plemmirio Maddalena
Maddalena Plemmirio
Testi tratti dalla Relazione geologico-ambientale a cura di Roberto Mirisola
Geologo del Comitato scientifico della Sezione WWF di Siracusa
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La Penisola Maddalena-Plemmirio e le numerose aree archeologiche, a partire dagli anni '90, sono sottoposte a vincolo di immodificabilità temporanea con la Legge Regionale 15/'91, poi definitivamente convertito ed esteso con Decreto Assessoriale 6.4.'98 (in G.U.R.S. n° 28 del 30.5.'98), come risulta dal censimento effettuato dalla locale Soprintendenza ai Beni Culturali e nella mappa redatta e acquisita dalla Regione Sicilia del W.W.F. di Siracusa.
Per la storia
Punta della mola, nell’ultima guerra sede di una poderosa piazzaforte militare sulla costa, formata da una serie continua di camminamenti, gallerie, postazio¬ni di mitragliatrici, casematte e bunkers, deve il nome al basamento in cemento armato di uno dei cannoni di difesa facente parte della Batteria Costiera Emanuele Russo, medaglia d'argento al valor militare, comandante del sommergibile Nembo affondato il 17 Ottobre 1916.
Si trova sulla costa della penisola Plemmirio-Maddalena, tra l’imboccatura del porto Grande e il golfetto da noi siracusani chiamato “rutta Pillirina”, soprannome locale di "Pellerina", del Pellegrino, in ricordo dell’eremiismo di San Gregorio Magno nel periodo bizantino, IX sec., e il beato Federico Campisano all'inizio del trecento.
L’intera costa del Plemmirio ondoso, ricordata anche da Virgilio III libro dell’Eneide, pagine 1095 e seguenti, compresa anche la parte interna del porto grande, sin dalle origini è pregna di storia.
Giace della Sicania al golfo avanti
un'isoletta che a Plemmirio ondoso
è posta incontro, e dagli antichi è detta
per nome Ortigia. A quest'isola è fama,
che per vie sotto il mare il greco Alfeo
vien, da Doride intatto, infin d'Arcadia
per bocca d'Aretusa a mescolarsi
con l'onde di Sicilia…
Secondo gli storici, il Plemmirio, conserva tracce di frequentazione umana risalenti al Mesolitico, confermate
dal rinvenimento, sulle balze dei calcari miocenici, in contrada Terrauzza, di una tomba a grotticella contenente uno scheletro con il relativo corredo funebre.
Al periodo neolitico appartiene un importante insediamento costiero, con resti di fori per pali, cocci, selci ed ossidiana, nei pressi della pianura di case Giaracà come quelli di Ognina e Arenella.
Dell’età del bronzo medio, o di thapsos, fine XV-XIII sec. a.C., sono le numerose necropoli ritrovate, nella pianura di contrada Massolivieri e sul rilievo settentrionale della collina del Mondio, in parte ricche di corredi e con riutilizzazioni tombali nella guerra ateniese del 413 a.C.
Sulla sommità della collina del Mondio sono ancora esistenti gli imponenti resti basali di una torre-mausoleo circolare dal diametro di circa 25 metri, forse eretto nel periodo greco classico, IV sec. a.C., in commemorazione dei ca¬duti siracusani nella guerra ateniese, probabilmente ristrutturata su un precedente mausoleo arcaico della tomba di Gelone.
In prossimità della parte estrema di Punta della Mola, risalenti all’epoca greca, vi sono, in gran parte sommerse per l’innalzamento del mare di circa 5 metri, le antiche cave di pietra da dove furono estratti i blocchi e le colonne monolitiche per i numerosi edifici, monumenti e templi di Siracusa, e, sulla costa, i suggestivi resti di syloi-fornaci del periodo ellenistico-romano.
Presso l'imboccatura del Porto Grande rimangono tracce di insediamenti di epoca romana, attestate dalle gallerie e grotte scavale alla ricerca di calcari-marnosi straterellati, utili per malte cementizie, dove, sulle pareti interne, che attestano la lunga frequentazione, sono state ritrovate anche incisioni e pitture settecentesche, attribuibili a prigionieri o pirati.
Di epoca bizantina sono i resti di antiche abitazioni restaurate e su un costone roccioso adiacente alla "Grotta della Pillirina" una chiesetta rupestre dedicata a Santa Maria Maddalena.
Nel quattrocento, nel feudo di Milocca, fu edificata una solida torre di avvistamento dei pirati-corsari Saraceni,
probabilmente distrutta a causa del devastante terremoto del 1963, sulla quale, nel 1697, venne riedificata e abbellita, da Giuseppe e Antonio Montalto, poi pervenuta ai Baroni Corvaja autori del recente restauro.
Dello stesso feudo Milocca apparteneva la tonnara di Terrauzza, oggi ridotta a un cumulo di macerie, dal 1689 proprietà dei frati Minori di San Francesco di Paola, poi del barone Giuseppe Bonanni, il quale, utilizzava le saline per la conservazione del pescato.
