Maranci Rosa
MOSTRE 2011
Oggetto: Personale di pittura
Titolo: AISTESIS
Autore: Rosa Maranci
Presentazione Lucia Arsì
Luogo: Galleria Roma -Piazza San Giuseppe 2
Data: 3/13 dicembre 2011
Inaugurazione: 3 dicembre 2011 ore: 18,30
Orario di Apertura: dal martedì alla domenica
17,00 - 20,30
Organizzazione e
Direzione Artistica:
Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra
galleriaRoma
via Maestranza 110
Siracusa
Sabato 3 dicembre alle ore 18,30 la prof.ssa Lucia Arsì presenta la personale di pittura "AISTESIS" di Rosa Maranci
Capita sì; accade inevitabilmente di sentire la spinta; l’energia preme. La diresti afflato divino, vocatio, ed è sì forte da sobillare ogni cellula. Tale forza, che non s’intende di concetti né ha mire esplorative e cognitive, che però ben partecipa ai sussurri del mondo, acquista forma, si concreziona, diviene oggetto, cosa animata. E’ “il farsi” durante il processo creativo dell’opera, in cui mani mente e cuore interagiscono. E, mentre le mani usano i pennelli i colori le linee con l’indeterminatezza caratteristica dell’artista, fa capolino il mondo spirituale e offre il suo contributo.
La visita di Afrodite (energia-bellezza) impone all’ospite-artista di percepire, emozionarsi; è un invito a sentire la complessità del reale, la con-fusione del creato, ciò che sta sopra e ciò che sta sotto. E’ una visione in trasparenza, un fissare (nell’accezione etimologica del termine), attraverso il velo dell’anima, lungi dalla sterile imitazione, la verità del reale.
Il bello per antonomasia.
E’ capitato a Rosa Maranci.
Quintali di energia, la compassione la sua cifra dominante, la curiositas la sua compagna di viaggio.
Predilige i ritratti, i volti familiari. Perché? Per sentirne la presenza, per riaffermarne la fedeltà. Quei volti però assumono movenze diverse, perché sempre altro è il sentimento, il cui tono é rivelato dai colori accesi e dalle linee decise per dimostrarne la profondità, l’immediatezza, il guazzabuglio interiore. Quanta solitudine dentro di lei! E il viso grigio perla della figlia ha il linguaggio dell’amore, dell’abbandono; così i visi dei nipoti, accesi nei colori, rivelano “la nostalgia del futuro” di una donna che sicuramente avrà tanto da dirci. E i vecchi dediti ai mestieri? E l’amore per il dettaglio? E il mare e i fiori e le suppellettili della casa, il tutto reso con plastica evidenza e con tono elitario e personale?
Vive, Rosa, il suo tempo astorico, abita uno spazio che abbraccia luoghi della memoria e della prossimità.
Non si percepisce, attraverso i dipinti, alcuna istanza metafisica. E’ la mamma terrena, sollecita, che accoglie nel grembo i nati, ella sempre devota.
E’ tutto il suo mondo?
No…la finestra, all’esterno, è imbellettata con il verde spumeggiante dei fiori, le imposte però sono serrate. Rosa non si disvela. O meglio non immediatamente riusciamo a leggere tutti i colori del suo animo. Tuffarsi nell’abisso, cogliere il nulla (che non è nichilismo ma l’a-partire-da), fissare il viaggio nel labirinto della vita, forse è questo il senso della mancanza di visione oltre la finestra? Diamo tempo alla Nostra. Nel frattempo, godiamoci il “bello” della sua esperienza estetica.
Lucia Arsì