fonte Ciane - palazzi di pregio

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Palazzi di pregio
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fonte Ciane

F


http://www.antoniorandazzo.it/archeologia/santuario-ciane.html

Il Fiume Ciane nel suo tratto iniziale.

Il Fiume Ciane è un piccolo, ma importante corso d'acqua situato a sud di Siracusa su cui aleggiano varie leggende come quella della Ninfa Ciane, che per il dolore arrecato dal rapimento dell'amica Persefone (figlia della Dea Cerere) da parte del Dio Plutone (sovrano del regno dei morti), morì e venne trasformata in fonte dalla compassione degli Dei. Così secondo i greci nacque il Fiume Ciane.
In realtà il Fiume Ciane nasce presso il piccolo promontorio chiamato "Cozzo Pantano" ed è alimentato dalle sorgenti sotterranee chiamate "Pisma" (o "Testa Pisima") e "Pismotta" (scavalcate da una passerella in legno) che sorgono dei pressi di un boschetto di Lecci, alimentate a loro volta dalle acque meteoriche provenienti dal Vallone Cifalino - Mortella (che si incanala nella "Saia" nota come "Canale Scandurra" che termina proprio presso la fonte "Pisma") e dalle infiltrazioni sotterranee provenienti dal limitrofo Canale Mammaiabica (corso d'acqua parallelo al Fiume Ciane scavato riadattando il corso finale del Vallone Cavadonna). Quest'area è chiamata "Fonte Ciane" ed è raggiungibile sia dalla SS 115 per Cassibile, sia dalla S.P. 14 "Maremonti" per Canicattini Bagni.
La sorgente di Testa Pisima presso cui nasce il Fiume Ciane.


Il boschetto di Lecci presso cui sorge la sorgente del Ciane.








fonte ciane Wilhelm von Gloeden




L’oracolo di Apollo indicò una sola via di salvezza: che Ciane uccidesse il padre e quindi immolasse se stessa. La triste vicenda si rispecchiò poi nelle acque di un modesto fiume, nelle vicinanze di Siracusa. Narra ancora Ovidio, che Ciane era una ninfa: avendo osato opporsi al rapimento della figlia di Proserpina, fu trasformata in fonte. Per i mortali il vivido colore che scaturiva da quella sorgente diventò il termine per identificare l’azzurro, ovvero il ‘cyan’ delle moderne pellicole litografiche.



Sembra incredibile che un fiume, lungo appena sei chilometri, si sia trasfigurato in modo così fecondo nei miti e nelle leggende poetiche. Forse un prodigio, come quello che ha reso il Ciane unico in Europa agli occhi dei botanici, per la presenza dell’unica stazione autoctona di papiro.
Il papiro (Cyperus papyrus) è una pianta acquatica che raggiunge sul Ciane 4 - 5 metri d’altezza. Risalendo il fiume in barca, i suoi robusti fusti si innalzano dal pelo dell’acqua e svettano con una grande chioma espansa, ricadente in minutissimi fili e spighe. La pianta è conosciuta soprattutto perché fornitrice di una pregiatissima materia per la scrittura. Recidendo lo stelo e sezionando il midollo in strisce sottilissime, poi incollate fra loro con il loro stesso succo, si ottengono, allo stesso modo degli antichi Egizi, delicati foglietti. Si tramanda che gli Egizi non vollero tramandare ad altri questa tecnica che si estinse con la loro decadenza. Fu il siracusano Francesco Landolina a riportarla in auge nel ‘700 utilizzando proprio le piante del Ciane. Oggi a Siracusa c’è un Istituto del papiro (via XX Settembre 19, www.papiro.it), mentre il locale Museo espone piroghe in papiro, ceste, calzari e documenta le fasi di lavorazione.
Oggi il fiume Ciane fa parte di una Riserva naturale che si estende anche alle vicine Saline di Siracusa. Un gesto opportuno che ha impedito la progressiva rarefazione di questa straordinaria rarità botanica. Fino a non molti anni fa infatti, le acque del Ciane erano derivate per usi agricoli, compromettendo la stabilità delle loro portate, fattore indispensabile per la vita del papiro. Oggi la visita del Ciane si effettua in barca per un tratto di circa due chilometri, dalla foce verso la sorgente. Il resto è lasciato alle limpide acque e alla naturale evoluzione di questa preziosa specie botanica che ci avvicina allo starordinario trascorso storico di questo angolo di Sicilia.

PERCORSO IN BARCA. 1. Lasciato il Ponte Grande, la barca discende il Canale Mammaiabica raggiungendo la foce comune ai fiumi Anapo e Ciane. Sugli eucalipti si attardano i cormorani, mentre i gabbiani sfidano il vento librandosi in volo. Le folaghe, atterrite dal rumore del motore, sfuggono con buffe corse sul pelo dell’acqua.
2. La navigazione prosegue sul Ciane. Una sponda è bordata da eucalipti, l’altra dagli agrumeti. Vicino a un bacino di pompaggio, si supera con una chiusa un lieve salto d’acqua. La barca procede ancora per un centinaio di metri sfilando fra i ciuffi dei papiri, poi, quando il fiume si stringe, retrocede.





PERCORSO PEDONALE. 1. Lasciata l’auto presso la Fonte Ciane, si attraversa il boschetto di eucalipti imboccando il percorso parallelo al fiume. Subito, cespugli di papiri si affollano sulle sponde lasciando qualche chiaro d’acqua dove sfuggono folaghe e gallinelle.
2. Il percorso pedonale di visita segue il fiume, per circa 3 chilometri, fino alla chiusa e al bacino di
pompaggio. Un ponticello permette di passare da una sponda all’altra. Procedendo in silenzio si sorprendono diverse specie di uccelli acquatici. Si può anche fare una breve diramazione fino alla Testa Pismotta, da cui sgorga un’altra fonte.
3. In auto, dopo la gita a piedi, si raggiunge l’Imbarcadero al Ponte Grande (statale 115). Da qui, una stradina conduce al tempio di Zeus Olimpio. La sua posizione, poco elevata, consente una veduta sulla Riserva naturale. Le due colonne superstiti, ritratte in numerose iconografie romantiche, sono l’unica testimonianza di Polichne, piccolo abitato suburbano dipendente da Ortigia.




Secondo il mito, narrato da Plutarco, Cianippo, sacrificando agli dei si sarebbe dimenticato di Dioniso che se ne risentì. Inebriato e confuso Cianippo violò la figlia Ciane scatenando la sventura su tutta la Sicilia.

mappa fiume anapo 1872 incisione in acciaio




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