Accardi Carla - Mostre Galleria Roma Siracusa

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Accardi Carla

GENIUS
Carla Accardi

Composizione (piccolo arciere in bianco).1955


Carla Accardi
Fondo nero con colori n.36, 1954


Carla Accardi
Frammenti, 1955


Carla Accardi
Omaggio al presidente Kennedy, 1964
Carla Accardi

Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. Nel 1944, dopo aver compiuto gli studi a Trapani, consegue la maturità artistica presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 1946 si stabilisce a Roma dove frequenta con Dorazio, Guerrini, Perilli, Attardi, Turcato, Sanfìlippo (che sposa nel 1949) lo studio di Guttuso. In quell'anno partecipa ad un viaggio a Parigi; qui ha l'opportunità di visitare i più importanti musei e le gallerie e di conoscere grandi maestri dell'astrattismo, tra i quali Magnelli e Hartung.
Nel 1947 firma con Attardi, Consagra, Sanfìlippo, Guerrini, Perilli e Turcato il manifesto di «Forma 1 » e con gli stessi comincia ad esporre le sue opere alle mostre di Art Club, partecipando poi all'Esposizione d'Arte Giovane Italiana a Praga, organizzata dal «Fronte Nazionale della Gioventù». In questi anni Carla Accardi riceve i primi riconoscimenti pubblici per il suo lavoro e affronta importanti scelte di vita
. Nel 1948 una sua opera astratta viene accettata alla XXVI Biennale di Venezia e partecipa a Firenze alla mostra «Arte oggi». Nel 1950 espone alcune tempere alla galleria Numero di Firenze e tiene la sua prima personale alla libreria Age d'Or di Roma presentata da Turcato a cui faranno seguito, nel 1951 quella alla libreria Salto di Milano, dove si incontravano gli artisti del Movimento Arte Concreta, e nel 1952 alla galleria II Pincio di Roma e il Cavallino di Venezia, presentata da Alfredo Mezio. Sempre in questi anni è presente alle due rassegne organizzate dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma: «Arte Astratta e Concreta in Italia» nel 1951 e «Arte Astratta in Italia e in Francia» del 1952. La sua opera in questo particolare momento si avvicina alla geometrizzazione cubista e risente dell'impressione ricevuta dall'opera di Magnelli.
Nel 1953 partecipa all'ottavo «Premio Lissone» dedicato alla pittura francese, tedesca e italiana. In questo periodo, la ricerca artistica e pittorica di Carla Accardi subisce una profonda crisi «esistenziale»: l'artista ritrova però in seguito maggiori stimoli creativi che sfoceranno in un'espressione segnica e gestuale già individuata in un primo ciclo di opere in cui, la pittura segnica bianca risalta su un fondo nero. Molto importante è in questi anni l'incontro con Michel Tapié che nel 1955 la invita alla rassegna internazionale «Individualità d'oggi» presso la galleria Spazio di Roma dove esponevano anche Burri, Capogrossi, Fontana e Klein, alla mostra Invidualités d'aujourd'hui, alla Rive Droite di Parigi e «Structures en devenir» alla galleria Stadler sempre a Parigi.
Verso la fine degli anni Cinquanta la sua attività espositiva continua ininterrottamente, Tapié la presenta a tre importanti mostre personali: nel 1957 alla galleria Ariete di Milano, nel 1958 alla Salita di Roma, nel 1959 alla galleria Notizie di Torino.
Partecipa inoltre a numerose mostre collettive, nel 1958 è con Afro, Appel, Burri, Cesar, Chagall, Max Ernst, Tancredi al Pittsburgh International Exhibition; è presente all'«Osaka International Festival», alla mostra «Structures autres - Espace Nou-veaux» a Dusseldorf e alla rassegna «Nuove tendenze dell'arte italiana» alla Rome-New York Foundation di Roma. Nel 1959 espone alcune opere alla mostra «Italian Painting Today» di Tokio, all'esposizione «Painters of Rome» alla New Vision Center di Londra e a «Arte Nuova» alla Associazione Arti Figurative di Torino.
Negli anni Sessanta la pittura di Carla Accardi si arricchisce del colore, in una maggiore ricerca della percezione e della recettività dell'immagine e l'opera si sviluppa inoltre con l'aiuto di un diverso supporto pittorico, il sicofoil, un materiale plastico che sostituisce la tela. Nel 1961 aderisce al gruppo Continuità e intensifica nelle opere l'uso di una vasta gamma di materia cromatica. Continua in questi anni una frenetica attività espositiva: Pierre Restany la presenta nel 1960 in due mostre personali alla galleria Notizie di Torino e alla Salita in Roma, nel 1961 espone alla Palma Gallery di New York e alla New Vision Center con una presentazione di Venturi. Nel 1964 e nel 1988. Nel 1966 espone, per la prima volta, alla galleria Thelen di Essen e all'Ariete di Milano, una Tenda, in cui il colore fluorescente, applicato a fogli trasparenti fluttua nello spazio, così come nella specie dei Rotoli. Nel 1968 tiene una personale alla Marlborough di Roma dove espone quadri e rotoli monocromi in sicofoil, ed espone con Fontana, Colla, Baj, Pomodoro, Capogrossi e Cascella alla mostra «Recent Italian Painting & Sculpture» al Jewish Museum di New York. Nel corso degli anni Settanta, Accardi continua la sua ricerca artistica e pittorica su materiale plastico approfondendo tale ricerca con una serie di istallazioni. In questi anni proprio per un processo di storicizzazione del Movimento astratto la sua opera viene riconosciuta dalla critica nazionale e internazionale come fondamentale nel percorso storico del movimento. Nel 1983 vengono allestite tre importanti mostre anto-logiche: alla Pinacoteca Comunale di Ravenna, al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano e al Convento San Carlo di Erice. Nel 1985, presenta i suoi lavori all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid e poi nel 1988 all'Art Gallery di Ontario. Sempre in questi anni viene invitata a tutte le più importanti esposizioni retrospettive sull'arte di questo secolo: nel 1981 è presente a «Linee della ricerca Artistica in Italia 1960-1980» a Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 1982 a «Avanguardia Transavanguardia» alle Mura Aureliane di Roma e nel 1989, è l'unica donna presente alla mostra «Italian Art in thè 20th Century» alla Royal Academy di Londra. Verso la fine degli anni Ottanta, la pittura di Carla Accardi, ritrova la dimensione del quadro con la serie di pitture su tela Parentesi e Capricci. Nel 1993 è invitata ad esporre al Castello di Rivoli di Torino per la mostra «Un'avventura internazionale. Torino e le arti 1950-1970». Nel 1994 partecipa alla grande esposizione, curata da Germano Celant, «The Italian Metamorphosis 1943-1968» al Salomon Guggenheim di New York.
(FFM)

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