Santa Maria Concezione
chiesa di Santa Maria della Concezione
Siracusa, chiesa di Santa Maria della Concezione.
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La chiesa di Santa Maria della Concezione, conosciuta anche come Santa Maria delle Monache, si trova a Siracusa, in via Roma, angolo via del Crocifisso, dove, sopra il quattrocentesco portale laterale, campeggia un gruppo scultoreo scolpito in calcare bianco, con nella nicchia centrale la Madonna in preghiera e ai lati due angeli adoranti che in precedenza ornava la porta del parlatorio del Monastero, in via Laberinto
Era annessa, all’adiacente omonimo Monastero, tra i più grandi, ricchi e importanti di Siracusa, esteso nell’area compresa tra via Roma, via della Maestranza e via Laberinto.
Venne edificata, secondo gli storici, sulle rovine della precedente chiesa trecentesca fatta costruire dal vescovo Pietro Montecateno, crollata, molto probabilmente, a causa del terremoto del 1542.
Il vescovo Giovanni Antonio Capobianco, nel 1651, fece iniziare i lavori progettati dall’architetto Michelangelo Bonamici, il quale completò la prima parte dei lavori previsti il 17 marzo 1658, data in cui venne celebrata una solenne cerimonia di benedizione.
Tra il secondo e terzo altare destro, in una targa, è inciso l’anno 1878, in ricordo della dedicazione a Santa Maria Immacolata Concezione, da parte del vescovo Giovanbattista Alagona.
Il prosieguo dei lavori venne interrotto a causa del terremoto del 9/11 gennaio 1693 che fece crollare la imponente cupola, secondo gli storici la più alta di quelle al tempo esistenti, il campanile, la sacrestia e gran parte delle strutture del Monastero.
Nel 1703, iniziarono i lavori di ricostruzione, affidati al Capo mastro Antonio Almirana, supervisionati dall’Architetto Pompeo Picherali, incaricato del corretto adempimento dei capitoli contrattuali stipulati dalle Monache committenti, i quali, prevedevano l’esecuzione delle opere come da originario disegno di Michelangelo Bonamici.
A partire dal 1706, in alto, sopra il portale di ingresso, venne costruito il coro, collegato al Monastero, con un corridoio ad uso delle monache di clausura.
L’attuale struttura, a pianta squadrata e unica navata, è arricchita da una serie di colonne in stile corinzio, archi e volte a botte decorata con pregevoli stucchi, dorature e affreschi, opere del 1786 del sortinese Sebastiano Monaco.
Il pavimento, è piastrellato con artistici mattoni in ceramica di Caltagirone decorati con composizioni di fiori e rose dei venti.
Nell’abside, di forma rettangolare, addossato alla parete a nicchia, delimitata da colonne e arco a tutto sesto, campeggia l’altare maggiore in pregiato marmo scolpito sul quale svetta il quadro, dell’Immacolata Concezione e Santi, opera di Agostino Scilla, inserita all’interno di un’artistica cornice in legno e stucchi finemente rifinita a foglia d’oro.
Sulle pareti laterali, due per lato, tra colonne in stile corinzio sovrastate da archi a tutto sesto, quattro altari laterali, anch’essi in marmo, dedicati rispettivamente: uno alla Madonna della Lettera, opera di Onofrio Gabrieli del 1668-72; uno a San Benedetto, opera di ignoto del XVIII secolo; uno a Santa Lucia, opera di Onofrio Gabrieli, Martirio di Santa Lucia, 1665; e uno ai Santi Innocenti, opera di Onofrio Gabrieli, strage degli innocenti del 1664.
Tra le opere conservate, un bellissimo quadro, opera di Antonio Maddiona o Madiona, del 1714, dedicato a Sant'Ignazio di Loyola, e un magnifico seicentesco organo a canne.
Dopo la legge 15 agosto 1867, n. 3848 che soppresse gli enti ecclesiastici, fu affidata alla Congregazione dei sacerdoti che la riaprirono.