chiesa di San Giorgio ai Miracoli - chiese esistenti Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Chiese esistenti
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chiesa di San Giorgio ai Miracoli

chiesa di San Giorgio ai Miracoli
Siracusa, chiesa di San Giorgio ai Miracoli.
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La chiesa di San Giorgio ai Miracoli si trova a Siracusa in via Santa Maria dei Miracoli angolo via dei Cordari.
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Secondo gli storici venne edificata sulle rovine della trecentesca chiesa di San Giorgio distrutta dal terremoto del 1693, come risulta da una mappa del 1694/95 che documenta lo sgombero delle strade dalle rovine post terremoto.
L’attuale edificio, di forma rettangolare, orientato est-ovest, realizzato in massicci conci squadrati di calcare locale, è delimitato a nord, dalla via dei Cordari, dov’è un ingresso secondario.
Il prospetto, si erge sulla via Santa Maria dei Miracoli, con al centro il portale inglobato tra paraste scanalate e capitelli in stile corinzio, sui quali, è incisa in lettere romane, la data di edificazione, MCCCCCI.
Il magnifico portale rinascimentale a cassettoni, in pregiato legno noce, è delimitato da stipiti angolari finemente scolpiti in blocchi di marmo bianco, con alla base, due leoncini accovacciati e, in alto, due mensole a spirale, sui quali poggia l’architrave elegantemente guarnito da variegate cornicette, un bassorilievo con Santa Lucia, e gli stemmi del vescovo Gabriele Dalmazio e della città, forse della scuola del Gagini.
Sopra l’architrave, una fascia arricchita da angeli con le ali spiegate, sovrastata da un cornicione aggettante e da un timpano a lunetta semicircolare e cornice a tralci nella quale campeggia un gruppo scultoreo con la Madonna col Bambino tra San Rocco e San Sebastiano.
Nella parte inferiore della facciata, a sinistra del portale, spicca un’elegante edicola pentagonale, in stile catalano, scolpita a fiorame, impreziosita all’interno da una pregevole quattrocentesca riproduzione della Madonna col Bambino, opera di Giovanni della Robbia.
In alto, al centro, sulla verticale del portale, un ampio finestrone a vetri con cornice ad arco a tutto sesto sopra il quale svetta, a mezzo busto, Gesù benedicente sormontato da una croce scolpiti in pietra calcarea locale.
L’interno, realizzato in massicci conci squadrati di calcare locale, di forma rettangolare ed unica navata, interrata rispetto al piano di calpestio della strada, rilevata a causa delle sovrapposizioni di sterri delle fortificazioni, alla quale si accede tramite un gradone - soglia in lastroni di marmo e una scaletta di discesa.
Nei capitoli relativi ai consolati delle corporazioni d'arte e mestieri del 1700, notaio Luciano Cutrona, volume. n. 10833, anni 1705-1706, archivio di Stato, si legge che, all'interno della chiesa di Santa Maria dei Miracoli si trovava la cappella dei Santi Crispino e Crispiniano, protettori dei "curvisieri e cunzaturi" (calzolai e lavoratori della pelle).
Nella parete destra un altare minore con nicchia ad arco a tutto sesto all’interno della quale è conservato un prezioso crocifisso ligneo e a destra una statua di Santa Rita.
Dal presbiterio, delimitato da colonne a paraste multiple con capitelli corinzi sopra i quali svetta un arco gotico a semplici cornici a tondini, lesene e gole si accede all’Abside di forma rettangolare al centro del quale, sopra l’altare in pietra scolpita, in una nicchia con cornice ad arco gotico, c’è la quattrocentesca statua a mezzo busto, opera di ignoto, della Madonna col Bambino.
Per la storia: Secondo Serafino Privitera, in una cappelletta di via dei Cordari, l'immagine della madonna venerata dai siracusani, salvò la città dalla peste durata 15 mesi, dal 28 Gennaio 1500 al mese di Aprile del 1501 e, in ricordo di quell’evento miracoloso, venne rinominata dal vescovo Gabriele Dalmazio “chiesa di San Giorgio ai Miracoli”;
Nella chiesa si conservano le statue lignee di San Crispino e di S. Lucia che veniva portata in processione prima che si costruisse l’attuale simulacro d’argento;
La parrocchia di San Giacomo Apostolo, demolita, venne spostata presso l’attuale chiesa di San Giorgio ai Miracoli nel 1931, dall’arcivescovo Baranzini.

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