Von Platen Augusto Siracusa 1835
siracusa 1800
Augusto Von Platen, nato Ansbach in Franconia nel 1796, morì a Siracusa, via Amalfitania, locanda del Sole, il 5 Dicembre 1835.
lapide ricordo, via Amalfitania nello stabile dove era la locanda del Sole
è sepolto nel giardino della villa Landolina oggi Museo Archeologico Paolo Orsi
disegno della stele marmorea
Il Monumento funebre:
Il busto di bianco marmo di Carrara è stato disegnato e scolpito da Peter Schöpf [10], secondo le indicazioni fornite da Ludovico di voler rappresentare i grandi della Germania da eroi, con corona d’alloro e vestito antico. L’espressione del volto di Platen è quella di un uomo fiero e cosciente di sè, diversamente dal ritratto ad olio di Karl Prochaska13 [9]. Il piedistallo è stato disegnato e scolpito da Emil Lange da Monaco. Sotto un fregio di acanto si legge: «Dem Dichter August von Platen, geboren in Ansbach 24.Oct.1796. Gestorben in Syrakus 5. Dec.1835» (al poeta August von Platen, nato ad Ansbach 24 ottobre 1796. Morto a Siracusa 5 dicembre 1835). La stele che regge il busto è ornata di un lussureggiante bassorelievo con simboli che richiamano la sua persona: lira inghirlandata da una corona di alloro, flauto di Pan, maschere teatrali, ramo di palma e bastone di Tirso. Segue la dedica: «Errichtet von Freunden und Verehrern 1869» (eretto da amici e ammiratori 1869).
a lui è intitolata la via adiacente alla villa Landolina dov'è la tomba e il monumento
chi era Augusto Von Platen:
Di nobili origini, Platen nasce ad . Ben presto interrompe gli studi militari e giuridici per dedicarsi a tempo pieno alla poesia. Conduce una vita 7. Stele marmorea regale, l’originale tomba di von Platen. Giardino del Museo Nazionale Paolo Orsi - ex villa Landolina, Siracusa (foto Sibylle Kreisel). Corradino, il cui modello era stato realizzato a Villa Malta nel 1836 da Thorvaldsen (deceduto nel 1844), modello che oggi si trova al Thorvaldsensmuseum a Copenhagen.7 Una fonte coeva descrive la statua a lavoro quasi ultimato; dallo studio di Schöpf a Villa Malta il cronista annota: «Il protagonista è in posizione eretta più grande del naturale, la mano sinistra tiene la spada, la destra poggiata sulla cinghia della sottoveste coperta da un mantello. Accanto al piede destro è poggiato un casco di cavaliere; il capo - splendente di giovinezza e di bellezza del figlio di Corrado IV e Elisabetta di Baviera - è cinto della corona imperiale [...] la vitalità di un lontano passato è stata ricreata dal potere magico del pensiero. Il lavoro esecutivo di Schöpf è degno dell’invenzione di Thorwaldsen. La statua sarà destinata a Napoli [...] per essere collocata come Epitaffio nella chiesa di Santa Maria Maria del Carmine dove giacciono le ossa sotterrate di Corradino». 8 Il piedistallo in stile gotico, scrive un altro cronista, «dopo il disegno del professore Voit dell’academia di Monaco sarà ornato con due rilievi che Schöpf sta realizzando in marmo da disegni originali. Nel primo ‘‘l’addio di Corradino al suo compagno in morte Federico von Baden’’, nel secondo mentre ‘‘prende congedo dalla madre Elisabetta’’. Il piedistallo porterà incisa la seguente iscrizione: ‘‘Maximilian Principe ereditario erige questo monumento per nomade e irrequieta fra l’Italia e la Germania, fra l’amore per il Belpaese e il fascino del romanticismo tedesco. Le sue metriche raccolgono liriche d’amore e affrontano tematiche storiche e politiche (sui movimenti per la libertà dei popoli, in particolare); scrive ballate storiche, un epos Die Abbassiden (Gli Abbasidi). La sua opera più conosciuta è la citata Das Grab am 6. Maschera funebre del barone Landolina (foto Sibylle Kreisel). 59 INCONTRI - ANNO VI N. 23 APR-GIU 2018 Busento. Protetto da Ludovico di Baviera, riceve un vitalizio dal re; il poeta ricambia dedicandogli una poesia.10 Nel 1828 diventa socio della Bayerische Akademie der Wissenschaften. È vero che Goethe ed Heine disdegnarono il suo stile tardo romantico, ma per i suoi ammiratori Platen è visto come un «tulipano nel giardino tedesco dei poeti». 