Madonna del Piliere - chiese esistenti Siracusa

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Chiese esistenti
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Madonna del Piliere

Duomo Cattedrale

Culto della Madonna del Piliere

MESSINA una storia sulla Madonna:
Nel 1603 mentre una terribile carestia affliggeva tutta la Sicilia e in particolare la città di Messina. Il fatto era risaputo e le imbarcazioni straniere cercavano di evitare il passaggio nello stretto per non incorrere nelle azioni di pirateria degli affamati messinesi. Una grossa nave, carica di 5000 salme di grano, veniva da Volo, città greca, diretta a Napoli. Mentre passava per lo stretto dalla parte di Capo Peloro si alzò un fortissimo vento contrario, e si scatenò una terribile burrasca, il bastimento fu privato, in poco tempo del timone e le vele furono squarciate dal vento. La disperazione fu tale che l'equipaggio, seguendo il costume marinaresco e la superstizione del tempo, si affidò alla sorte per sapere a quale santuario o Madonna dovesse votarsi per avere soccorso. Da queste preghiere venne fuori il nome della Madonna del Piliere di Messina. I marinai di quel vascello costruirono una zattera, sulla quale montarono quattro uomini, estratti a sorte, e malgrado la tempesta giunsero in Messina dove narrarono il fatto. Prontamente la città di Messina benché prostrata dalla carestia, ma sempre pronta e generosa nei bisogni e nelle richieste altrui, inviò i soccorsi. Una galea carica di vele, sartiame ed altri attrezzi utili fu mandata alla nave greca per dare aiuto. E così il bastimento fu rimorchiato in porto e accolto dal popolo affamato come un messaggio soprannaturale, poiché bastarono infatti quelle 5000 salme di frumento ed altre che poi arrivarono, a liberare Messina dal terribile flagello della carestia.

Questi avvenimenti colpirono la fantasia popolare sempre legata alla fede, e gli fecero credere ad un miracolo della Madonna Protettrice della città. Sicchè il Senato ordinò che questo avvenimento fosse ricordato ogni anno con una processione, e offrì alla Cattedrale a ricordo della grazia, una nave d'argento, che è detta il " Vascelluzzo " e che ogni anno viene portata in processione per la città.

Il Duomo di Siracusa è intitolato alla Madonna del Piliere

La facciata barocca del Duomo, interamente distrutta dal terremoto, venne ricostruita tra il 1728 ed il 1753 su disegno dell'architetto trapanese Andrea Palma.
statua madonna del Piliere, opera dello scultore palermitano Ignazio Marabitti (1757), sul prospetto della chiesa del Duomo
Tavola - Madonna del Piliere Fausto Sanseverino, archivio dell’autore


Soggetto:Madonna con Bambino detta Madonna del Piliere
Materia e tecnica:Tempera su tavola
Misure:cm 203x127 (Testa della Madonna: diametro cm 50;
Testa del Bambino: diametro cm 27)
Cronologia:
Ultimo quarto del secolo XIII,
Collocazione:Tesoro della Chiesa cattedrale
Anticamente collocata nella cattedrale di Siracusa in una cappella a lei dedicata, corrispondente all’attuale cappella di Santa Lucia, la Madonna del Piliere vi rimase sino al 1645, salvo un cinquantennio circa in cui era stata spostata nell’Oratorio del Palazzo arcivescovile, per andare poi ad occupare l’oculo che corona la decorazione dell’altare seicentesco dove rimase fino al primo decennio del ‘900. Nel 1927 fu trasferita nei locali attigui alla sagrestia dove è custodito il Tesoro.
La sua denominazione è stata al centro di svariate ipotesi tra le quali, tuttavia, la più probabile sembra quella che la mette in relazione con i termini pilastro o porta, con chiaro riferimento all’usanza di porre le icone sui pilastri votivi delle chiese, come peraltro analogamente avviene per le icone mariane di Randazzo e di Mineo nonché di Cosenza, dove pure si conserva una Madonna del Piliere.
L’opera consta di tre elementi: i due tondi con i volti della Madonna e del Bambino, inseriti nella tavola sagomata che li raffigura, ed il trono. L’analisi dei materiali induce a ritenere che i due tondi siano stati ritagliati da un dipinto più grande e di epoca più antica, mentre il resto della tavola non può che essere un rifacimento, probabilmente quattrocentesco, della primitiva immagine:
diversa è infatti l’essenza del legno, pino scuro per i due tondi e abete per il resto della tavola; differente lo spessore come pure l’orientamento delle fibre. Né si potranno tacere le ben evidenti discordanze di natura stilistica tra le parti.
Il tema iconografico è quello tradizionale della Madonna Hodighitria: la Madonna, coperta da un maphorion di un blu intenso, impreziosito da decorazioni a cliché sotto il quale si intravede una tunica rosa, siede su un trono decorato con pilastri sovrapposti e con spalliera a doppio ordine. Il Bambino, frontalmente raffigurato in atto benedicente, indossa una tunica gialla ricoperta da un manto rosso mentre regge il globo con la sinistra.
Il restauro conservativo del 1981, eseguito da Giacomo Platania, è valso a risanare il supporto, pesantemente compromesso dai tarli, oltre a liberare l’opera dalle infelici ridipinture che ne avevano compromesso le originarie cromie. Soprattutto i due tondi con i volti della Madonna e del Bambino hanno in tal modo recuperato il loro aspetto originario consentendo di avanzare l’ipotesi di una datazione oscillante intorno all’ultimo quarto del XIII secolo, sopravvivenza di certo non unica né rara di modelli costantinopolitani ben presenti e documentati nel territorio della Sicilia sud-orientale.
Bibliografia essenziale
Agnello G., Il duomo di Siracusa e i suoi restauri, in “Per l’Arte Sacra”, 4, 1927, 1-2, p. 37;
Agnello N., Ricordi storici sullo stato antico e moderno della chiesa siracusana, 1888, pp. 76-77;
Barbera G., Due frammenti duecenteschi, una tavola quattrocentesca e un assemblaggio, in “Federico e la Sicilia. Dalla terra alla corona. Arti figurative e arti suntuarie “, 1995, pp. 457-460;
Capodieci G. M. , Antichi monumenti di Siracusa illustrati, 1813, I, p. 361;
Cecchelli C.,Mater Christi, I, 1946-1954, pp. 89-90;
Magnano P., Il culto della Madonna in Siracusa, 1986, pp. 2-4;
Magnano P., La cattedrale di Siracusa, 1990, pp. 15-17, 35-39;
Mauceri E., Guida archeologica e artistica di Siracusa, 1897, p. 30;
Imago Virginis, a cura di Giansiracusa P., 1988, pp. 26-30;
Pirri R., Sicilia Sacra, 1733, p. 646;
Privitera S, Illustrazioni su l’antico tempio di Minerva oggi il Duomo di Siracusa, 1863, p. 27
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