palazzo Steri Magno
(Hosteri-Magnum)
Non esiste documentazione riguardante il palazzo dello Steri di Siracusa.
seguito alle disposizioni urbanistiche e architettoniche della Regina di Spagna che, avendo in dote Siracusa, volle agevolarne la funzionalità e il decoro, promuovendo la demolizione di fabbriche fatiscenti e la conseguente edificazione di palazzi appartenenti all’aristocrazia emergente.
Dell’antico Hosterio resta l’intero recinto fortificato che, nella parte basamentale, è caratterizzato dalla presenza di alcune aperture gotiche, superstiti ai disastrosi terremoti del 1542 e del 1693. Dagli incendi e dalle guerre, dai terremoti e dai deturpamenti umani, si è salvato anche un lungo tratto della cornice marcapiano, la quale è costituita da un intreccio rigorosamente geometrico di materiali lapidei diversi: la pietra lavica porosa e la calcarenite bianca di Siracusa .
LOSANGHE MARCAPIANO
PORTA DEI MORTI
Palermo palazzo dello Hosteri-Magnum è presente anche a .PALERMO
Nel 1306 Manfredi Chiaramonte il Vecchio acquistava dal Convento di Santa Maria di Ustica e di S. Onofrio, il terreno su cui sorge l’edificio. Non è noto quando e da chi fu iniziata la costruzione del Palazzo, ma poiché il Chiaramonte era Gran Giustiziere Capitano di Palermo ed Ammiraglio del Regno, è probabile che ad iniziare i lavori sia stato lui, intorno al 1307.
Il Palazzo è chiamato anche Steri (da “hosterium”, palazzo fortificato), ed è il primo esempio del nuovo stile architettonico che si affacciava in Sicilia all’inizio del Trecento: lo stile, detto appunto “chiaramontiano”, che si caratterizzava per la facciata elegante e raffinata, coronata da feritoie ed adornata da splendide finestre con archi ogivali a sesto acuto.
Il Palazzo ha una storia segnata da avvenimenti cruenti e terribili. L’ultimo dei Chiaramonte, Andrea, nel 1396 fu decapitato davanti al suo palazzo. Poi lo Steri passò al regio demanio. Sotto il re Martino fu sede della Corte; quindi, intorno al 1400, vi si stabilirono i siniscalchi e i tribunali. Nel 1601, dopo che nel 1598 la Regia Magna Curia fu trasferita al Palazzo dei Normanni, lo Steri divenne sede del Tribunale della Santa Inquisizione. In quel tempo fu costruito il Carcere dei Penitenziati e nello stesso Steri ebbero sede le spaventose prigioni dei Filippini. Il Tribunale fu chiuso nel 1782 dal Viceré Caracciolo, il quale diede poi alle fiamme l’archivio segreto e gli strumenti di tortura. Per qualche anno lo Steri fu sede del Rifugio dei Poveri di S. Dionisio e successivamente della Regia Impresa del Lotto. Dal 1800 al 1958 il Palazzo ospitò nei piani superiori gli Uffici Giudiziari e, al pianoterra, gli uffici della Dogana. All'interno - al primo piano - si trova la Sala Magna o dei Baroni, con uno splendido soffitto ligneo, considerato una vera e propria "enciclopedia medievale": conta trentadue storie, per lo più bibliche, mitologiche o cavalleresche, dipinte a tempera nel 1380 dai pittori Darenu da Palermo, Simone da Corleone e Cecco da Naro. In una delle sale è esposta "La Vuccirìa" di Renato Guttuso. Il celebre quadro, dipinto nel 1974, è un’opera in cui lo spirito del celebre mercato palermitano, con il suo colore, le sue suggestioni, il suo stordimento fatto di odori e di voci, viene evocato nell’espressionismo vitale di una figurazione esuberante e magniloquente.
Oggi il Palazzo Chiaramonte-Steri è sede del Rettorato dell'Università di Palermo. Solo una minima parte degli ambienti è aperta al pubblico.