bagnature Siracusa - Siracusa memorie ricordi

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bagnature Siracusa

balneazione Siracusa

BAGNI ARETUSA
La concessione per l'occupazione di circa 360 mq di area marittima sotto il bastione Fontana (esattamente dove in atto sono i 7 scogli) per una durata di sei anni, fu rilasciata alla Signora Rosina Rovellini "nata Pisacane" nel1908



Il primo vero stabilimento balneare venne realizzato a ridosso della banchina della passeggiata a mare, comunemente detta Marina, intorno al 1920


I LIDI AL TEMPO DELLE BAGNATURE
a cura di Carlo G. Arribas
testi di Iosina Fatuzzo Pappalardo Italo Formosa - Salvatore Maiorca Otto Razzi - Oreste Reale
tratto dalla rivista "I SIRACUSANI" anno II n.8 Luglio-Agosto 1997

documentazione pdf

Le balneazioni, o come si costumava dire un tempo, le bagnature pubbliche, entrano nell'uso siracusano solo dopo l'Unità d'Italia, quando vennero abbattute le fortificazioni borboniche che cingevano e soffocavano Ortigia.




Il primo vero stabilimento balneare venne realizzato a ridosso della banchina della passeggiata a mare, comunemente detta Marina, intorno al 1920, ma già prima la gente balneava nella riviera Dionisio, allora chiamata "via Arsenale".






La vera esplosione della moda dei lidi si ebbe negli anni Trenta quando a Siracusa sorsero due stabilimenti balneari di una certa importanza: uno il Nettuno, in Ortigia, e l'altro, il Sacramento, dentro il porto grande nella spiaggia, vicino all'antica fabbrica di ceramiche, lungo la strada che conduce all’Isola. In verità esisteva negli anni '30 un altro stabilimento balneare nella zona Armenia ma questo era piuttosto un club d'élite riservato ai soli soci, dove si praticava il selvaggio "tiro al piccione".
Il Sacramento era frequentato dal ceto medio e dai villeggianti. Tutto su palafitte, era realizzato in tavolame, con ampio atrio dove stazionavano i "gagà" locali, come i fratelli "Mulinciana", eleganti, in completo di lino bianco, con l'immancabile foulard blu a pois. Con corse regolari i vaporetti, "Casalini", "Rossoni" e "Stella" facevano la spola dalla Marina al Sacramento. Il proletariato, sempre negli anni '30, faceva i bagni alla Plaja, la spiaggia tra l'oleificio della "Spero" e la foce del fiume Anapo. Lì non c'erano baracche e s'usava approntare attendamenti mettendo fra le aste del carretto un lenzuolo o una coperta per ripararsi dal sole. Per svestirsi e rivestirsi le donne si proteggevano da sguardi indiscreti con ampi teli.
Ma chi non aveva troppo tempo o chi non aveva l'abitudine alle ferie, amava frequentare il Nettuno. Sorgeva sugli scogli sotto il muraglione del Belvedere S. Giacomo.
Le vicende belliche del 1940-45, causarono la sospensione di questa piacevole attività e solo dopo la guerra furono ricostruiti i lidi. Il Nettuno nella sua sede di prima, mentre il Sacramento si spostò un pò più verso la Maddalena lungo la stessa spiaggia sud del porto grande, e si chiamò Lido Azzurro.
La motorizzazione favorì il gusto delle sortite fuori città e i siracusani scoprirono altre due spiagge con i rispettivi stabilimenti balneari: una, quella di Fondaco Nuovo, in territorio di Melilli, e l'altra di Arenella. Il primo durò poco meno di un decennio per via dell'inquinamento causato dalle industrie chimiche; l'altro, quello dell 'Arenella andò, giorno dopo giorno, sempre migliorando fino ad essere oggi uno dei migliori stabilimenti balneari della Sicilia.
VERSO IL LIDO AZZURRO












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