Martorana Totò - Mostre Galleria Roma Siracusa

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Martorana Totò

MOSTRE 2011
Oggetto: Mostra di fotografia
Titolo: PAESASAGGICAMENTE
Autore: Totò Martorana
Presentazione: Salvatore Zito
Luogo: Galleria Roma -Piazza san Giuseppe 2
Data: 17-27 dicembre 2011
Inaugurazione: 17 dicembre 2011 ore: 18,30
Orario di Apertura: dal martedì alla domenica
17,00 - 20,30
Organizzazione e
Direzione Artistica:
Corrado Brancato
Addetto Stampa: Amedeo Nicotra

galleriaRoma
piazza San Giuseppe 2
Siracusa


PAESAGGICAMENTE


Fotografia come Poesia. Immagini oniriche di luoghi del subconscio dove colori e atmosfere si mescolano nel riflesso del reale reinventato dai versi visivi di Totò Martorana, poeta in fotogrammi.


(Salvatore Zito per Galleria Roma)


Totò Martorana, fotografo per scelta, poeta di fatto.

Ventidue paesaggi, ventidue finestre su luoghi inesistenti se non nel sogno dell’artista che punta il suo obiettivo (coscienza e conoscenza) verso se’ stesso per la messa a punto, o a fuoco, di un progetto di autoanalisi utile, perché no, anche al pubblico che si porrà davanti i ventidue paesaggi interiori.

“Paesaggicamente”, titolo della mostra di Totò Martorana è un neologismo che indica la maniera in cui l’autoanalisi del fotografo è stata condotta. Appunto il metodo della “fotografia di paesaggio”. Un ambito fotografico ampiamente frequentato dai fotografi di tutti i tempi, a partire dagli albori della “camera chiara” del Canaletto (Giovanni Antonio Canal) in un primo e arcaico mescolarsi di tecnica e arte.

Totò Martorana prosegue sulla strada di questa Fotografia-Arte, in una staffetta che viene da lontano nel tempo: egli ne elabora le potenzialità, esce fuori dagli schemi tecnologici per esplorare ciò che ancora c’è da esplorare nell’infinita profondità dell’essere umano, lungo i percorsi della mente, come un viaggiatore che cattura con la fotografia le impressioni visive dei luoghi del subconscio visitati per conservarne il ricordo per sempre. E cos’è questo se non l’eterno meccanismo che muove le mani e le menti degli artisti, di coloro che lasciano oggi il proprio segno per il domani?  

Man Ray diceva - "Dipingo ciò che non può essere fotografato, ciò che proviene dai sogni, dall'immaginazione o da un istinto inconscio". Totò Martorana potrebbe aggiungere ancor più surrealisticamente - “Fotografo ciò che non può essere fotografato, ciò che proviene dai sogni, dall'immaginazione o da un istinto inconscio” . Ma ciò che non può essere fotografato non è altro che uno spettro, un fantasma, forse lo stesso cui allude il saggista dell’arte Roland Barthes che definisce con il termine latino “spectrum” il soggetto che il fotografo immortala. Un  vocabolo che chiaramente allude al mistero insito nell’attimo fotografico. Il tempo che si congela, la realtà certificata, l’unicità dello scatto e la sua irripetibilità. Negli scatti di Martorana, lo spettro è il significante insito nel segno. E’ la chiave di lettura dei luoghi e degli elementi che rinviano ad altro contenuto, soggettivo o evocativo come la poesia. E di poesia si tratta anche se espressa attraverso immagini fotografiche. Immagini che potranno essere anche nostre se solo riuscissimo a individuare il nostro punto di vista, a capire quindi noi stessi un po’ di più.

“A volte fisso immagini, avendo dentro dei versi; altre volte per stupore o meraviglia, altre per rabbia o solo per inquietudine o più semplicemente per allegria. A volte fisso immagini perché sono poco presente in questo presente”. Così Totò Martorana parla a sé stesso e a noi che vogliamo capire.

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