Siracusa anni 50
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Anni 50 TRATTO DA "I SIRACUSANI" anno II n. 10 Novembre-Dicembre 1997
Dal censimento del '51 la popolazione attiva risulta appena il 34 per cento di quella residente. E ben il 54 per cento della popolazione attiva e impegnato nell'agricoltura. Ma giä nel '51 comincia la svolta. Fino all inizio degli anni cinquanta le sole industrie siracusane sono il MOLINO-PASTIFICIO CONIGLIARO, la piccola raffineria SPERO, che produce olio solfurato, la fabbrica di conserve alimentari dei F.LLI BORDI, quella di mattortelle dei F.LLI CAPODICASA e poche, pochissime, altre piccole realtä.
La svolta comincia nella rada di Augusta, dove, fra il '49 e il '50, nasce la RA.SI.O.M. (Raffineria Siciliana Oli Minerali). E la prima raffineria, ed anche la prima grande fabbrica a nascere in provincia di Siracusa. Si materializza quel che fino ad allora sembrava un miraggio lontano: l'industria.
A materializzarlo e il petroliere Moratti, che porta ad Augusta vecchi impianti, smontati nel Texas e rimontati qua.
Ma cos'e che attira quaggiü un petroliere del Nord e tutti coloro che seguiranno? Non certo le bellezze dei luoghi ne la storia, ne i monumenti. La baia di Augusta si apre nel bei mezzo del Mediterraneo. E quindi agevole e costa poco l'approvvigionamento di greggio del Medio Oriente. II territorio e ricco di falde idriche. C'e inoltre una grande disponibilitä di manodopera a basso costo, vuoi per la disoccupazione pesan- temente diffusa, vuoi per l'atavico rifugio della manodopera in una agricoltura ancora arcaica, ancorche ricca di prodotti largamente appetiti (agrumi e orticoli soprattutto), vuoi anche per la classificazione di questa provincia nella piü bassa delle gabbie salariali allora vigenti. E ci sono anche le prime agevolazioni fiscali e creditizie. Nascono intanto altri fattori: nel ragusano si scopre il petrolio; nel Paese viene nazionalizzata l'industria elettrica; si diffonde nel Sud l'uso del gas in bombole (nel '51, nasce nel siracusano la LIQUIGAS che imbottiglia gas liquido da petrolio — il GPL — proveniente in gran parte dalla raffi¬neria Rasiom). Un oleodotto porta il petrolio ragusano fino alla Rasiom che moltiplica subito la sua capacitä produttiva.
E sempre nei pressi della Rasiom nasce la cen¬trale TERMOELETTRICA TIEEO che produce il vapore per far girare le sue turbine, bruciando olio combustibile in gran parte di produzione Rasiom. Ma poco dopo la Tifeo passa dalla pro- prietä privata al neonato ENEL. Ed e uno dei pochi casi in Italia di acquisizione di un impianto nuovissimo da parte dell'ente elettriro di Stato. Passano anche all'Enel tutte le vecehie centrali.
I privati escono dal business della elettricitä in Italia e ne escono incassando dalla nazionalizza- zione del settore un bei mucchio di miliardi, che devono essere reinvestiti.
La grande EDISON entra cosi nella chimica. E da Milano cala nel siracusano. Ai fattori che giä hanno fatto nascere Rasiom e Liquigas si aggiun- gono, per stimolare la calata della Edison, la disponibilitä dei capitali provenienti dalla nazio- nalizzazione dell'energia elettrica ma anche la disponibilitä di capitali pubblici, essendo frat- tanto nata la Cassa per il Mezzogiorno e poten- ziandosi anche l incentivazione regionale attra- verso l'Irfis (Istituto regionale per il finanzia- mento dell'industria in Sicilia). C'e di piü. Le vicine miniere del centro della Sicilia possono fornire a basso costo sali potassici e sterri di zolfo, che sono materie prime fondamentali per la chimica.
II quadro della convenienza e quindi completo. La Edison, guidata all'epoca dai Valerio e dai De Biase, contro i quali, dalle colonne de II Mondo, conduce memorabili battaglie Ernesto Rossi, da vita alla SINCAT (Societä Industriale Catanese), che di catanese ha solo il nome. E dalla Silicat nasce il polo petrolchimico di Priolo. Cresce frattanto anche la piccola industria privata. I Pupillo fondano la SACCS (Societä anonima calce e cementi siracusana) e costrui- scono la cementeria di Targia. E per utilizzare direttamente una parte del cemento prodotto fondano, assieme alla famiglia Atanasio, un'altra societä, la SAVAF (Societä Az \incenzo Atanasio e Figli) che produce mattoni ed altri manufatti in cemento. Sempre a Targia gli stessi Pupillo fondano un'altra societä, la SAVAS (Societä Az. Veline Agrumi Siracusa) che costruisce una cartiera. E ancora a Targia nasce un grande stabilimento tipografico, realizzato da una nuova societä, sempre costituita da sira- cusani, la IMAG (Industria Mediterranea Arti Grafiehe).
