Corrado Piccione - Siracusa memorie ricordi

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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Corrado Piccione

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TRATTO DA "IN CIMA ALLA SPERDUTA" DI ALDO ADORNO documentazione pdf

Corrado Piccione

"I forni": è ¡1 primo frammento di ricordi che gli affiora, quando - incontrato casualmente - gli chiedo notizie dei luoghi preesistenti alla costruzione della scuola.
Dove successivamente fu costruito l'edificio scolastico vi erano grandi e rudimentali forni al piano terra, che rifornivano buona parte degli abitanti di Ortigia. In essi si produceva un pane che era particolarmente apprezzato e la cui fragranza si diffondeva in tutto il rione.
Rammenta che negli anni '20 era sentita a Siracusa l'esigenza di una moderna e funzionale struttura per le scuole elementari, allora suddivise e sparse in vari locali di privati proprietari, presi in locazione dal Comune. Fu scelto quel sito dagli amministratori del tempo.
Ricorda di aver frequentato la prima classe nello stesso anno in cui la scuola fu inaugurata (1929). Rimase a frequentare fino alla classe quarta, e poi fece il cosiddetto "salto" per accedere, anticipando di un anno, al Ginnasio-Liceo. Si noti che allora non esisteva la scuola media.
Fra gli insegnanti spicca nel suo ricordo la maestra Bordieri, figura che definisce "deamicisiana". Aveva il culto dell'ordine e dei suoi doveri, ed un grande spirito materno.
Lo invitava spesso nella sua abitazione in Via Vittorio Veneto ("Mastrarua"), dove andava accompagnato dalla madre.
Venivano accolti in un salottino fine '800 dove faceva bella mostra un triciclo che era stato di un suo bambino perduto in tenera età. La grazia e la sobrietà erano le caratteristiche essenziali di questa insegnante.
Ricorda anche il direttore Descloux e l'ispettore Laurino.
Esuberante e imperioso il primo, sobrio di parole e di gesti il secondo.
È viva nella sua memoria la figura del bidello portiere, un reduce di guerra. Appariva burbero ed aspro nei modi, tuttavia, nei momenti giusti veniva fuori la sua bonarietà.
E il "bidello portiere reduce di guerra parla Corrado Piccione.


Don Mommu

Dopo di lui viene Don Mommu. Il non dimenticato Don Mommu si chiamava Girolamo Stanzione. Non era altissimo, ma ai ragazzi appariva alto e temibile anche per il nodoso bastone che sempre lo accompagnava per via di un difetto alla gamba. Aveva un colorito olivastro. Il suo naso era voluminoso e aquilino. In qualsiasi stagione teneva sempre la "coppola" in testa. Non si può dire che fosse "di modi gentili" ma era comunque attento al suo lavoro.


63- la "Casa del Balilla" in Via Malta


64- Il busto di Felice Cavallotti intorno al 19010



1) Felice Cavallotti (Milano 1842 - Roma 1898)
Uomo politico, scrittore, giornalista, polemista brillante. Seguace di Garibaldi, partecipò giovanissimo alla spedizione dei Mille. Protagonista di memorabili battaglie politiche per la libertà e la democrazia, difensore dei più deboli e degli oppressi, subì per i suoi ideali processi e carcere.
Deputato al Prlamento dal 1873, avversò duramente prima il trasformismo di Agostino De Pretis, poi il conservatorismo repressivo di Francesco Crispi

Tra i tanti piccoli avvenimenti della vita scolastica gli è rimasto impresso un episodio riguardante una esercitazione ginnica tenuta nelle due palestre: un compagno di classe si infortunò e fu condotto in ospedale. Quel fatto fu sentito in maniera drammatica, forse al di la delle sue reali dimensioni. Quando il ragazzo tornò guarito fu una grande festa.
Riaffiora l'incanto di quegli anni. Spesso si entrava a scuola gioiosamente, scherzando e cantando. "Tempi irripetibili scolpiti nella mente". Rammenta che, a partire dalla classe terza, fu prescritta la divisa di "balilla" che era obbligatorio indossare nelle ricorrenze nazionali. La sentiva come "un obbligo che accettava senza entusiasmo".
Racconta come, ordinati in corteo, si andava al Foro Italico dove avevano luogo solenni esercitazioni. Si sfilava davanti a un palco gremito di autorità civili e militari.
Con un pizzico di infantile malizia si notava da parte degli scolari che il già citato direttore, molto ben panciuto e in perfetta divisa fascista, marciava assumendo caratteri di grande marzialità.
Cominciava a serpeggiare, soprattutto tra i più dotati intellettualmente, la tendenza a ironizzare sui sistemi del regime di quel tempo che presentavano anche aspetti di rimarcata comicità.

Per una singolare associazione di pensieri affiora il ricordo di Luigi De Caprio e di sua figlia Teresa che abitavano nel vicino edificio in cui avevano sede i "scoli vecchi".
Luigi De Caprio fu fondatore del Partito Radicale a Siracusa e del giornale "L'ora presente". Amico di Felice Cavallotti', promosse dopo la sua morte iniziative per onorarne la memoria tra cui, nel 1903, l'installazione di un busto in bronzo che venne collocato nello slargo sovrastante la scala che scende al Foro Italico. Successivamente, negli anni del regime, la statua fu divelta. La figlia Teresa De Caprio si distinse nell'attività di crocerossina, e fu insignita di medaglia d'argento al valor militare.


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