palazzo Zumbo
palazzo Zumbo in demolizione, piazza Archimede
palazzo zumbo, poi Corvaia disegno nocera
angolo Piazza Archimede Via Maestranza
GLI ZUMBO E LA LORO CASA GIUSEPPE AGNELLO PDF
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GLI ZUMBO E LA LORO CASA DI GIUSEPPE AGNELLO
vedi anche: http://www.antoniorandazzo.it/nobili/zumbo.html
GLI ZUMBO E LA LORO CASA
Nell'autunno del 1957 cadeva sotto i colpi del piccone uno dei più antichi edifizi della città, conosciuto sotto il nome di Palazzo Corvaia, per l'appartenenza alla famiglia che lo possedeva da oltre un secolo (tav. I). Una bella finestra catalana murata in uno degli atrii ed altri elementi sporadici, che non erano sfuggiti all'occhio degli studiosi, avevano lasciato giustamente sospettare che, sotto le forme dell'edi fizio ottocentesco, si nascondesse la nobile struttura del palazzo rinascimentale. Il sospetto era avvalorato dai precedenti storici del palazzo, che era possibile seguire dalla seconda metà del sec. XVI ; essi ne indicavano come primi proprietari gli Zumbo e, successivamente, i Platamone, i Diamante, i Grimaldi, ossia quattro fra le pili illustri famiglie del patriziato siracusano. Il sospetto divenne certezza quando, in seguito allo stonacamento, emersero tutti gli elementi del palazzo quattrocentesco. Rivivevano in esso, con perfetta trasparenza, le forme sobrie e castigate del vi eino palazzo Lanza-Bucceri, uno degli edifizi più rappresentativi dell'architettura siracusana dell'ultimo medioevo. Era possibile ottenerne la conservazione e la reintegrazione attraverso un'opera di prudente restauro? Il problema si poneva, purtroppo, quasi all'improvviso, quando il progetto del nuovo edilìzio era maturo da tempo e le intenzioni dell'Istituto bancario, che ne era il committente, apparivano rigide e non disposte quindi a sacrificare a delle pure esigenze d'arte interessi di natura commerciale. Il tempestivo intervento degli organi responsabili avrebbe potuto evitare la dissennata distruzione che priva il nostro patrimonio artistico di un insigne monumento, destinato ad inserirsi, con un suo particolare rilievo, nel quadro dell'architettura siracusana del sec. XV (vedi: Appendice). Si è voluto applicare integralmente il nuovo progetto nel suo completo piano di sfruttamento; nessun tentativo è stato compiuto per coordinare, sopratutto nella parte prospettica, lo sviluppo delle nuove forme architettoniche con quelle preesistenti. Del vecchio edifizio altro ormai non rimane che il ricordo fotografico. Il suo destino parve del resto segnato in una delle fasi pivi tragiche dell'ultima guerra, quando, in seguito a violento bombardamento aereo, andò in rovina quella parte del palazzo alla quale era «tata data da Giovanni Vermexio, nel primo ventennio del sec. XVII, una struttura architettonica completamente autonoma.