Cicladi
nudo nell'arte
Nel periodo neolitico ed eneolitico (3200-2000 avanti Cristo) le isole Cicladi, cuore pulsante del mare Egeo tra la Grecia continentale e l'Europa, la costa dell'Asia Minore e, oltre l'isola di Creta, le coste del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale, sono caratterizzate da una fiorente cultura che si sviluppa grazie al commercio sul mare di preziose materie prime quali l'ossidiana di Milo, il rame di Sifno e Paro, il marmo cristallino di Paro e Nasso.
Proprio l'abbondanza del marmo spinge gli artisti del quarto e del terzo millennio avanti Cristo a scolpire figure umane o idoli legati alle concezioni religiose, deposti insieme a splendide ceramiche nelle sepolture come corredo dei defunti. Sono immagini femminili e maschili di primordiale bellezza. Nude, con le braccia serrate al petto, chiuse nell'involucro della forma come in una guaina impalpabile, più astratte di un teorema, ma nate dall'acuta osservazione della natura. Le superfici lisce e tondeggianti del corpo umano sono appena segnate dal rilievo del naso, del seno o dalla linea incisa che caratterizza il sesso femminile, ma la scultura, nel nitore della materia, tende alla perfezione, al riserbo sovrano della forma che anticipa, a distanza di secoli, la splendida fioritura della scultura greca arcaica.
I CONTATTI COL MONDO ESTERNO
I contatti tra il mondo esterno e le Cicladi furono intensi fin dalle epoche più remote e videro il loro culmine durante l’epoca di maggiore fioritura della civiltà Cicladica Antica, nel III millennio a.C. A contribuire all’ampliamento delle relazioni durante quest’epoca fu senza dubbio l’aumento della richiesta di metalli dovuto alla progressiva evoluzione della metallurgia, ma anche lo sviluppo dell’arte della costruzione di navi. Questi fattori favorirono naturalmente la navigazione e il commercio via mare.
LA SOCIETÀ DELL’EPOCA CICLADICA ANTICA
La civiltà Cicladica Antica affonda le sue radici in un lontano passato. Tracce di occupazione sistematica nelle Cicladi sono attestate già a partire dall’inizio del periodo Neolitico recente, alla fine del VI millennio a.C.
La progettazione urbanistica degli insediamenti e la presenza di fortificazioni attestano l’esistenza di un’organizzazione sociale, mentre le necropoli forniscono informazioni sulla stratificazione sociale dell’epoca. I rinvenimenti testimoniano l’esistenza di classi specializzate di costruttori, scultori, ceramisti, lavoratori di metalli, falegnami, costruttori di navi, navigatori e commercianti che soddisfacevano le necessità della comunità, occupandosi contestualmente della coltivazione della terra, dell’allevamento, della caccia e della pesca, della tessitura e della realizzazione di vasi in vimini per sopperire alle necessità quotidiane. Particolarmente fiorente fu l’arte della lavorazione del marmo che costituisce la creazione più significativa della civiltà Cicladica Antica.
GLI IDOLETTI DEL PERIODO CICLADICO ANTICO
Le più attraenti creazioni in marmo, opere che esprimono l’arte ed il carattere antropocentrico per eccellenza della civiltà Cicladica Antica, sono senza alcun dubbio gli idoletti cicladici, la cui produzione giunge all’apogeo durante il Cicladico Antico ΙΙ (2700-2300 a.C.).
Nella schiacciante maggioranza dei casi rappresentano figure femminili nude, ma non mancano anche alcune figure maschili, sebbene rare.
Gli idoletti cicladici vengono suddivisi dagli studiosi in due categorie principali, quelli schematici e quelli naturalistici, categorie al cui interno si distinguono, a loro volta, diversi tipi e varianti. I due tipi più conosciuti di idoletti sono quelli "a violino", nella categoria degli idoletti schematici, e il tipo "canonical" a braccia conserte, nella categoria degli idoletti naturalistici. Pare assai probabile che gli idoletti riflettano le credenze religiose degli isolani ed esprimano l’idea della rinascita. Il fatto che siano stati ritrovati sia nelle sepolture che in contesti abitati suggerisce che la loro destinazione non fosse esclusivamente funeraria, ma che le piccole sculture potessero essere utilizzate anche nella vita quotidiana, forse per scopi rituali.
Gli idoletti cicladici costituirono, in via immediata o mediata, la fonte di ispirazione per alcuni grandi artisti del XX secolo, come Moore, Picasso, Brancusi, Modigliani, Hepworth ed altri.