Gaetani Ottavio - Personaggi storici Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Personaggi storici
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Gaetani Ottavio

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Ottavio Gaetani (Gesuita)


Lo stemma dell'Ordine dei Gesuiti

Ottavio Gaetani (Siracusa, 22 aprile 1566 – Palermo, 8 marzo 1620) è stato un gesuita e storico italiano. È considerato[senza fonte] il padre degli studi di agiografia siciliana ed uno dei maggiori storici siciliani del XVI secolo.

Nacque a Siracusa il 22 aprile del 1566 da una nobile famiglia: il padre Barnaba era cadetto dei baroni di Sortino, la madre, Gerolama Perno, figlia del barone di Floridia. Ottavio ebbe come fratelli Giulio Cesare dottore in legge, Domizio dottore in teologia e canonico della cattedrale di Siracusa, Onorato, dottore il legge, Alfonso gesuita, Costantino abate benedettino, direttore della Biblioteca vaticana nonché segretario di Pio V e prefetto del De propaganda fide, Giovanna e Angelica Maria.
Sin dall'infanzia mostrò indole religiosa e decise di dedicarsi alla vita ecclesiastica. Entrò a far parte della Compagnia di Gesù il 20 maggio del 1582, quando la sua vocazione sacerdotale fu consolidata da una visione avuta mentre pregava nella chiesa del Collegio gesuitico di Siracusa: vide una grande fiamma risplendere sopra la testa del Crocifisso.
La sua decisione di entrare nella Compagnia di Gesù provocò la netta opposizione del padre che vi mise il veto. Ma avendo in seguito superato la reazione paterna, si recò nel Collegio gesuitico di Messina per compiervi il noviziato.
In seguito si trasferì a Roma a studiare presso la Curia generalizia, dove conobbe il generale dell'Ordine Claudio Acquaviva e il di lui segretario Jaques Sirmond con i quali strinse una sincera amicizia.
Dopo avere completato il corso di studi ed essendo stato già ordinato sacerdote, fu, nell'anno 1597, rimandato in Sicilia come magistratum del collegio di Messina, ma egli, per motivi non noti, preferì stabilirsi a Palermo dove fu molto stimato dai confratelli per le sue virtù spirituali. Le fonti attestano che dormiva su nude tavole e si flagellava cruentemente.
In questo periodo si colloca la gestazione della sua opera maggiore le Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis grecis latinisce monumentis et ut plurimum ex M.SS codicibus nondum editis collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum christianae epocae et animadversiones composta secondo l'originario progetto dell'Idea operis de Vitis Siculorum Sanctorum famave sanctitatis illustrium deo volente bonis iuvantibus in lucem prodituri. Il Gaetani, concepì quindi, l'ambizioso progetto di un'opera sulle vite dei santi siciliani, che si inseriva nel rinnovato interesse per l'agiografia, secondo gli indirizzi propri della Riforma cattolica.
Nel 1598 in occasione della morte di re Filippo II, il Senato palermitano incaricò Ottavio Gaetani di comporre e recitare in cattedrale l'Orazione funerale che venne data alle stampe nel 1601. Nel 1600 secondo una leggenda una donna avrebbe più volte tentato di intaccare la sua castità e di ucciderlo, ma sarebbe stato salvato per intervento di Sant'Ignazio di Loyola di cui era assai devoto. Nell'anno 1603 fu rimandato a dirigere il collegio di Messina e nel 1607 fu temporaneamente trasferito a Catania e nel 1608 venne mandato nuovamente a Palermo dove rimase sino alla morte.
Nel 1610 pubblicò il De die natali S. Nympae Virginis ac martyris Panormitanae dedicato al cardinale Giannettino Doria arcivescovo di Palermo, nativo di Genova. La leggenda vuole ancora che nel 1611 Ottavio Gaetani avrebbe avuto una mirabile visione: gli sarebbero apparsi la Madonna, il Bambino e schiere di angeli. Nel settembre del 1614 venne posto a capo di Casa Professa e dopo poco tempo divenne Preposto del Collegio del Gesù Grande: nel giro di poco tempo riuscì a migliorare la situazione finanziaria del collegio palermitano che era vessato da forti debiti.
Nel 1611, a causa di una malattia, lasciò tutti gli incarichi e il rettorato di Casa Professa venne affidato al padre Girolamo Tagliavia. In questo periodo riuscì a dare alle stampe l' Idea Operis. Dopo una lunga malattia l'8 marzo 1620 morì lasciando inedite e incomplete le Vitae Sanctorum Siculorum e l' Isagoge ad Historiam sacram siculam. Ebbe parecchi corrispondenti e colaboratori, che da varie città e paesi della Sicilia gli inviarono materiale e fonti per la stesura della sua opera sui santi di Sicilia. Dopo la sua morte il manoscritto delle Vitae venne curato da Pietro Salerno S.J. Gaetani altre alle predette opere scrisse:
Theodosi monachi epistola ad Leonem archidiaconum,de syracusanae expugnatione;
Notae in B. Conradi historiam a Vincentio Littara compendio perscriptam.
I suoi manoscritti si conservano principalmente a Palermo presso la Biblioteca della Regione Siciliana e a Roma presso l'archivio storico della Campagnia di Gesù.


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