Cicladi - Galleria Roma Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Galleria Roma Siracusa
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Cicladi

nudo nell'arte
Nel periodo neolitico ed eneolitico (3200-2000 avanti   Cristo) le isole Cicladi, cuore pulsante del mare Egeo tra la Grecia   continentale e l'Europa, la costa dell'Asia Minore e, oltre l'isola di Creta,   le coste del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale, sono caratterizzate   da una fiorente cultura che si sviluppa grazie al commercio sul mare di   preziose materie prime quali l'ossidiana di Milo, il rame di Sifno e Paro, il   marmo cristallino di Paro e Nasso.
 Proprio l'abbondanza del marmo spinge gli artisti del quarto e del terzo   millennio avanti Cristo a scolpire figure umane o idoli legati alle   concezioni religiose, deposti insieme a splendide ceramiche nelle sepolture   come corredo dei defunti. Sono immagini femminili e maschili di primordiale   bellezza. Nude, con le braccia serrate al petto, chiuse nell'involucro della   forma come in una guaina impalpabile, più astratte di un teorema, ma nate   dall'acuta osservazione della natura. Le superfici lisce e tondeggianti del   corpo umano sono appena segnate dal rilievo del naso, del seno o dalla linea   incisa che caratterizza il sesso femminile, ma la scultura, nel nitore della   materia, tende alla perfezione, al riserbo sovrano della forma che anticipa,   a distanza di secoli, la splendida fioritura della scultura greca arcaica.
           
 
I CONTATTI COL MONDO ESTERNO
 
I contatti tra il mondo esterno e le Cicladi furono   intensi fin dalle epoche più remote e videro il loro culmine durante l’epoca   di maggiore fioritura della civiltà Cicladica Antica, nel III millennio a.C.   A contribuire all’ampliamento delle relazioni durante quest’epoca fu senza   dubbio l’aumento della richiesta di metalli dovuto alla progressiva   evoluzione della metallurgia, ma anche lo sviluppo dell’arte della   costruzione di navi. Questi fattori favorirono naturalmente la navigazione e   il commercio via mare.
 
LA SOCIETÀ DELL’EPOCA CICLADICA ANTICA
 
La civiltà Cicladica Antica affonda le sue radici in un   lontano passato. Tracce di occupazione sistematica nelle Cicladi sono   attestate già a partire dall’inizio del periodo Neolitico recente, alla fine   del VI millennio a.C.
 
La progettazione urbanistica degli insediamenti e la   presenza di fortificazioni attestano l’esistenza di un’organizzazione   sociale, mentre le necropoli forniscono informazioni sulla stratificazione   sociale dell’epoca. I rinvenimenti testimoniano l’esistenza di classi   specializzate di costruttori, scultori, ceramisti, lavoratori di metalli,   falegnami, costruttori di navi, navigatori e commercianti che soddisfacevano   le necessità della comunità, occupandosi contestualmente della coltivazione   della terra, dell’allevamento, della caccia e della pesca, della tessitura e   della realizzazione di vasi in vimini per sopperire alle necessità   quotidiane. Particolarmente fiorente fu l’arte della lavorazione del marmo che   costituisce la creazione più significativa della civiltà Cicladica Antica.
 
GLI IDOLETTI DEL PERIODO CICLADICO ANTICO
 
Le più attraenti creazioni in marmo, opere che esprimono   l’arte ed il carattere antropocentrico per eccellenza della civiltà Cicladica   Antica, sono senza alcun dubbio gli idoletti cicladici, la cui produzione   giunge all’apogeo durante il Cicladico Antico ΙΙ (2700-2300 a.C.).
 
Nella schiacciante maggioranza dei casi rappresentano   figure femminili nude, ma non mancano anche alcune figure maschili, sebbene   rare.
 
Gli idoletti cicladici vengono suddivisi dagli studiosi in   due categorie principali, quelli schematici e quelli naturalistici, categorie   al cui interno si distinguono, a loro volta, diversi tipi e varianti. I due   tipi più conosciuti di idoletti sono quelli "a violino", nella   categoria degli idoletti schematici, e il tipo "canonical" a   braccia conserte, nella categoria degli idoletti naturalistici. Pare assai   probabile che gli idoletti riflettano le credenze religiose degli isolani ed   esprimano l’idea della rinascita. Il fatto che siano stati ritrovati sia   nelle sepolture che in contesti abitati suggerisce che la loro destinazione   non fosse esclusivamente funeraria, ma che le piccole sculture potessero   essere utilizzate anche nella vita quotidiana, forse per scopi rituali.
 
Gli idoletti cicladici costituirono, in via immediata o   mediata, la fonte di ispirazione per alcuni grandi artisti del XX secolo,   come Moore, Picasso, Brancusi, Modigliani, Hepworth ed altri.
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