1952 aereo Spicuglia Sebastiano - Siracusa, memoria, ricordi, accadimenti, eventi, storia, socialità

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
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1952 aereo Spicuglia Sebastiano

Siracusa anni 50

Tratto da "I SIRACUSANI" ANNO IV N. 19 MAGGIO GIUGNO 1999



28 giugno 1952
UN APPARECCHIO MILITARE DECOLLATO DALL'AEROPORTO DI CATANIA PRECIPITA SULL'ABITATO DI SIRACUSA
L'aereo, tipo "HeUdiver", un residuato bellico, era in volo di addestramento. In cabina di pilotaggio il tenente Sebastiano Spicuglia di Siracusa che morirci carbonizzato nella terribile sciagura insieme ad un giovane operaio e una bambina di sette anni.

A distanza di 47 anni abbiamo ricostruito gli eventi di quella luttuosa giornata che gettarono nello sconforto intere famiglie siracusane e che sono ancora vivi nella memoria di quanti, quel giorno, ebbero la ventura di vedere con i propri ocelli il triste epilogo di quel maledetto volo.
CATANIA, AEROPORTO MILITARE. Ore 8,15. Il tenente pilota Sebastiano Spicuglia non è preoccupato del fatto che il sottufficiale navigatore, suo compagno di volo, per quel giorno non è disponibile. Fra pochi minuti egli decollerà ugualmente, da solo, per l'ennesimo volo di addestramento, anche se il regolamento prevede la presenza del tecnico. Il tenente s'incammina verso il velivolo parcheggiato ai bordi della pista: un residuato bellico tenuto in vita dalle mani esperte dei meccanici della base.
Ore 8,25. L'ufficiale avvia il motore e osserva le lancette dei manometri della plancia stabilizzarsi ai livelli di sicurezza. Con un cenno della mano saluta l'assistente a terra che ha sganciato la scaletta di accesso alla carlinga. Con perizia avvia il velivolo lungo la pista fino al decollo.
SIRACUSA, VIA CLAUDIO MARIA AREZZO. Ore 7,00. Le asfissianti notti d'estate sono un tormento pier gli abitanti di questa angusta e popolata stradina che dal centro cittadino scende ripida verso il porto. Vi abitano in prevalenza modesti pescatori, artigiani, venditori ambulanti che di buon'ora escono dalle case buie per recarsi ognuno a svolgere la propria occupazione. Le donne ne approfittano per godersi il fresco mattutino spalancando porte e finestre. Oggi è un giorno come un altro.
Ore 8. Giuseppe Gentile, 17 anni, esce dalla sua casa per recarsi al lavoro, a poche decine di metri, nella segheria di Giuseppe Quadarella situata nell'androne dello stabile ex proprietà Lo Curzio, ora della famiglia Allegretti, nella stessa viuzza al numero civico 24. Il lavoro non gli pesa e giorno dopo giorno imparerà il mestiere. La famiglia Rosano abita nello stesso edificio, nel piccolo appartamento proprio sopra la segheria. La figlioletta Vincenzina, 7 anni, giace a letto per¬ché colpita da una infezione intestinale che le provoca febbre e tremori in tutto il corpicino. La madre non smette di confortarla ma ora deve assentarsi, il tempo necessario per fare delle com¬pere in una bottega di alimentari, poco distante.

Il tenente Sebastiano Spicuglia


VIA CLAUDIO MARIA AREZZO, UNA STRADINA "SVENTURATA"
Il tenente Sebastiano Spicuglia mentre pilota lo stesso aereo che si abbatterà sii Siracusa. Foto scattata da un collega, pochi giorni prima del disastro.
di Carlo G. Arribas
da LA SICILIA del 29 giugnol952
"Tragica rinomanza quella di via Claudio Maria Arezzo. Fino a poco tempo fa ben pochi sapevano del-l'esistenza di questa angusta stradetta. Poi ruccisione della povera Giovanna Borgia, avvenuta in una triste sera di pioggia, fece correre il nome di questa viuzza sulla bocca di tutti. La stessa folla di allora che si amnmssava alle due imboccature della stradetta, nel- Vansia di sapere qualche particolare del delitto, l'ab-biamo rivista stamattina, subito dopo il fatto sinistro che ha gettato nella costernazione la cittadinanza...»
Aldo Carratore


