palazzo degli studi
scuole Siracusa
Il palazzo degli Studi venne edificato negli anni 30 del novecento su progetto dell’ufficio tecnico del comune di Siracusa adottato dopo alterne vicende e liti con il progettista vincitore del concorso Francesco Fichera.
Fu problematico predisporre la base per le fondamenta sul fondo sabbioso di quella zona arquitrinosa, “ex palude Sirako”, e, quindi, per assestarli, dovettero utilizzare numerosi e robusti pali di legno come per i palazzi di Venezia.
In realtà Alla
fine del settembre 1931, quasi con un colpo di mano, si approva invece,
senza le solite lungaggini burocratiche, un progetto presentato
all'ultimo momento dall'Ufficio Tecnico di Siracusa, da Attilio Mazzola, ingegnere, dell'Ufficio Tecnico Provinciale di Siracusa, che viene
considerato soddisfacente anche dal Provveditorato alle Opere Pubbliche
di Palermo20. L'architetto Fichera, indignato, presenta una serie di
ricorsi contro il nuovo progetto "spuntato come un fungo"; protesta
anche perché, avendo rinunciato alle 20.000 lire del premio in cambio
della direzione dei lavori, non aveva però ancora ricevuto alcun
compenso.
Sappiamo da Federico Fazio che Attilio Mazzola nacque a Roccapalumba (Palermo) nel 1890. Laureatosi in ingegneria civile a Palermo, Mazzola iniziò l'attività professionale nei primi anni Venti.
Come altri ingegneri dell'epoca s'iscrisse al sindacato professionale nel 1934, così com'era stabilito dal Regime.
Fu a capo dell'Ufficio Tecnico Provinciale di Siracusa, in un momento d'intenso fervore costruttivo. Suo è il progetto del Palazzo degli Studi (sede degli Istituti Rizza e Corbino), inaugurato nel 1935 da Cesare Maria De Vecchi (1884-1959), già ministro dell'Educazione Nazionale. Durante il Ventennio abitò alla Borgata, in piazza Santa Lucia. Morì nel 1972.
per saperne di più: nascita del Liceo Scientifico di Renata Russo Drago
RENATA RUSSO DRAGO
NASCITA DEL LICEO SCIENTIFICO A SIRACUSA
Estratto da Liceo Scientifico "O.M.Corbino" Siracusa Annuario dell'Ottantennio, Siracusa 2004
La riforma della scuola attuata nel 1923 da Giovanni Gentile rivoluzionava il sistema scolastico allora in vigore, privilegiando in particolare il Liceo Classico, considerato la fucina delle nuove classi dirigenti, perché era l'unico istituto che dava accesso a tutte le facoltà universitarie.
Ma la grande novità della riforma era la creazione del Liceo Scientifico dove mancava lo studio del greco, ma dove si insegnavano il latino ed una lingua straniera e si dava maggior peso alle materie scientifiche, in questo ricalcando in un certo senso l'ordinamento della Sezione moderna del Liceo Classico istituita nel 1911 dal ministro Credaro, e poi abolita dallo stesso Gentile1. Il Liceo Scientifico però nasceva da "una costola" dell'Istituto Tecnico, al quale infatti veniva tolta la sezione fisico-matematica a favore della nuova scuola (cosa, questa, già prevista da Salvemini). Entrambi gli istituti erano quadriennali, ma mentre il nuovo Liceo dava la possibilità di accedere alle facoltà scientifiche, l'Istituto Tecnico con le due sezioni di Ragionieri e Geometri, limitava l'iscrizione alle facoltà di Economia e Commercio, Statistica e Agraria.
