De Pisis Filippo
GENIUS
Filippo De Pisis
Pastorale, 1931
Filippo De Pisis
Fiori, 1937
Filippo De Pisis
Baracche nel cortile, 1948
Filippo De Pisis
Vaso di fiori, 1949
Filippo De Pisis
Luigi Filippo Tibertelli, meglio noto con il nome di de Pisis, nasce a Ferrara l'il maggio 1896.
Inizia a disegnare da adolescente, è molto interessato alla letteratura, agli studi di etnologia e alle scienze in genere, e raccoglie minerali, insetti e farfalle. In questi anni inizia anche la sua attività di scrittore; pubblica alcuni articoli sull'arte antica e contemporanea e tiene conferenze di pittura, scultura e ceramica. Nel 1914 de Pisis si iscrive alla Facoltà di Lettere di Bologna, frequenta i ritrovi letterari e artistici, conosce e stringe amicizia con D. Campana, G. Raimondi, G. Cavicchioli, U. Saba, G. Ravegnani, M. Moretti, A. Panzini mentre si interessa alla poesia francese di Baudelaire, Rimbaud e Verlaine.
Nel 1916, a Ferrara, conosce de Chirico e Alberto Savinio che qui svolgevano il loro servizio militare. E questo il momento «metafisico» della pittura di de Pisis, che rimane affascinato all'apparato intellettualistico dell'arte di de Chirico (gli dedica un articolo nella «Gazzetta ferrarese» del 7 ottobre 1916), il quale dalla classicità, dalla realtà e dalPillusorio trae gli spunti per la realizzazione delle sue opere aldilà del tempo. Durante gli incontri con i fratelli de Chirico, de Pisis entra in contatto con l'avanguardia francese, Apollinaire e Jacob, e inizia una corrispondenza con Tristan Tzara che si concluderà nel 1925. Nel 1919, incontra a Milano Marinetti, a Bologna Morandi e Cardarelli e a Roma Comisso che sarà per molto tempo suo amico e collaboratore. Nel 1920, si laurea con una tesi su Giovanni Pascoli e si trasferisce a Roma dove ottiene una cattedra di insegnamento nelle scuole medie. Il suo studio romano come già a Ferrara, si trasforma in una «stanza delle meraviglie» dove conserva innumerevoli oggetti e particolarità, luogo di incontro per artisti, scrittori e poeti. De Pisis, nella capitale, si interessa molto alla pittura del Seicento, visita musei e gallerie, dove può studiare le nature morte e quelle luci soffuse che tanto spesso si ritrovano nelle sue opere. Conosce in questo periodo Barilli, Broglio ed Edward
Gordon Graig. E continua la sua attività di scrittore, la pittura infatti non è ancora al centro dei suoi interessi. Frequenta il salotto di Olga Signorelli, dove conosce molti pittori e poeti russi, nonché il gruppo del secondo futurismo: Pannagi, Prampolini, Evola e Dottori.
Nel 1920 espone per la prima volta alla Galleria d'Arte Bragaglia alcuni disegni e acquarelli. Il 1° novembre del 1924 presenta al Teatro Nazionale di Roma ventiquattro opere recenti e nel 1925 partecipa alla III Biennale romana insieme a de Chirico e a Donghi. Nel mese di marzo parte per stabilirsi a Parigi. Nella capitale francese de Pisis studia con attenzione i maestri del passato, Delacroix, Daumier e soprattutto gli impressionisti grazie alla cui lezione riesce ad approfondire la sua espressività pittorica, maturando però, in un suo linguaggio personalissimo, il segno e la pennellata rapida e veloce. Sono caratteristiche le vedute di Parigi, scorci di strade affollate, piazze e vicoli fissati nella memoria e poi rapidamente sulla tela, non dimenticando nessun particolare, raggiungendo sempre un grande e coinvolgente effetto. De Pisis non rimane isolato, ma entra subito in contatto con gli ambienti culturali parigini; ritrova gli amici de Chirico, Savinio, Palazzeschi e conosce Moreau, Denoyer, Segonzac. Nel 1926 partecipa alla mostra del Novecento italiano al Palazzo della Permanente di Milano. Nell'aprile dello stesso anno de Chirico lo presenta a una personale nella Galene Au Sacre du Printemps. De Pisis espone un'opera alla XV Biennale di Venezia e partecipa alla XCII Esposizione di Belle Arti di Roma.
Nel 1927 conosce a Parigi Italo Svevo, Joyce, Braque, Matisse e Picasso. Nel marzo del 1928 è presente alla mostra «Les artistes italiens des Paris» al Salon de l'Escalier. In questo anno esce la prima monografia a lui dedicata con un testo critico di Waldemar George e con alcuni suoi scritti, e partecipa con un'opera alla XVI Biennale di Venezia, che dedica un'intera sala alla «Scuola di Parigi». Espone alla Biennale del 1930 e del 1931 e alla I Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1933 viene invitato dal mercante Zwemmer a Londra, dove dipìnge alcune tele e visita musei e gallerie. Nello stesso anno, tiene la sua prima personale a Firenze a Palazzo Ferroni. Nel 1934 partecipa alla XIX Biennale di Venezia e fa la sua prima esperienza di scenografo per il teatro La Fenice. Nei primi mesi del 1935, de Pisis è invitato alla II Quadriennale di Roma con una sala personale. Soggiorna poi di nuovo a Londra, dove in maggio tiene una personale organizzata da Zwemmer. Intanto a Parigi si inaugura al Jeu de Paume des Tuileries la mostra «L'Art Italien des XIX e XX siècles» che presenta cinque opere di de Pisis. Nel 1937 accanto a Cristina Berard, Max Jacob e Jean Cocteau partecipa alla mostra «Epoque Metaphisique» alla Rive Gauche. De Pisis lascia definitivamente Parigi nel 1939 per stabilirsi a Milano. Qui si dedica intensamente alla pittura, dipinge soprattutto ritratti e vedute di Milano. Alla fine del 1941, tiene una mostra antologica alla Galleria Cavour di Firenze e una personale alla Barbaroux di Milano. Nel 1942 è invitato alla XXIII Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1944 si trasferisce a Venezia ed espone quindici opere alla mostra organizzata da Palma Bucarelli sull'arte contemporanea alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Nel gennaio del 1947 tiene alla Galleria Palma di Roma, un'antologica con opere dal 1922 al 1947 (sempre in questo anno viene allestita una sua grande mostra a New York). Nel 1948 si reca nuovamente a Parigi ma è costretto a tornare in Italia per la comparsa dei primi sintomi della malattia che lo porterà alla morte. Espone alla Biennale di Venezia nel 1948, 1952 e 1954. Nel 1952 la Galleria il Milione di Milano organizza una sua mostra a Copenagen. Nel 1955, alla VII Quadriennale Nazionale d'Arte Moderna, de Pisis espone otto dipinti nella sezione «Antologia della pittura e scultura italiana dal 1910 al 1930».
Nei suoi ultimi anni trascorre lunghi periodi nella clinica Villa Fiorita di Brugherio, a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Filippo de Pisis muore a Milano, nella casa del fratello Francesco, il 2 aprile 1956.
(FFM)