capriate S. Lucia borgata
STEMMA ARAGONA NEL CORTILE INTERNO
vedi chiesa Santa Lucia extra moenia
Presentazione
L'incontro tra l'Associazione di fedeli Santa Lucia al Sepolcro e il critico d'arte prof. Michele Romano (Accademia di Belle Arti di Catania) ha fatto sì ci nascesse un progetto comune per valorizzare i luoghi luciani che molti siracusani ancora oggi non conoscono, dando vita ad una mostra fotografica "La Stor Dipinta" seguita da una conferenza "La Basilica di S. Lucia e le sue capriate lignee".
Ciò in occasione della commemorazione del miracolo, avvenuto al Sepolcro di Santa Lucia il 6-7-8 maggio del 1735, della prodigiosa sudorazione del voli delle mani e dei piedi della statua marmorea realizzata da G.Tedeschi; miracolo confermato nel 1736 dall'allora vicario generale della diocesi Ignazio Reggi Un percorso artistico affascinante che celebra Lucia come testimone di martirio e di fedeltà a Cristo, luoghi che ispirarono il "Seppellimento di Santa Lue del Caravaggio".
La grande devozione che lega i siracusani a Santa Lucia fa sì che in Suo nome si possono realizzare progetti comuni di non facile attuazione.
Tutto nasce dal desiderio di dare agli altri il meglio di se stessi, nella convinzione che questo debba avvenire giorno dopo giorno: in famiglia, al lavor
dovunque e in ogni circostanza.
Lucia col suo martirio ci ricorda che non può rimanere mediocre la vita di chi incontra Cristo, ma dobbiamo aprirci a nuovi orizzonti, alla carità cristiana ed all'essere missionari nella propria terra.
LA STORIA DIPINTA
"Ecclesiam sactae Lucie,que est prope Syracusanam civitatem posita..", il vescovo di Siracusa Guglielmo concede nel I I 15 al monastero di S. Opolo di Mileto la giurisdizione della chiesa di S. Lucia extra moenia. In stile normanno- svevo sono la pianta basilicale triabsidata, la torre campanaria e il portale principale mentre di fattura aragonese troviamo il rosone e all'interno il soffitto ligneo dipinto, riscoperto nel 1940, quando fu rimossa la volta in canne e gesso settecentesca che ne oscurava la visione. Del Settecento è il portico esterno con colonne aggettanti, opera dell'architetto siracusano Pompeo Picherali (struttura riordinata dopo il crollo del 1970).
PORTALE
Il portale rievoca nelle sue pure forme geometriche quello normanno di Cefalù, racchiuso in un riquadro parietale cuspidato, con la cornice mistilinea dalla decorazione fìtomorfa. Di particolare rilievo i due leoni che guardano all'interno, consimili a quelli del portale aretuseo di Castel Maniace, ed elementi simbolico del tempo e della luce, come figure tutelari delle porte sacre, leoni stilofori o aggettanti, che in forma apotropaica proteggono l'accesso ai luoghi sacri.
ROSONE
Elemento architettonico di forma circolare, ben presente nell'architettura gotica siracusana, dalla chiesa di S. Giovanni alle catacombe, a S. Martino e S. Giovannello in Ortigia. La geometria radiale ha inizio dal modulo centrale quadrilobato, per aprirsi, attraverso esili colonnine, a degli archetti acuti trilobati. Un occhio simbolico di luce, per la navata centrale, ma dal valore cristologico e mistico, tra sofferenza e cuore della vita e dell'anima.
TORRE CAMPANARIA
Si innalza accanto alla facciata e comunica con l'interno della chiesa attraverso una porta ogivale posta nella navata laterale sinistra. La stereometria verticale della torre è ben saldata nella parte inferiore, a conci squadrati e ben murata, tipicamente normanno-sveva (Monreale- Cefalù) mentre le cornici marcapiano amplificano il volume modulare della struttura che si alleggerisce nell'ultimo registro, rivisitato nel settecento da Pompeo Picherali.