Il signor Rosano, agente di pubblica sicurezza è già uscito per prendere servizio. Nella casetta attigua Rosaria Peluso, 16 anni, è contrariata. Venuta da pochi giorni da Modica a Siracusa per fare i bagni di mare, ospite della sorella Giorgia, nel pomeriggio dovrà ripartire.
Ore 8,45. L'aereo pilotato dal tenente Spicuglia è nel cielo di Siracusa. La gente che in quel momento si trova alla Marina, sul lungomare Aretusa, affacciata ai balconi e alle terrazze prospicienti il Porto grande, vede con apprensione il velivolo volteggiare, stranamente a bassa quota, fin quasi a sfiorare i tetti dei palazzi più alti. Non smette di guardare le evoluzioni del bizzarro pilota che pare voglia divertirla per poi sparire da dove è venuto. Invece sta per compiersi l'ultimo tragico volo del tenente Sebastiano Spicuglia. Improvvisamente il rombo del motore diventa convulso e il muso dell'aeroplano punta in maniera impressionante sullo specchio d'acqua prospi¬ciente il molo Zanagora. Nell'impatto violento con l'acqua l'aereo perde una parte dell'elica. E finita, pensa la gente allibita, adesso s'inabbis- serà, ma forse il pilota riuscirà a salvarsi sganciandosi dal seggiolino di guida. No, purtroppo non è finita. Inaspettatamente, con una rapida

La coda spezzata dell'aereo

quanto inattesa cabrata il velivolo faticosamente torna a sollevarsi fino a sorvolare l'edificio della Camera di Commercio per andare a schiantarsi sui tetti delle case comprese fra via Claudio Maria Arezzo, l'attiguo ronco Sant'Agata di via Rocco Pirro, e il ronco Forte Campana. In seguito i terrorizzati abitanti della stradina dichiareranno di non aver udito alcuno scoppio, ma solo un pesante tonfo e un rumore di ferraglia divelta e di muri che crollano.
L'EPILOGO.
Ore 9. Il velivolo si schianta precisamente sui tetti dello stabile Allegretti, sezionandosi in tante parti ciascuna delle quali provoca distruzione. La coda dell'aereo col timone di direzione spezzatasi nettamente nell'urto contro il cornicione dell'edi-ficio, vola a diversi metri di distanza sopra le tegole dell'appartamento accanto, senza tuttavia provocare il crollo del soffitto. Il pesante apparato motore, invece, dopo aver sfondato il tetto ed il pavimento di casa Rosano precipita fino al piano terrano dell'edificio, piombando nella segheria nella quale sono all'opera Giuseppe Quadarella ed il figlio Salvatore. La piccola Vincenzina ha il tempo di balzare dal letto, ma scivola insieme al mobilio al piano di sotto. 1 due falegnami restano illesi ma il loro garzone Giuseppe, investito in pieno dalle macerie e dai rottami dell'aereo, muore sid colpo. Non sappiamo quali amorevoli braccia soccorrono la fanciulla, anche se gravemente ustionata ma ancora viva.
11 carrello e una parte del velivolo si arrestano nel cortiletto dello stabile, dopo aver sfondato la parete dell'abitazione delle sorelle Rosaria e Giorgia che hanno la prontezza di riflessi di non farsi schiacciare dai calcinacci, ma rimanendone tuttavia ferite, anche se non in modo grave. Intanto nere colonne di fumo si levano dal cortile dove è rimasto incastrato il serbatoio del velivolo mentre le fiamme cominciano a propagarsi anche nelle abitazioni circostanti, tra il precipitare dei calcinacci e le urla raccapriccianti di chi si trova nella zona.
Dalle casette la gente scappa fuori a precipizio, senza nemmeno rendersi conto di «pianto è accaduto. I vigili del fuoco, prontamente intervenuti, iniziano un estenuante lavoro cercando di circoscrivere l'incendio che è alimentato dalle fiamme del serbatoio del velivolo, ma anche dalle modeste
masserizie »Ielle case e dalle strutture delle stesse, ancora con i sottotetti di canne e calce e i pavi¬menti sostenuti da travi di legno. Il responsabile del gruppo dei Vigili del fuoco, conscio forse del fatto che le autobotti presenti sul luogo non sono sufficienti, ordina di estendere una conduttura volante fino al vicino mare dove due motopompe aspirano l'acqua che viene riversata sulle case pili vicine al punto dove divampa l'incendio. Obiettivo primario è impedire che l'incendio si propaghi ulteriormente distruggendo l'intero quartiere. Sid posto sono già presenti le autoam¬bulanze che cominciano a fare la spola con l'Ospedale civico trasportando i feriti. Accorrono il Questore, il Prefetto, il Comandante dei Carabinieri, il vescovo Baranzini. Intanto un cordone di militari impedisce alla folla di curiosi di varcare l'imboccatura della viuzza. Trascorrono oltre due ore di estenuante fatica per tutti coloro che sono impegnati nell'opera di soccorso: vigili del fuoco, una squadra di fanti accorsi dalla vicina caserma, agenti di polizia e volontari. Adesso l'incendio pare domato, anche per l'esaurirsi del combustibile del serbatoio. Con le precauzioni del caso si provvede a rimuo¬vere le macerie ed estrarre dalla carlinga il corpo carbonizzato del tenente Sebastiano Spicuglia, 29 anni, siracusano.
Ore 12. In via Mario Minniti 30, la famiglia Spicuglia apprende con indicibile strazio la tragi¬ca sorte del loro congiunto. Il giovane pilota, assai conosciuto e stimato nella nostra città, dopo un recente periodo di permanenza a Siracusa, per ragioni di salute, era rientrato a Napoli dove prestava servizio. Da poco era stato distaccato all'aeroporto militare di Catania presso il gruppo "Antisom", da dove in mattinata ha decollato.
Ore 13. Nella segheria Quadarella, ch'è andata completamente distrutta, si recupera, sotto un cumulo di macerie, il corpo del giovane Giuseppe. Anche il padre, straziato dal dolore, è [»resente nel momento del rinvenimento. Sul volto del ragazzo è visibile una ampia ferita nella regione occipitale. Si ritiene che la morte sia stata immediata. La salma viene trasportata all'obitorio dell'ospedale.



