Gilippo
G
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gilippo (V secolo a.C. – ...) è stato un generale spartano.
Era figlio di Cleandrida, che era stato espulso da Sparta per aver accettato fondi illegali dagli Ateniesi nel 446 a.C. e che si era stabilito a Thurii. Sua madre probabilmente era un'ilota.
Quando Alcibiade esortò gli Spartani a inviare un generale per guidare la resistenza siracusana contro la spedizione ateniese in Sicilia, venne designato Gilippo (414 a.C.), ed il suo arrivo fu un punto di svolta per la battaglia. Più coraggioso di Nicia, il comandante ateniese che affrontò, fu in grado di ottenere un vantaggio spostando gli Ateniesi dalle postazioni strategiche chiave e riuscendo a rompere l'assedio. Quando Atene inviò Demostene con i rinforzi, anch'egli venne sconfitto da Gilippo, evento che segnò il tracollo della campagna ateniese a Siracusa.
Diodoro Siculo, probabilmente riprendendo Timeo, lo descrive mentre induce i Siracusani a dichiarare la sentenza di morte per i generali ateniesi catturati, ma esistono anche i resoconti di Filisto[1], un Siracusano che prese parte alla difesa, e di Tucidide[2], che al contrario mostrano come egli provò, sebbene senza aver successo, a salvare le loro vite, sperando di portarli a Sparta come prova del suo successo.
Gilippo, come suo padre, incontrò il suo declino in uno scandalo finanziario; incaricato da Lisandro di consegnare una somma di denaro ingente agli efori a Sparta, non poté resistere alla tentazione di arricchirsi e, una volta scoperto, andò in esilio, essendo stato condannato a morte durante la sua assenza.
Gilippo e Siracusa
Con l'arrivo dello spartano Gilippo i Siracusani riprendono ordine e coraggio e muovono nuovamente all'assalto degli Ateniesi sull'Epìpole. I quali invece non si muovono e allora Gilippo e i suoi si acquartierano per la notte nella parte alta del Temenìte (7, 3.3). Ancora una volta si fa riferimento a questo caposaldo, non lungi dal quale deve essersi svolta l'azione or ora narrata. L'indomani i Siracusani ritornano in campo: si impadroniscono del forte ateniese al Làbdalo (7,3.4) e riprendono per la terza volta con tutte le forze disponibili la costruzione del muro trasversale (7,7.1). Ma ora si tratta di un vero e proprio muro, sia pure "semplice" (teichos aploun, 7,4.1)90, che finalmente riesce a sorpassare l'opera ateniese ed aggirarla (7, 4.2 - 6.4). Dopo di che gli Ateniesi rassegnati abbandonano il fronte sull'Epìpole e si ritirano, almeno in gran parte, su quello occidentale e sul Porto Grande (7, 4.4 - 6.4). Così finisce quella che potremmo chiamare la guerra delle mura.
a lui è intitolato Largo Gilippo
Era figlio di Cleandrida, che era stato espulso da Sparta per aver accettato fondi illegali dagli Ateniesi nel 446 a.C. e che si era stabilito a Thurii. Sua madre probabilmente era un'ilota.
Quando Alcibiade esortò gli Spartani a inviare un generale per guidare la resistenza siracusana contro la spedizione ateniese in Sicilia, venne designato Gilippo (414 a.C.), ed il suo arrivo fu un punto di svolta per la battaglia. Più coraggioso di Nicia, il comandante ateniese che affrontò, fu in grado di ottenere un vantaggio spostando gli Ateniesi dalle postazioni strategiche chiave e riuscendo a rompere l'assedio. Quando Atene inviò Demostene con i rinforzi, anch'egli venne sconfitto da Gilippo, evento che segnò il tracollo della campagna ateniese a Siracusa.
Diodoro Siculo, probabilmente riprendendo Timeo, lo descrive mentre induce i Siracusani a dichiarare la sentenza di morte per i generali ateniesi catturati, ma esistono anche i resoconti di Filisto[1], un Siracusano che prese parte alla difesa, e di Tucidide[2], che al contrario mostrano come egli provò, sebbene senza aver successo, a salvare le loro vite, sperando di portarli a Sparta come prova del suo successo.
Gilippo, come suo padre, incontrò il suo declino in uno scandalo finanziario; incaricato da Lisandro di consegnare una somma di denaro ingente agli efori a Sparta, non poté resistere alla tentazione di arricchirsi e, una volta scoperto, andò in esilio, essendo stato condannato a morte durante la sua assenza.
Gilippo e Siracusa
Con l'arrivo dello spartano Gilippo i Siracusani riprendono ordine e coraggio e muovono nuovamente all'assalto degli Ateniesi sull'Epìpole. I quali invece non si muovono e allora Gilippo e i suoi si acquartierano per la notte nella parte alta del Temenìte (7, 3.3). Ancora una volta si fa riferimento a questo caposaldo, non lungi dal quale deve essersi svolta l'azione or ora narrata. L'indomani i Siracusani ritornano in campo: si impadroniscono del forte ateniese al Làbdalo (7,3.4) e riprendono per la terza volta con tutte le forze disponibili la costruzione del muro trasversale (7,7.1). Ma ora si tratta di un vero e proprio muro, sia pure "semplice" (teichos aploun, 7,4.1)90, che finalmente riesce a sorpassare l'opera ateniese ed aggirarla (7, 4.2 - 6.4). Dopo di che gli Ateniesi rassegnati abbandonano il fronte sull'Epìpole e si ritirano, almeno in gran parte, su quello occidentale e sul Porto Grande (7, 4.4 - 6.4). Così finisce quella che potremmo chiamare la guerra delle mura.
a lui è intitolato Largo Gilippo
la targa dedicata
SIRACUSA ASSEDIO 415-413 a.C. ATENE SPARTA GILIPPO