In seguito a questi cambiamenti, a Siracusa l'Istituto Tecnico "Alessandro Rizza", che era diventato Statale solo nel 1923, dopo un lungo e tormentato iter iniziato già alla fine dell'800, in seguito alla perdita della sezione fisico-matematica a vantaggio dello Scientifico, chiedeva in compenso l'istituzione della sezione di Agrimensura, che però sarà concessa solo nell'anno scolastico 1937-1938. Si può dunque affermare che il grande avvenimento della scuola siracusana legato al varo della riforma gentiliana sia senza dubbio l'istituzione del Liceo Scientifico. La nuova creatura sorge, con insolita rapidità, con il R. Decreto 9 settembre 1923, dopo che la richiesta era stata avanzata da Siracusa solo nel luglio di quello stesso anno, dal R. Commissario del Comune, "a nome suo e dei notabili... sicuri interpreti dei desideri e dei bisogni della gioventù studiosa della provincia ... coscienti di dover tutelare gli interessi collettivi e primi fra tutti quelli culturali ...per integrare l'Istituto Tecnico e approfondire la cultura scientifica dei giovani della provincia". Si faceva anche notare che tutte le province dell'isola avevano già avanzato analoga domanda (ma a Modica, benché la città fosse un antico, rinomato centro di studi, non fu concessa l'istituzione); il Comune di Siracusa s'impegnava, oltre che a pagare un contributo annuo di L. 4.000, a fornire i locali, il personale di servizio, l'arredamento, l'illuminazione, il materiale didattico e scolastico2.
In principio il neonato istituto non trova altro alloggio che l'ex convento di San Francesco di Paola, in quella che allora era chiamata via Imera, dove si trovavano anche alcune aule delle elementari, per la penuria di locali.
Da questo momento si snoda una lunghissima vicenda, che, iniziata nel 1923 termina solo nel 1935, con l'insediamento definitivo nell'edificio pomposamente chiamato "Palazzo degli Studi"3, dove veniva allogato anche l'Istituto Tecnico "A. Rizza", che fino allora aveva avuto sede nei locali del Seminario, presi in affitto dal Vescovo, in via Minerva (la "Parasanghea" de II Garofano Rosso di Elio Vittorini). Per il momento, comunque, essendo gli alunni ancora molto pochi alla nuova scuola vennero assegnate solo due aule, giudicate inadatte perché "buie ed umide, nell'ex Scuola Tecnica, ora divenuta per effetto della riforma Complementare, dove gli iscritti, dopo questa malvista trasformazione, erano molto diminuiti. Approvata all'unanimità la proposta fatta nel febbraio 1924 dal preside incaricato, prof. Leggio, di intitolare il Liceo Scientifico a Orso Mario Corbino ministro dell'Economia e "scienziato illustre", nativo di Augusta, la cerimonia dell'inaugurazione e del battesimo della bandiera avviene con grande solennità nel ridotto del Teatro Comunale. In quell'occasione si illustrano i principi della riforma e al termine si decide di inviare un telegramma a Gentile in cui si afferma che tutto il personale della scuola è orgoglioso di appartenere ad un Istituto che era stato da lui "concepito ed attuato"4.
In un primo tempo gli alunni non sono affatto numerosi, ma il nuovo preside, prof. Zodda, ne attribuisce la causa all'abolizione dei corsi integrativi e al fatto che "i Licei Scientifici sono alberi senza radici", non avendo il corso inferiore proprio. In effetti la frequenza cresce molto lentamente: mentre gli alunni dell'Istituto Tecnico nel 1930 sono 305, quelli dello Scientifico all'inizio sono solo 765, mentre nel 1937 la popolazione scolastica aumenta, così che è necessaria una seconda sezione, perché sono in aumento pure in questa scuola le iscrizioni femminili, anche se a quel tempo era deprecata "l'invasione femminile nelle scuole medie" e considerate "balorde" le teorie secondo cui "le donne sarebbero dotate di attitudini uguali a quelle dell'uomo"6. Giunto a Siracusa da Napoli nel 1925, il preside Zodda moltiplica le insistenze e le richieste di nuovi locali; si pensa allora, chiedendone la cessione al municipio, di edificare una sede nell'ex monastero di S. Benedetto, i cui locali però risultano non solo insufficienti, ma anche pericolanti. La mancanza di locali scolastici e la lentezza nei lavori a Siracusa si erano già fatte sentire in epoca prefascista: ne è un esempio l'edificio delle scuole elementari di via dei Gracchi, iniziato nel 1916 ed ultimato solo nel 19297.