OSPEDALE CIVICO. Ore 18. I numerosi giornalisti che seguono già dalla prima ora l'evolversi della sciagura adesso si ritrovano nei corridoi dell'ospedale. Apprendono dalla viva voce del medico di guardia che da pochi minuti è spirata la giovane Vincenzina Rosano. Qualche ora prima Sua Eccellenza Baranzini, accogliendo l'invito degli straziati
genitori, l'ha cresimata suscitando una indicibile commozione ira i presenti.
Nell'obitorio, il corpo martoriato dalle fiamme del tenente Spicuglia è vegliato a turno da un pic¬chetto di militari in armi.
La sedicenne Rosaria Peluso non potrà ripartire subito per Modica. Insieme alla sorella Giorgia è ricoverata per avere entrambe riportato ferite al¬la testa e scottature e contusioni agli arti inferiori. Altro infortunato il signor Paolo Cilea, venditore ambulante di frutta che si trovava a transitare dalla via con la propria carretta nel momento del sinistro. Per choc traumatico è ricoverato il signor Gerlando Moncada, dipendente della Intendenza di Finanza; anch'egli transitava per la via. I vigili del fuoco La Pira e Moncada hanno dovuto far ricorso alle cure mediche per varie contusioni riportate durante l'opera di soccorso. Anche la guardia di Pubblica sicurezza Calogero Costa riportava un grave taglio al piede destro.
INTANTO...
In via Claudio Maria Arezzo si contano i danni. Dieci appartamenti sono stati fatti sgombrare dalla forza pubblica perché inagibili; è stato immediatamente disposto il trasferimento delle persone e delle masserizie, mentre le autorità competenti hanno dato disposizioni per l'abbatti¬mento di numerosi soffitti penzolanti nel vuoto perché privi di muri di sostegno.
LE ESTREMA ONORANZE Siracusa tributa alle tre vittime della sciagura aerea commoventi e solenni funerali organizzati dal Comune. Cittadini di ogni classe sociale par¬tecipano all'imponente corteo che dalla Cattedrale si snoda per le principali vie cittadine, fino al cimitero, attraverso l'omaggio silenzioso di due interminabili ali di folla. 1 tre feretri, portati a mano, procedono affiancati: quello del tenente Spicuglia ricoperto di un drappo tricolore.
LE DICERIE
Perché il tenente Sebastiano Spicuglia quel giorno volteggiava nel cielo di Siracusa? Ancora oggi, a distanza di 47 anni, molte persone sembrano conoscere la verità: aveva fissato un appunta¬mento con la fidanzata e gli amici che festanti lo salutavano schierati sul Lungomare Alfeo. Per la verità la famiglia del pilota ha sempre negato che Sebastiano potesse avere in quel periodo una relazione con una ragazza siracusa¬na, ne mai sono venuti alla luce i risultati dell'inchiesta istruita dalle autorità militari. Una sola certezza: l'aereo è caduto non per l'im-perizia del pilota, ma per un improvviso guasto meccanico ai comandi, forse anche al motore, cui nulla ha potuto opporre il povero Spicuglia.

Il feretro del tenente Spicuglia portato a spalla


48 I SIRACUSANI


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