Sulla collina del Mondio e nelle vicinanze, svettano sul panorama, circondate da giardini a volte lussureggianti, alcune splendide ville dell'otto-novecento, fra le quali le ville della "Torretta", e quelle di Gaspare Conigliaro, dei Mes¬sina e dei Milazzo - Rizza e Beneventano del Bosco, le quali ultime due probabilmente sviluppate sul nucleo di antiche torri di avvistamento.
Topografia e Geomorfologia
La Penisola della Maddalena o del Plemmirio è generalmente costituita dal nucleo di un esteso promontorio calcareo del Miocene, degradante al¬l'intorno verso il mare, che si eleva sino a poco più di una cinquantina di metri sul pianoro di Contrada Case- vacche (q.60 m. presso Case Nicastro) al margine orientale di una pianura ricoperta da depositi prevalentemen¬te quaternari; contrapposta all'isola di Ortigia, dalla quale dista poco più di 1 Km (Punte Castelluccio-Castello Maniace), costituisce il territorio pro¬teso sul Mare Jonio che limita a me-ridione l'imbocco del Porto Grande di Siracusa, (fig. 1)
Il tratto di mare facente parte della Riserva Marina del Plemmirio.
La Riserva Marina del Plemmirio, istituita nel 2005, è una delle più "giovani" riserve marittme italiane. Essa è ubicata nell'estrema punta orientale della Penisola della Maddalena presso il Capo Murro di Porco (raggiungibile sia dalla S.P. di Contrada Isola, sia dalla S.P. per Fontane Bianche imboccando poi la strada che conduce alla Contrada Terrauzza, in qualsiasi caso conviene seguire la segnaletica con la dicitura "Plemmirio").
Questa riserva che sorge presso la Contrada Plemmirio (nome di origine siceliota forse riconducibile ad un villaggio che sorgeva nei pressi della vicina Terrauzza) comprende una vasta area marittma compresa tra la Punta Castelluccio e la Punta Milocca (poste rispettivamente a nord e a sud nella Penisola della Maddalena) caratterizzata da alte scogliere che, grazie all'azione erosiva delle acque marine e della salsedine, presentano vere e proprie "sculture" naturali. Dal punto di vista archeologico si presenta ricca di rovine sicule e greche (in particolar modo Necropoli a grotticella o di tipo terraneo) ma va anche detto che quest'area fu una zona molto decisiva per la guerra tra Siracusa e Atene, qui i siracusani guidati dal guerriero Gilippo sconfissero gli ateniesi mettendo così fine a questo conflitto che fece di Siracusa la città più importante della Magna Grecia. Vi sono poche rovine medievali, riconducibili all'antica Chiesa di Santa Maria Maddalena, che sorgeva su un costone roccioso adiacente alla "Grotta della Pillirina"
Torniamo a parlare della riserva; essa è suddivisa in tre zone; Zona A (che comprende il cuore della riserva ubicato presso la punta del Capo Murro di Porco); Zona B (comprendente la riva e i fondali marini adiacenti alla Zona A); e infine la Zona C (comprendente i fondali più esterni della Riserva).
La costa rocciosa del Plemmirio.
Oltre a queste splendide scogliere vi sono anche interessanti concrezioni organiche note come "Piattaforme a vermeti" che si sono formate con l'accumulo di conchiglie appartenenti a molluschi vermetidi che si sono assimilate tra loro assumendo aspetto roccioso. Queste piattaforme (diffuse un po' ovunque in tutto il Mediterraneo) sono simili alle barriere coralline dell'Oceano Pacifico. Presso queste scogliere sono presenti piccole "calette" in cui vi sono splendide spiaggette sabbiose da cui possiamo immergerci in uno dei mari più puliti del Mediterraneo.
Il punto più alto della Riserva è senza dubbio il Capo Murro di Porco, che è la punta della Penisola della Maddalena, in cui sorge un faro di segnalazione la cui luce è visibile da tutto il Golfo di Noto. Accanto al Faro vi sono degli edifici ormai abbandonati. Qui la scogliera diventa altissima formando un vero e proprio promontorio a picco sul mare (è consigliabile non sostare sul ciglio della scogliera perchè il rischio di cadere o in acqua o di sbattere sugli scogli riportando gravi lesioni è piuttosto alto).
Questa roccia presenta numerose "marmitte" scavate dalle infiltrazioni d'acqua marina che, per via della pressione ondosa, scavano nella roccia tanti piccoli canali che fanno affiorare l'acqua marina sulla superficie rocciosa (questo effetto è simile allo spruzzo d'acqua dei geyser islandesi).
A sud del Capo Murro di Porco, la costa assume man mano aspetto sabbioso fino ad arrivare in Contrada Terrauzza, dove possiamo ammirare i resti di una Tonnara.
