0931/746931
0931/66960 (orario apertura Galleria)
cell.338/3646560
corradobrancato@hotmail.com
www.galleriaroma.it
Sabato 10 luglio nei locali di galleriaRoma alle ore 18,30 Corrado Di Pietro presenta la mostra personale di Silvia Scuderi "LE CITTA’ DI SILVIA"
L’accostamento al paesaggio ha sempre avuto un’attrattiva particolare per i pittori, vuoi perché la ricchezza cromatica della natura sollecita e sprona l’artista ad imitarne le tinte e le forme, vuoi perché, dall’impressionismo in poi, la visione esterna, ha suscitato forti emozioni ed impressioni.
In qualche modo il confronto con il paesaggio, urbano o campestre, marino o montagnoso, ha misurato la forza espressiva di ogni pittore e ha misurato anche la percezione di quell’armonia compositiva che sta alla base dell’opera d’arte. Anche l’arte concettuale, in senso lato e iperbolico, tributa un certo omaggio al paesaggio, ora componendolo e scarnificandolo, ora aggrovigliandolo come una matassa di linee che lo rendono informe e disarticolato. Siamo verso gli sperimentalismi di un’arte che cerca le sue più intime ragioni e che non sempre si accontenta delle consuete forme espressive.
Questa premessa è necessaria se si vuole entrare nel mondo artistico di Silvia Scuderi, giunta tardi alla pittura ma non sprovveduta certo di studio e di sperimentazione, tanto che non si può parlare di dilettantismo ma di serio ed approfondito esame del proprio mondo pittorico e dei mezzi tecnici utilizzati per rappresentarlo.
Silvia Scuderi ha intrapreso diverse strade stilistiche e questo eclettismo denota l’esigenza interiore di una poliedrica visione del reale, oltre che il desiderio di esplorare i più intimi recessi della dimensione cromatica e formale che si presenta ai suoi occhi. Il mondo, del resto, non è uniforme e monolitico ma si manifesta sempre in modo sfaccettato e l’artista, attraverso tecniche diverse o momenti diversi di sensibilità, tenta di coglierne le più significative sfumature.
In questo periodo la giovane artista padovana è interessata dal paesaggio urbano, segnatamente da quello metropolitano di Venezia e di altre città dove si ergono palazzi, grattacieli, chiese e campanili, che emergono dall’orizzontalità del mare o di strade o da un colore indistinto come nuvole di cemento o macchie di colore in un candido vestito; e questo saliscendi di parallelepipedi, di cupole, di pinnacoli e di ponti s’accosta e si sviluppa in un modo quasi impressionistico, avvicinando le forme e suggerendo i volumi, come in una scultura astratta. E la composizione realizzata con terre colorate, solide e grumose, ha lo spessore del bassorilievo, del graffito e della scavatura, denso e appiccicato sulla tela come una pelle ora rugosa e ora distesa.
Le città di Silvia hanno la dimensione del sogno, tra impressionismo ed espressionismo, tra realismo e informale, strane e magiche come possono essere quelle visioni oniriche che ci portano il ricordo o un intimo atto d’amore.
Si può parlare anche di una destrutturazione del paesaggio per una successiva ricomposizione fantastica; questo appartiene alla tecnica della composizione, ma l’intima esigenza squisitamente artistica mi piace scoprirla nella visionarietà sentimentale, nella percezione affettuosa di una bellezza ora fulgida e splendente ora mesta e stanca.
C’è poi un’armonia cromatica di base che rende coerente la cifra stilistica della Scuderi. I colori appartengono con più frequenza allo spettro dei caldi e delle tinte dorate; il paesaggio urbano emerge dalle nebbie e si distende sulla tela come una coltre che si espande oltre i confini di un solo quadro per allungarsi in altri quadri accostati, uno o due, tali da formare un dittico o un trittico, come se si volesse continuare un discorso che non ha confini reali ma solo fittizi e mentali. Composizioni grandi e articolate, narrazioni di uno spazio urbano solo apparentemente statico ma intimamente attraversato da un inquieto dinamismo che suggerisce la caotica vita delle città.
Mi sembra un discorso nuovo e originale questo della Scuderi, un tentativo di creare una sintesi stilistica tra svariate tendenze dell’arte del novecento, riuscendo a dare un po’ di poesia alla prosaica visione dei nostri centri urbani.
Corrado Di Pietro