Le capriate lignee d'età medievale testimoniano il senso retorico simbolico della narrazione, tra sacro e profano, tra devozione e figur araldiche e zoomorfe, quell'alfabeto immaginario del bestiario medievale. I Sicilia, con la presenza normanno-sveva e aragonese, si commissionarono soffitti lignei nelle Cattedrali di Cefalù e Nicosia e rievocano, insieme Siracusa, modelli catalani di Barcellona e Valenza, coniugati alla Corona i Sicilia.
Iconografia araldica
Stemma d'Aragona (G.M. AGNELLO)
Arma: d'oro a quattro pali di rosso (Real Cas d'Aragona);
Scudo: ad ancile, arrotondato "Tra le immagini raffigurate...! blasoni affiancati < Martino il Giovane, re
di Sicilia, e di Martino il vecchio, re d'Aragona, comprovano che il tetto
fu sistemato tra il 1397 ed il 1409, anno della mori di Martino I".
STEMMA ARAGONA SICILIA
La Real Casa d'Aragona in Sicilia mostra un'arma inquartata a croce di S.Andrea, il capo e la punta d'oro con quattro pali di rosso (Real Casa d'Aragona), e ai lati o fianchi d'argento all'aquila monocipite di nero coronata, al volo spiegato e caudata (Reale e Imperiai Casa di Sicilia e Svevia e delle Due Sicilie).
STEMMA SIRACUSA
La città di Siracusa, tra il XIV e XV secolo, sostituisce all'aquila reale monocipite sveva, il castello turrito-merlato che meglio simboleggia la città fortificata.
Arma: (di verde) al castello (d'oro) turrito- merlato alla guelfa chiuso, muragliato, portato, fenestrato e balconato (di nero). Scudo: ad ancile
Iconografia sacra
MADONNA COL BAMBINO
La figura di Maria col Bambino, è dipinta nella zona centrale della stessa trave lignea che ospita anche le Sante Lucia ed Agata. Un Madonna dell'Umiltà, raffigurata nel momento in cui allatta Gesù. Le due figure sono inserite all'interno di un'architettura con arco a tutto sesto, la Vergine con tunica rossa e manto azzurro con in braccio il Bambino che sostiene e abbraccia a se con il braccio destro, la cui mano esce da sotto il mantello, mentre la mano sinistra è portata alla base del busto.
SANTA LUCIA
La Santa aretusea è raffigurata a mezzo busto, inserita all'interno di un arco a tutto sesto sorretto da due colonnine. Dal fondo blu emerge la figura della Santa ammantata di rosso, con la mano destra portata al petto e la sinistra nell'atto di sorreggere il piatto con gli occhi, purtroppo ormai poco leggibile. La testa è inserita in un nimbo dorato e il volto dall'espressione ieratica, rimanda all'affresco paleocristiano di Santa Lucia della cripta di S. Marciano di Siracusa, presso le catacombe di S. Giovanni Evangelista.
SANT’AGATA
La figura di Sant' Agata, a mezzo busto, è anch'essa inserita all'interno di un'architettura con arco a tutto, l'immagine è su campo blu, vestita di una tunica rossa ed un manto verde chiaro sulle spalle. La mano sinistra è poggiata sul petto mentre, la destra regge una coppa al cui interno sono le mammelle recise, simbolo del martirio della Santa catanese. Il capo inserito in un nimbo dorato, mentre l'espressione del volto è caratterizzata dalla morbidezza dei tratti, su cui si aprono grandi e tondeggianti occhi castani La figura di Sant' Agata, a mezzo busto, è anch'essa inserita all'interno di un'architettura con arco a tutto, l'immagine è su campo blu, vestita di una tunica rossa ed un manto verde chiaro sulle spalle. La mano sinistra è poggiata sul petto mentre, la destra regge una coppa al cui interno sono le mammelle recise, simbolo del martirio della Santa catanese. Il capo inserito in un nimbo dorato, mentre l'espressione del volto è caratterizzata dalla morbidezza dei tratti, su cui si aprono grandi e tondeggianti occhi castani