La costa a sud di Capo Murro di Porco (all'orizzonte si possono notare i Monti Ibleo ubicati presso la zona meridionale della Provincia di Siracusa).
Da ammirare anche gli splendidi fondali marini antistanti la costa rocciosa della Riserva Marina del Plemmirio, ricchi di specie vegetali e semianimali (Alghe, Posidonie, Spugne ecc...), minerali (Coralli e Gorgonie) ma soprattutto animali in cui va citata la ricca fauna ittica in cui possiamo ammirare molte specie di pesci multicolori tra cui citiamo i Pesci Pagliaccio, i Pesci Cavalieri, le Bavose, i Gronghi, le Tracine, le Murene, le Salpe, le Sogliole, le Cernie, i Saraghi, gli Scorfani, le Razze, i Tonni, le Ricciole ecc... bisogna dire che possiamo anche ammirare pesci cetacei (che a differenza di quelli comuni sono mammiferi) come il Capodoglio e il Delfino. Per quanto riguarda crostacei e molluschi, va notata la presenza oltre che di Ricci di Mare, Gamberi, Granchi, Aragoste, Calamari, Seppie, Polpi, Lumache di Mare e mitiliformi (Cozze, Vongole, Fasulari, Telline ecc...), anche di molluschi e crostacei non commestibili come l'Anemone di Mare, il Vermecane, la Medusa gigante o "Polmone di Mare", la Vaccarella (questi animali sono molto pericolosi poichè rilasciano una sostanza molto urticante, quindi non devono essere mai toccati), lo Spirografo, la Margherita di Mare, il Polipo (da non confondere con il Polpo), la Stella Marina ecc... Da menzionare anche la consistente presenza di Tartarughe Marine (in via di estinzione).
Nelle foto sottostanti potremo farci un'idea della bellezza dei fondali della Riserva Marina del Plemmirio, in cui vi sono interessantissime grotte marine al cui interno vi sono anche numerosi reperti archeologici (provenienti da relitti e trascinati all'interno di esse dalla corrente marina). Va detto anche che questi fondali sono visitabili tramite un programma di immersioni guidate (vedi più sotto per informazioni più dettagliate) aperta, oltre che a bambini, ragazzi, adulti ed anziani, anche a invalidi mentali, fisici, non udenti e non vedenti.
L'ingresso di una grotta marina, ubicato presso il Capo Murro di Porco.
Le grotte marine principali sono:
• La Grotta delle Corvine;
• Le Grotte del Formaggio;
• Le Grotte del Capo;
• La Secca del Capo;
• Il Muro;
• La Parete delle 3 Ancore;
• Gli Archi;
• Il Costone di Punta Milocca;
• La Grotta di Capo Meli;
• La Grotta del Plemmirio;
• La Lingua del Gigante;
• Tavila;
• La Grotta delle Stalattiti.
L'entroterra della Riserva Marina del Plemmirio possiede caratteristiche simili a quelle delle campagne iblee del siracusano. Tra le numerose piante spontanee, va citata la presenza di numerose Palme Nane (pianta in via di estinzione).
Numerosi esemplari di Palma Nana, che sorgono presso la Riserva Marina del Plemmirio.
Presso l'area protetta del Plemmirio, nella loclità nota come "Punta del Gigante", possiamo ammirare la cosiddetta "Grotta della Pellegrina", Oratorio rupestre in cui, secondo la tradizione popolare locale, vi avrebbe abitato e predicato "Santa Maria Maddalena", presso cui vi è una piccola spiaggia, detta appunto della "Pillirina". Qui vicino vi sono anche numerose masserie e ville nobiliari, appartenenti alle famiglie aristocratiche di Siracusa (in particolare alle famiglie Giaracà, Beneventano del Bosco, Bonanno e così via).
Per quanto riguarda le regole per visitare la Riserva Marina del Plemmirio, oltre a fare attenzione nel visitare la riserva per via delle alte scogliere (come detto poch'anzi), non bisogna;
• inquinare l'ambiente gettando rifiuti o accendendo fuochi;
• pescare o raccogliere crostacei e molluschi senza autorizzazione;
• spaccare le rocce della scogliera per cercare molluschi come datteri di mare o vermi per la pesca;
• non sfiorare mai le specie animali pericolose (Tracine, Scorfani, Gronghi, Meduse, Anemoni di Mare, Murene, Vermicani, Vaccarelle, Ricci di Mare ecc...) quando si effettuano le immersioni;
• tuffarsi in acqua da scogli alti;
• molestare la fauna e la flora locale;
• effettuare immersioni nei fondali senza l'autorizzazione del Consorzio Plemmirio;
• rubare i reperti archeologici sottomarini;
• non lasciare rifiuti organici nella Riserva.
La Riserva Marittma del Plemmirio è aperta in tutti i periodi dell'anno, ma per le escursioni sottomarine e per altri servizi turistici e no, bisogna visitare il sito www.plemmirio.it.