Gargallo Siracusa caduti
Allievi del Liceo Gargallo Caduti in Guerra
Tratto dal testo di Corrado Piccione
Il 23-1-1993 l'Istituto Nautico indisse un convegno per ricordare la figura dell'eroe siracusano Gaetano Arezzo della Targia al quale e intestato. Alcuni brani del discorso celebrativo.
Si ridestano dalla cenere di un lungo oblio i valori nazionali, il senso della Patria, l'esaltazione della grandezza morale del sacrificio per un dovere di lealtà e di fedeltà.
È il primo segno di una ancora lontana rinascita della coscienza civile italiana in una prospettiva di modernità che si sostanzia delle più nobili tradizioni di cultura, di civiltà, di primato dell'essenziale sull'effimero e sull'irreale.
L'Italia potrà rinascere nella ininterrotta continuità della sua storia — nessuno momento deve essere trascurato, nessuna pagina deve essere dimenticata.
Di già in ambiti culturali di sicura valenza scientifica è aperto il problema complesso e difficile delle vere origini della seconda guerra mondiale e pur con linee interpretative molteplici e contrastanti si riqualifica la tragica partecipazione italiana nelle sue espressioni più significative: il valore eroico del soldato italiano, che conobbe spesso la sfortuna e la sconfitta, mai il disonore e la viltà.
Ogni città italiana ricorda i suoi caduti.
Siracusa, avamposto di italianità nel Mediterraneo, ricorda nel 50° anniver¬sario il sacrificio di un concittadino il tenente di vascello Gaetano Arezzo della Targia. Nel dicembre del 1942 al comando di un sommergibile nel Mediterraneo, circondato in emersione da preponderanti forze navali avversarie rifiutò di arrendersi e di consegnare la nave al nemico e innalzando il Tricolore si impegnò con esemplare coraggio e eccezionale sprezzo del pericolo in un impari disperato combattimento, suscitando l'ammirato stupore dei comandanti inglesi. Fu falciato dalla mitraglia delle navi nemiche ma in quella tragica vicenda salvò l'onore della Bandiera e della Marina Italiana.
Il Comune di Siracusa volle intestare a lui l'Istituto Nautico.
Con lui allievo del Liceo Gargallo è doveroso ricordare gli altri allievi del
Gargallo che negli anni tormentosi della seconda guerra mondiale andarono incontro ad un destino di morte e di gloria. È doveroso ricordarli tutti e chiamarli per nome in questo momento nel quale i superstiti di una generazione duramente provata vivono intensamente le vibrazioni di una comunione spirituale con i compagni di scuola scomparsi per avvertire idealmente insieme gli antichi ideali e le perenni certezze. Ad ogni nome corrisponde un volto indelebilmente inciso nella nostra memoria, nel nostro commosso ricordo.
Giuseppe De Benedictis caduto nel 1941 sul fronte albanese;
Francesco Valvo caduto nel 1940 a Tobruk;
Ennio Bianca scomparso nel 1943 nelle isole dell'Egeo;
Vincenzo Iannello caduto nel 1941 in Africa Orientale;
Danilo Lucchesi caduto nel 1941 nel Mediterraneo;
Michele Zammit caduto nel 1941 in Marmarica;
Ercole Rotondo caduto nel 1941 in Africa Orientale;
Gaetano Rizza scomparso nel 1943 nel Mediterraneo;
Santino Pisano Campailla caduto nel 1942 in Russia;
Mario Rovella caduto nel 1943-
Ricordiamo anche la studentessa Aurelia Catalano che morì nel 1941 durante un bombardamento aereo sulla stazione centrale di Siracusa.
Li ricordiamo tutti con affetto.
Ricordiamo con commozione il loro entusiasmo giovanile, lo spirito goliar¬dico con il quale partirono senza più fare ritorno. Fu ad essi risparmiata la infinita amarezza di vedere dopo tanti innumerevoli sacrifici la nostra Patria umiliata e sconfitta.
Ma con il trascorrere del tempo le emozioni ed i ricordi si compongono nell'equilibrio intellettuale del giudizio lento e silenzioso della storia che è il fondamentale del giudizio morale.
Dopo cinquant'anni dall'eroico sacrificio di Gaetano Arezzo della Targia, degli allievi del Gargallo e di tutti i cittadini che caddero per l'Italia la riflessione critica ha fatto maturare il convincimento che — pur nelle condizioni di assoluta, incredibile inferiorità di mezzi e di strutture nelle quali la nostra Patria fu impegnata in una contesa mortale — quel sacrifìcio non fu inutile, non potrà mai essere ritenuto inutile perché fu e rimane una testimonianza luminosa di adempi¬mento fino all'estremo del dovere civile di servire la Patria, mai identificandola con transitori regimi politici che la governano, perché è sempre degno dell'uomo onorato e libero morire per la Patria, quando è in gioco il suo destino.
La Patria unita e libera di tutti gli italiani