Agatocle tiranno di Siracusa
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Agatocle, in greco Αγαθοκλής (Rhegion, 360 a.C. – Siracusa, 289 a.C.), fu tiranno di Siracusa dal 316 a.C., e re di Sicilia dal 304 a.C. alla morte.
Secondo gli storici nacque a Therma (la città cartaginese sorta sulle rovine di Imeni) nel 366 a,C.
Una leggenda narra che ad un certo Carcino di Reggio, che viveva a Imera, sotto i Cartaginesi, fu predetta la nascita di un figlio che sarebbe stato il flagello della Sicilia e dei Cartaginesi e questi, terrorizzato, decise di fare sopprimere il figlio appena nato, ma fu salvato dalla madre che lo affidò ad un suo fratello.
Carcino, alcuni anni più tardi, fu colpito dall'eccezionale intelligenza dI un bambino settenne e, pensando che anche lui, se fosse stato meno scellerato, avrebbe potuto avere un figlio della stessa età, proruppe in un pianto sincero al che la moglie commossa gli confidò che quel fanciullo che lui tanto ammirava, era proprio suo figlio. Carcino, felice, lo abbracciò e decise di portarlo in salvo lontano dai Cartaginesi trasferendosi a Siracusa, dove il giovane visse nei più turpi vizi, sostenuto e protetto da Damaso, il più ricco cittadino di Siracusa.
Morto Damaso Agatocle sposò la vedova divenendo a sua volta ricco e potente.
presunto ritratto in una incisione di Biondi Carlo, attivo a Napoli nella prima metà sec. XIX
storia di Agatocle secondo il Cavaliere Pasquale Panvini
Quant'unque Agatocle avesse macchiato la sua vita con tante scelleratezze non sembraci disconvenevole riprodurrle qui la memoria a riguardo del sommo talento, che dimostrò nell'arte della guerra; del coraggio con cuii si sostenne nlle avversità , e della sua incantevole eloquenza; onde domandato il primo Scipione , al dir di Polibio, chi fossero stati a suo credere i più valent'uomini della Sicilia rispondeva francamente che nessuno potesse sostenere il paragone con Dionigi ed ed Agatocle.
Nacque a Reggio[1] dove risiedeva suo padre Carcino, un artigiano che nel 343 a.C. si trasferì a Siracusa, Agatocle inizialmente si dedicò alla lavorazione dell'argilla, ma successivamente preferì entrare nell'esercito. Nel 333 a.C. sposò la vedova del suo generale Damas, poi fu bandito due volte per aver cercato di rovesciare il governo. oligarchico della città aretusea. Nel 317 a.C. giurò di rispettare la costituzione democratica della città: non appena entrò a Siracusa a capo di un esercito di mercenari ruppe il giuramento e uccise o esiliò 10.000 persone. Così si autoproclamò tiranno. Ricostituì un forte esercito e una grande flotta, con i quali sottomise gran parte della Sicilia orientale.
vicende storiche
Nel 311 a.C. attaccò i possedimenti cartaginesi in Sicilia, ma fu costretto alla resa da Amilcare dopo la Battaglia dell'Imera (oggi fiume Salso): il capo cartaginese cinse quindi d'assedio Siracusa. Agatocle allora tentò una audace quanto disperata invasione dell'Africa, alleandosi nel 310 a.C. con Ofella re della Cirenaica ed assediò a sua volta Cartagine. Definitivamente sconfitto nel 307 a.C. e costretto a una fuga segreta in Sicilia riuscì lo stesso a rompere l'assedio di Siracusa da parte dei cartaginesi.
Nel 306 a.C. firmò un trattato di pace con Cartagine. Nel 304 a.C. si autoproclamò re di Sicilia, ristabilendo il suo potere su tutte le città greche dell'isola (quindi su tutta la parte a est del fiume Alico). Malgrado l'età avanzata, continuò a governare energicamente e addirittura si dice che pensò a un altro attacco ai cartaginesi. Le sue ultime fatiche furono però quelle di contrastare il nipote Arcagato che aveva ucciso il padre.
Quando si trattò di raggiungere i propri scopi, Agatocle fu spietato, ma fu considerato un tiranno popolare. Sposò Teoxena, figlia del faraone Tolomeo I, e la figlia Lanassa sposò Pirro re dell'Epiro. Negli ultimi anni la sua salute peggiorò: è probabile che sia morto di vecchiaia, ma alcune fonti indicano che fu avvelenato da Arcagato e Menone, con una penna d'oca che il tiranno utilizzava come stecchino. Durante la tremenda agonia, avrebbe restaurato la Democrazia estromettendo il nipote dal potere.
Niccolò Machiavelli lo prese a modello per l'VIII capitolo de Il Principe, dove parla di coloro che presero il potere attraverso i propri crimini.
la presunta tomba: mausoleo di Agatocle Via Necropoli Grotticelle
anelli aurei nell'urna funeraria
moltissime sono le monete fatte coniare da Agatocle alcune delle quali tramandate da Elisa Chiara Portale
documentazione PDF
Agatocle-50 litre-o-Decadramma
Agatocle-aureo
Decadramma a firma dell’incisore Euainetos, in precedenza attribuita al tiranno Dionisio I ma che pare sia di epoca Agatoclea.
Sul dritto il volto della ninfa Aretusa e sul rovescio una quadriga sorpontata dalla triskeles.