Dopo l'abbattimento delle fortificazioni, alla fine dell'Ottocento, si era progettata l'espansione cittadina nell'ex piazza d'Armi, divenuta una grande area edificabile. Qui avrebbe dovuto sorgere già nel 1909 un "Palazzo dell'Istituto Tecnico" secondo il piano regolatore proposto da Luigi Mauceri8. Si era pensato anche alla trasformazione del vecchio Ospedale, al posto del quale se ne sarebbe dovuto costruire un altro, per adibirlo a sede scolastica, ma tale soluzione fu scartata, perché sarebbe occorso troppo tempo. Fu accantonata anche l'idea di far sorgere il nuovo edificio per l'Istituto e il Liceo Scientifico in via del Littorio, perché, essendo questa la "principale arteria della città" (nata dalla demolizione di vecchi quartieri, che il compianto prof. Giusto Monaco, indimenticabile presidente del "Dramma Antico", chiamava per questo "via del Rottorio"), sarebbe stata rumorosa e quindi non adatta, senza contare l'ingente spesa che si sarebbe dovuta affrontare per espropriare e demolire case "anche di tre e quattro piani"9. Dopo "accuratissime ricerche", l'Ufficio Tecnico giudica come più adatta l'area in prossimità dell'edificio carcerario tra il Lungomare - allora via Gelone - e via delle Grazie, zona che avrebbe dovuto trasformarsi in un elegante viale alberato, destinato a costituire "la passeggiata di levante"10. Si erano perciò fatti diversi sopral¬luoghi per procedere ad eventuali espropri di quelle che venivano definite "casupole infette", sollevando le immediate, fiere proteste dei piccoli proprietari e degli affittuari, in genere marinai e pescatori, che spesso tenevano nelle abitazioni gli attrezzi necessari al loro mestiere. Da parte degli abitanti si contestava anche l'affermazione che la zona fosse un "focolaio d'infezione", anzi si sosteneva che in quelle "case linde e pulite ... trovasi annidato il fiore della gioventù siracusana ... mostrando all'occhio dello studioso la continuazione perfetta della razza che un tempo si chiamava "ellenica"11.
Nel 1929 l'Amministrazione Provinciale di Siracusa aveva bandito un concorso per la costruzione di un edificio destinato a sede dell'Istituto Tecnico e dello Scientifico fra gli architetti e gli ingegneri nati in Sicilia, iscritti ai sindacati fascisti, con in palio un premio di L. 20.000 per il vincitore12. L'area indicata era appunto quella "tra l'edificio delle carceri e la casa Vinci in via Gelone, estendendosi in direzione NE-SO nell'attuale quartiere urbano che dovrà essere demolito". Il vincitore risultò l'architetto Francesco Fichera di Catania, docente in quell'ateneo, che per Siracusa aveva già progettato il nuovo Palazzo delle Poste e Telegrafi, di cui era stato scritto che si era immesso "nel clima classico il concepimento moderno"13. In realtà il primo premio non era stato assegnato a nessuno dei quattro concorrenti, perché tutti i progetti superavano la spesa di quattro milioni prevista dal bando, ma si decise di affidare la costruzione dell'edificio al Fichera, secondo classificato, che in cambio della direzione dei lavori avrebbe rinunciato alle ventimila lire del premio. Il giudizio della giuria sul progetto Fichera era lusinghiero: "il progettista ha disposto il fabbricato rettificando con geniale accorgimento la irregolarità della figura geometrica dell'area... la evidente ispirazione di un'arte ellenica sentita da uno spirito moderno che si riallaccia alle tradizioni ambientali lo mette in condizione di superiorità rispetto agli altri concorrenti"14. Tuttavia, anche per le difficoltà incontrate