Benito Aprile - Galleria Roma Siracusa

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Benito Aprile

Santa Lucia > testimonianze
Santa Lucia
una devota collezione aretusea

Benito Aprile
Archivio ricerche storia su Santa Lucia


In questa mia ricerca ho scavato più in profondità, per "vedere" nei cuori delle persone che amano e venerano la nostra Santa della Luce. Cerco ancora di scoprire, per comprendere la loro tradizione popolare, che ha radice molto profonda.
Questa ragione mi ha spinto a fare ricerche anche attraverso i manifesti che recitano i festeggiamenti di Santa Lucia in Italia.
Manifesti che in questa mostra sono l'argomento coinvolgente, che rappresentano un incontro religioso in culture diverse.
Ci sono località in Italia, dove, il 13 dicembre, è usanza distribuire ai poveri, pani, detto per il loro particolare forma "occhi di Santa Lucia" oppure, come a Palermo e in altre parti della Sicilia, in segno di digiuno mangiano solo la cuccia.
Nella tradizione cattolica il digiunare è stato ritenuto sempre un grande onore, perché facilita l'apertura dell'uomo con un altro cibo, quello della parola di Dio. La cuccia è un dolce particolare che per alcuni è diventata una moda, quindi niente a che vedere con il digiuno.
Nei due punti estremi dell'Italia, nel paese di Corleone come pure a Milano, la sera del 12 dicembre è usanza accendere i lumini sul davanzale della finestra, in ricordo della luce di Lucia che ha sconfitto le tenebre del peccato.
A Caltanissetta, è tradizione portare o chiedere del mirtillo o dei ramoscelli d'ulivo.
Nel nord Italia, è la Santa più amata dai bambini, è la dispensatrice di balocchi. La sera del 12 dicembre, ogni bimbo che si appresta a saltare nel letto e infilarsi sotto le coperte, non ha altro pensiero nella testa che l'arrivo di Santa Lucia, che sorseggerà un bicchiere di latte, lasciato sul tavolo, in modo da rifocillarsi dalle fatiche del viaggio, con il suo carretto carico di regali trainato da un instancabile asinelio, che mangerà un po' di fieno legato alla maniglia della porta di casa di dove si reca.
A Santa Lucia di Siniscola, il Santo Simulacro, è traslato per otto chilometri, su un carro adorno di fiori e trainato dai buoi.
Come a Savoca, nella spettacolare rappresentazione teatrale all'aperto, dove la scenografia è tratteggiata dalle case e le strade di tutto il paese, e la coreografia è evidenziata dalla presenza e dal muoversi degli spettatori che vi assistono, nel momento in cui si rievoca il martirio di Santa Lucia, trainata dai buoi. A volte nelle tradizioni popolari, si mescolano il Sacro con il profano e le superstizioni, ma questo fa parte dalla cultura dei popoli; che associata alla debolezza umana diventa un modo di pregare, e, a modo proprio ci avvicina ai Santi e di conseguenza a Dio. Ogni regione, ogni città e ogni località in genere si esprime nel proprio linguaggio tradizionale, religioso, culturale ed in fine tutti dicono la stessa cosa. Tantissime sono i musei e le chiese dedicate a Santa Lucia, con tante opere d'arte in loro contenute, di artisti che hanno espresso la grandezza di questo Faro che ha il dono naturale della Luce. Mi limito a citarne soltanto alcuni, della lunga schiera di nomi che la rappresentano, come: Altighiero da Zevio, Domenico Veneziano, Fiume, Guglielmo Borremans, Grunewald, Francisco de Zurberan, Simone Martini, Lorenzo Lotto, Sebastiano Ricci, Francesco del Cossa, Carlo Crivelli, Giovanni Bellini detto il Gianbellini, Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Perugino, Mario Minniti, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Secondo il calendario "Giuliano", Santa Lucia "cade nel giorno più corto che esista", sulla corrispondente lungo la notte, al solstizio invernale. Le mie ricerche hanno rivelato l'esistenza di località chiamate Santa Lucia nei punti più impensati del nostro pianeta: in Africa, in Europa e nelle Americhe. L'Italia è certamente la più rappresentante.


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