Intanto sul fronte della grande industria sempre sul litorale di Augusta nasce la cementeria UN1- CEM, del gruppo Agnelli. E giä boom. Ma a far esplodere il boom piü fragoroso e la Sincat^ che s'insedia sul litorale di Priolo, ottenendo l'esproprio, ovviamente oneroso, ma insoddisfa- cente per gli espropriati, di enormi superficie agrumetate. E guerra degli agrumicoltori della zona. Ma non Ii ascolta nessuno. La frenesia dell'industria vive giorni da febbre dell oro. Per la costruzione dei nuovi stabilimenti calano le imprese storiche del Nord: MANTELLI e FER ROBETON nell'edilizia, GRANDIS e FOCHI nella inetalmeccanica, imprese costruttrici di appa- recchiature elettro-strumentali, imprese di auto- trasporti ed altre ancora.
Ha inizio cosi una delle piü massicce correnti di inurbamento di masse bracciantili della storia di questa provincia.
Priolo e ancora frazione di Siracusa. E appena un borgo costituito da due file di case, ai lati dell'unica strada che dalla chiesa dell Angelo Custode porta alla stazione. Ma l'arrivo delle masse operaie dal Nord e bracciantili dall inter- no della provincia fa esplodere un'edilizia frene- tica quanto disordinata. Nascono bar, trattorie, locande. Perfino il parroco s'improvvisa imprenditore e nella canonica apre un punto di ristoro per gli operai.
Si svegliava anche la cittä. Aprivano nuovi negozi, i vecchi si ampliavano e ammodernavano. Nasceva la BANCA POPOLARE DI SIRACUSA che nel giro di una ventina di anni si espanderä in tutta la Sicilia Orientale. Anziehe in bicicletta si girava in Vespa e in Lambretta. Arrivava la Seicento, poi la Ottocentocinquanta. II commer- cio si allargava rapidamente dai beni di prima necessitä alla profumeria e alla bigiotteria, poi anche alla gioielleria.
In profumeria si vendeva ancora la brillantina sfusa: con 50 lire potevi averne una bella boccetta. Ma intanto arrivavano la Brillantina Linetti e la Tricofilina, liquide e solide. E Cesare Polacco, in Carosello reclamizzava il grande errore della sua calvizie.
Per i vicoli di Ortigia il bandezzatore vendeva, ogni settimana, Tipo, Sogno, Grand Hotel e Bolero. Le ragazze dei vicoli si scambiavano le copie per seguire le avventure dei divi dei fumet- ti e per sognare.
Siracusa era ancora Ortigia e la Borgata S. Lucia. Fra Ortigia e la Borgata si andava a piedi o in barca attraverso il Porto Piccolo. Di auto- bus urbani ve ne erano due soltanto. Uno faceva la circonvallazione A, l altro la B, percorrendo il tragitto tra Piazza Archimede, la Borgata e l'Akradina. Poi le due circonvallazioni diventa- rono linee 1 e 2. Si aggiunsero altri due autobus, per Scala Greca e Targia (linee 3 e 4). La cittä cresceva. L'arrivo di tecnici e operai dal Nord, per la costruzione degli impianti della zona industriale, accrebbe il bisogno di case, moltiplicando le esigenze della ricostruzione del dopoguerra. E cominciö la speculazione edilizia anche qui. Qualcuno fece incetta di terreni abbandonati, appena fuori la periferia urbana. Su quei terreni nacquero villette e palazzi. E dopo, in mezzo alle costruzioni giä nate e cre- sciute, si insinuarono le strade, le reti idriche, fognarie e elettriche. Scomparvero le antiche ville di viale Tica e viale Scala Greca. Cominciö l'esodo da Ortigia prima, e poi dalla Borgata. I palazzinari imperversarono anche qui. Cominciarono a nascere i quartieri dormi- torio: attorno al viale Tica, al neonato viale Zecchino e a Scala Greca. Cominciö a nascere il nuovo centro commerciale in corso Gelone. E su quella che era aperta campagna si intrecciö una selva di palazzi, senza che nessuno si curasse di predisporre le opere elementari di smaltimento delle acque piovane.
. il boom!
Attraverso alterne vicende questo boom durerä a lungo, ma non ha in se il seme per rinnovarsi, come testimonieranno gli eventi degli anni suc- cessivi. Dallo sviluppo insperato cominciö la nascita del caos. Ma questo e un altro capitolo.