nell'esproprio della zona del carcere, ci si orienta verso l'ex piazza d'Armi, già proposta allo stesso scopo in epoche diverse - l'ultima nel 1921 - "nell'area compresa tra via Diaz a nord e via Arsenale a sud", di proprietà in piccola parte della Provincia e per l'estensione maggiore della Camera Agrumaria, che la cede a L. 75 al mq.15. Benché il progetto originario del Fichera per la zona del carcere fosse particolarmente lodato dall'architetto Piacentini, il rappresentante più noto del gusto fascista per quelli che G. Procacci definisce edifici "monumentali e archeologici", il quale nella rivista "Architettura e Arti Decorative" dell'aprile 1930 aveva affermato che in quell'edificio "l'architettura era diventata poesia", l'acquisto della nuova area imponeva un altro progetto, approntato sempre dal Fichera nel gennaio 193116. Ma dopo pochi mesi la Giunta Regionale per l'Istruzione Media del R. Provveditore agli Studi della Sicilia dava parere negativo per quanto riguardava "le esigenze didattiche e disciplinari". Si rimproverava infatti al Fichera di non aver attuato "la necessaria separazione tra l'Istituto Tecnico e il Liceo Scientifico", che, se pur avevano ingressi separati, avevano poi tutto il resto in comune; si rilevava anche la mancanza di aule, perché non si era "per nulla curata la utilizzazione dell'area disponibile", e si concludeva che, malgrado il progetto dimostrasse "competenza artistica", non rispondeva ai bisogni dell'insegnamento. Non ultima critica, poi, i costi troppo elevati17. L'architetto Fichera, pur protestando, si impegnava allora a presentare in soli due mesi, cioè in settembre, il disegno di un nuovo edificio "nudo, massiccio, solenne, senza pilastri, riquadri, lesene, stilobate, cornicione, decorazioni superflue"18. Per rimanere entro il limite dei costi, propone l'eliminazione del terzo piano, ma neppure questa volta la Giunta da parere favorevole: anche l'O.N.B. di Siracusa fa sapere che la palestra non ha le dimensioni richieste19.
Alla fine del settembre 1931, quasi con un colpo di mano, si approva invece, senza le solite lungaggini burocratiche, un progetto presentato all'ultimo momento dall'Ufficio Tecnico di Siracusa, che viene considerato soddisfacente anche dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Palermo20. L'architetto Fichera, indignato, presenta una serie di ricorsi contro il nuovo progetto "spuntato come un fungo"; protesta anche perché, avendo rinunciato alle 20.000 lire del premio in cambio della direzione dei lavori, non aveva però ancora ricevuto alcun compenso21.
Ma le vicende del "Palazzo degli Studi" non erano ancora finite: si appura che per le fondamenta, essendosi trovato un banco di arenaria, era necessaria una spesa maggiore del previsto, e mentre da un lato si fanno pressioni perché i lavori abbiano un ritmo più veloce "per alleviare la disoccupazione", dall'altro la ditta Capodicasa, che aveva ottenuto l'appalto della costruzione, aggiudicandoselo su 22 concorrenti all'asta pubblica nel dicembre 193122, protesta per le difficoltà derivate dalle continue variazioni e incertezze circa la quantità dei piani, la qualità dei marmi e delle tegole, ecc. Nel giugno 1935, essendo stata chiesta una proroga di 12 mesi dal costruttore, l'Amministrazione Provinciale dichiara sciolto il contratto "per insufficienza e lentezza" nei lavori, ma la ditta Capodicasa, dopo aver minacciato di adire le vie legali per i danni materiali e morali per risoluzione unilaterale di contratto, riottiene l'appalto per ultimare l'edificio23.