11 Nel 1835 il poeta volta le spalle alla Germania e decide di vivere in Italia dopo un reciproco velenoso scambio di battute con Heine, tacciato da Platen di “ebreo convertito” e a sua volta bollato di omosessualità. Si stabilisce a Napoli, ma per paura di una infezione colerica s’imbarca per Palermo e, da lì, si dirige a Siracusa via terra, dove giunge stremato, amichevolmente accolto dal marchese Landolina [6], noto ai viaggiatori del Grand Tour per la sua prodiga ospitalità e la profonda cultura. L’anziano marchese gli procura un alloggio a Ortigia, ma i giorni di Platen sono già contati. Viene colpito da febbre tifoidea per la quale non esistevano cure mediche. Muore il 5 dicembre dello stesso anno. Landolina organizza un funerale adeguato e lo fa seppellire in un ingrottato all’interno del parco della sua villa, allora adibito a cimitero protestante. L’anno appresso gli rende onore con un epitaffio che riporta lo stemma di famiglia e un’iscrizione all’ «Horazio di Germania» [7]. Nel 1849 Ludovico di Baviera gli rende onore con un busto marmoreo dello scultore v. Johann Helbig, collocato nella ‘‘Ruhmeshalle’’ (Pantheon) a Monaco. Nel 1858 lo stesso re dona ad Ansbach un monumento, realizzato sempre da Helbig nello stile di quello eseguito per Schiller a Stoccarda da Thorvaldsen.12 Trascorrono diversi anni e la tomba finisce nel degrado. A Monaco, dove era giunta notizia da parte di alcuni viaggiatori, si costituisce un comitato fra gli amici di gioventù. Il chimico Justus von Liebig è fra i più impegnati e raccoglie i fondi per ordinare una stele marmorea poggiata sopra un alto piedistallo, su cui collocare il busto scolpito da Schöpf nel 1846. Il 2 maggio 8. Colonna marmorea con busto di pietra di von Platen. Giardino del Museo Nazionale Paolo Orsi - ex villa Landolina, Siracusa (foto Sibylle Kreisel). 9. Karl Prochaska, Ritratto August Graf von Platen. Fondazione Max Graf von Platen 1912. Markgrafenmuseum Ansbach (foto di Sibylle Kreisel).Orsi - ex villa Landolina, Siracusa (foto Sibylle Kreisel). 60 INCONTRI - ANNO VI N. 23 APR-GIU 2018 1865 le ossa di Platen vengono esumate dalla grotta e sepolte vicino all’epitaffio. Nel 1869 ha luogo una solenne cerimonia con discorsi inaugurali in italiano e in tedesco e l’esecuzione degli inni nazionali. Da allora molti suoi ammiratori hanno visitato il monumento e ‘‘cantato’’ la sua tomba in forma poetica. Nel centesimo anniversario della sua scomparsa, anche il regime fascista lo ha commemorato con una cerimonia pomposa. Poi cala il silenzio sulla tomba. Durante il nazismo Platen viene considerato un poeta scomodo e le sue opere scompaiono dai testi scolastici. Nel 2012 la tomba rivive nuovamente in seguito a un provvido restauro che vede riunito un gruppo di cittadini di Ansbach. Con i fondi raccolti è stato dato incarico ad Annalisa Storaci di riportare il monumento all’antico splendore, mentre il Museo Archeologico ha collocato pannelli didattici per i visitatori. Monumento funebre [8] Il busto di bianco marmo di Carrara è stato disegnato e scolpito da Peter Schöpf [10], secondo le indicazioni fornite da Ludovico di voler rappresentare i grandi della Germania da eroi, con corona d’alloro e vestito antico. L’espressione del volto di Platen è quella di un uomo fiero e cosciente di sè, diversamente dal ritratto ad olio di Karl Prochaska13 [9]. Il piedistallo è stato disegnato e scolpito da Emil Lange da Monaco. Sotto un fregio di acanto si legge: «Dem Dichter August von Platen, geboren in Ansbach 24.Oct.1796. Gestorben in Syrakus 5. Dec.1835» (al poeta August von Platen, nato ad Ansbach 24 ottobre 1796. Morto a Siracusa 5 dicembre 1835). La stele che regge il busto è ornata di un lussureggiante bassorelievo con simboli che richiamano la sua persona: lira inghirlandata da una corona di alloro, flauto di Pan, maschere teatrali, ramo di palma e bastone di Tirso. Segue la dedica: «Errichtet von Freunden und Verehrern 1869» (eretto da amici e ammiratori 1869).