graffiti Incisioni pareti Ortigia - Siracusa memorie ricordi

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Ricordando
Vai ai contenuti

graffiti Incisioni pareti Ortigia



Le incisioni sui muri delle città antiche sono i graffiti del passato, segni che raccontano (come le insegne commerciali, l'architettura, le decorazioni, le denominazioni popolari) la vita trascorsa. Ortigia lungo le sue pareti di calcare bianco, non abbattute dai disastrosi terremoti, attraverso i segni incisi racconta se stessa. Città di feste, di processioni, ma anche città di militari, naviganti, marinai.
Croci e prospetti di chiese, vascelli e pesci, persino tracce di murature da realizzare, raccontano il passato nelle sue componenti sociali, nelle sue azioni civile e religiose, nel suo essere piazzaforte sul mare, tra due porti inespugnabili.
Affinchè queste "impronte" degli uomini del passato siano trattate con serietà e rigore, indico come esempio di pregio il graffito dei murifaber della stagione settecentesca inciso con fili e squadre sul muro quattrocentesco di Santa Lucia alla Badia. Qui, nel concitato clima della ricostruzione post sisma 1693, in mancanza di supporti misuratori idonei, fu utilizzata la parete a conci squadrati per delineare cornicioni, gradini, modanature di opere da realizzare. Una pagina viva, un album da disegno rarissimo che ho scoperto, nel corso dei miei studi sul centro storico aretuseo, oltre quarant’anni fa. Quei segni, quella parete vanno protetti e salvaguardati alla pari degli stessi monumenti della adiacente piazza del Duomo.
Paolo Giansiracusa
Ipotesi di Paolo Giansiracusa e Francesco Blanco

Molti anni fa Santi Luigi Agnello incaricò Vincenzo Bongiovanni di esaminare il graffito.
Dal meticoloso esame del graffito inciso sulla parete a destra del portone di ingresso di palazzo del Senato., giunse alla conclusione che il graffito, non rappresentava il prospetto del Duomo, ma una candelora stilizzata in quanto il disegno, in basso poggia su travi sostenuti da stampelle e, sui due lati, sono evidenziati due braccia che sostengono dei lumi, i quali, come nelle processioni serali è era usanza l'accensione.
Ricevuta la relazione, Santi Luigi Agnello, dopo aver riesaminato il graffito inciso, espresse il suo compiacimento congratulandosi per l'acume del geometra Vincenzo Bongiovanni.
Ho personalmente evidenziato, scontornato, vivificato e cercato di leggere il graffito per tentare di capire cosa ha voluto tramandare l'ignoto autore e,convengo con l'amico Vincenzo Bongiovanni, non è il prospetto del Duomo ma probabilmente una Candelora.



Incisioni sulle pareti di Ortigia
Le incisioni murarie dell'Isola di Ortigia, sono la testimonianza tangibile di pescatori e naviganti, di gente comune, del Ubicazione e di chi, percorrendo le rotte del Mediterraneo, ha lasciato nei secoli traccia del suo passaggio a Siracusa.
La documentazione fotografica, accompagnata dalle schede e dai grafici per meglio visionare i graffiti, sono un invito a perdersi tra i vicoli di Ortigia, e l'ennesimo appello a preservare e valorizzare l'isola.
Tra le incisioni è possibile individuare vascelli, navi mercantili o semplici imbarcazioni di pescatori. E ancora simboli religiosi, architetture e altri temi legati al mare. Altre incisioni, difficilmente individuabili poiché si confondono con i segni della pietra, sono delle semplici linee che forse servivano da calen¬dario per conteggiare i giorni di permanenza dei naviganti nella città. E cosi il muro diventa un foglio su cui appuntare lo scorrere del tempo o addirittura un modo per far passare le interminabili ore di vigilanza ai soldati di guardia al Palazzo Vermexio; è il caso dei graffiti che riprendono il Duomo nel suo prospetto barocco.
In merito alle imbarcazioni, notiamo che alcune di esse sono incise ad altezza uomo a fianco delle porte delle abitazioni, proprio come oggi siamo soliti fare con i numeri civici; un chiaro riferimento che in quella casa viveva un pescatore e che quindi li era possibile reperire il pescato. Molte imbarcazioni sono incise in Via Picherali, nella parete della Chiesa di S. Lucia alla Badia. Analizzando la datazione delle pareti, come fa notare il Prof. Paolo Giansiracusa, è molto probabile che le architetture di fronte fossero più basse e questo permetteva una vista diretta sul grande porto. I graffiti che si individuano sono dunque fotografie dell'epoca, frutto del capriccio degli stessi naviganti che approdavano al Siracusa o degli stessi siracusani che vollero lasciare immagini istantanee di imbarcazioni. Una di queste è di certo un vascello, tipico della fine del 1700, individuabile grazie alla poppa troncata dove è possibile notare 4 finestre. Può forse trattarsi del vascello dell'ammiraglio Nelson che, nel 1789, approdò con la sua imponente flotta a Siracusa. Per testimoniare quei giorni, frenetici ed importanti per una città come Siracusa che in quegli anni non era molto vivace, qualcuno volle disegnare il vascello della maestosa flotta britannica. Proprio come noi oggi avremmo scattato una foto per documentare l'evento.
Degne di nota sono le decine di Croci di Malta, testimonianza dell'antico legame tra Siracusa e La Valletta: nell'Isola se ne individuano decine.
La ricerca si è limitata alle pareti esterne delle abitazioni; all'interno delle case e nei cortili vi sono incise prevalentemente date. Notevole anche l'inciso in Via S. Lucia alla Badia dove le maestranze edili hanno lasciato segni della tracciatura di profili architettonici come bene mi ha fatto notare il prof. Giansiracusa.
La pubblicazione è accompagnata da una mappa dell'Isola di Ortigia dove sono indicate le incisioni. Francesco Blanco
incisioni palazzo vermexio Michelangelo Blanco
Torna ai contenuti