Altri problemi vi erano stati a causa del preside Zodda, che aveva sostituito il facente funzione Leggio nel 1925-26; in seguito a ripicche e contrasti con l'Amministrazione Provinciale, che lo definisce "intemperante e aggressivo", il preside viene trasferito d'ufficio a Bari nel luglio del 193024, benché proclami di aver reso il "Corbino" "il primo fra i primi Licei Scientifici d'Italia" e si vanti che tutti gli alunni siano iscritti alle organizzazioni giovanili fasciste. Egli a sua volta accusa di antifascismo quei burocrati che non comprendono che "questa scuola, creata dal fascismo, non si può mantenere in modo miserevole"25.
Il proseguimento e lo sviluppo del Liceo Scientifico "Corbino", a lungo unico istituto del genere a Siracusa, mi pare sia continuato negli anni nel migliore dei modi, superando molte difficoltà e le distruzioni e i vandalismi operati durante la guerra. La manifestazione attuale, voluta dal preside Papa e che celebra l'ottantesimo anniversario della sua istituzione, ne è la riprova più evidente.
Archivio Centrale dello Stato. Fonti per la storia della scuola. III 1995: L'istruzione classica, a cura di 6. Bonetta e G. Fioravanti, p. 76.
2Archivio di Stato di Siracusa (a.s.s.). Prefettura, busta 2638. Delibera d'urgenza, 4 settembre 1923. 3G. Broggi, Siracusa nel cammino di un secolo dal 1837 al 1937, Siracusa 1937, p. 33. 4Annuario del Liceo Scientifico "Corbino", 1923-24 e 1924-25, Siracusa 1926. Annuario del Liceo Scientifico "Corbino", 1927-1928.
6A.S.S. Prefettura, busta 3440, Siracusa 17 ottobre 1937; busta 381, Siracusa 27 gennaio 1936. Questa frase, pronunciata alla Camera nel 1926, è riportata da M. Barbagli, Disoccupazione intellettuale e sistema scolastico, Bologna 1974, p. 236. 7A.S.S., Prefettura, busta 2639, Siracusa 16 giugno 1927.
8"ll Tamburo", Siracusa 25 novembre 1886. L. Mauceri, Proposte intorno allo studio di un piano
regolatore per l'ampliamento della città, in "Aretusa", 12 dicembre 1909.
9A.S.S., Prefettura, busta 3895, Siracusa 26 agosto 1929.
10A.S.S., Prefettura, busta 2639, Siracusa 14 settembre 1927.
11A.S.S., Prefettura, busta 3895, Siracusa 27 giugno 1930.
12A.S.S., Prefettura, busta 3895, Bando di concorso per la costruzione in Siracusa di un edificio scolastico per il R. Istituto Tecnico e il R. Liceo Scientifico, Siracusa 1929.
13Associazione Artistica per i cultori di Architettura: "Architettura e Arti decorative, Rivista d'Arte e di
Storia", organo del Sindacato Nazionale Architetti, Milano Roma 10 giugno 1930, p.444.
14A.S.S., Prefettura, busta 3895, Verbale della relazione della Giuria, Siracusa 14 maggio 1930; busta
3896, Rinuncia dell'architetto Fichera, 14 novembre 1930.
15A.S.S., Prefettura, busta 3895, Siracusa 18 settembre 1930 e 3 marzo 1931.
16A.S.S., Prefettura, busta 3895; delibera della Provincia di Siracusa, 23 gennaio 1931.
17A.S.S., Prefettura, busta 3896, Siracusa 16 giugno 1931.
18A.S.S., Prefettura, busta 3896, Catania 21 luglio 1931.
19A.S.S., Prefettura, busta 3896, Siracusa 30 settembre 1931.
20A.S.S., Prefettura, busta 3896, Palermo 12 settembre 1931, Siracusa 7 novembre 1931.
21A.S.S., Prefettura, busta 3896, Roma 19 dicembre 1931.
22A.S.S., Prefettura, busta 3895, Siracusa 31 dicembre 1931.
23A.S.S., Prefettura, busta 3896,11 giugno 1935; busta 3444, 28 agosto 1935.
24A.S.S., Prefettura, busta 3444, Roma 31 luglio 1930.
25A.S.S., Prefettura, busta 3444, Siracusa 11 aprile 1930.