Carbonaro Antonella - permanenzagalleriaroma

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Arte e Artisti
Vai ai contenuti

Carbonaro Antonella

C

Antonella Carbonaro




Antonella Carbonaro, nata a Messina, è siracusana d'adozione e dal 1969 vive in un quartierino dell'antico isolotto di Ortigia, innamorata di tutto ciò che la circonda. E nella solare Siracusa dove, a detta di Cicerone, non passa giorno senza che spunti il sole, ha maturato i temi della sua ispirazione, dedicandosi alla pittura e alla poesia. Così ha ordinato diverse mostre personali ed ha partecipato a numerose collettive, riscuotendo consensi di pubblico e di critica.
Per la poesia ha pubblicato nel 1 990, per i tipi dell'editore Romeo di Siracusa, la raccolta "Brìciole", sua opera prima, con prefazione di Giusto Monaco, e nel 1993 la raccolta "Versi per un Vagabondo", per i tipi dell'editore Flaccavento di Siracusa, curata da Enzo Papa con una nota di Luigi Tallarico.

Antonella Carbonaro, was born in Messina, but has adopted Syracuse as her home and since 1 969 she lives in the historic centre of Ortigia, in an environment that she loves. It is in sunny Syracuse, the city where, as Cicero says, not one day passes without the sun appearing, that the artist develops the themes of her inspiration, dedicating her time to painting and poetry.
She has held various exhibitions of her own works and with other artists, enjoying positive reactions from the public.
In 1 990 she published a collection of poems, "Briciole" - crumbs, for the editor Romeo of Syracuse with a preface by Giusto Monaco, and in 1993, the collection "Vers! per un Vagabondo" - verses for a vagabond, for the editor Flaccavento of Syracuse, with Enzo Papa and annotations by Luigi Tallarico.


Antologica

Venerdì 7 dicembre  2007
ex Convento del Ritiro di via Mirabella 31
















Pittura e sentimento

Un pensiero di saggia armonia nei dipinti di Antonella Carbonaro Pittrice dal linguaggio armonioso e dai colori caldi e vaporosi

L’Astrattismo prima e il concettualismo poi ,  se da un canto hanno dato espressione alla voce dell’anima, dall’altro hanno polverizzato quella dimensione del fare artistico che si inscrive nello spazio del diletto, del piacere, dei sentimenti più genuini. In tal modo le avanguardie del Novecento hanno svilito il valore sociale di quella pittura che, svincolata dagli ismi, cerca consenso tra i famigliari e gli amici, tra gli estimatori delle belle visioni, delle cartoline del viaggio e di quelle armonie delicate che sono spesso rivelazione di una serenità domestica del cui valore siamo obbligati a riflettere.

Se  l’arte delle trincee culturali nasce nel dibattito e nel confronto e si intreccia alle questioni della politica e dei mutamenti sociali, bisogna ammettere che esiste anche un esercizio del colore che non ha per obiettivo le battaglie di rinnovamento e gli scontri per l’affermazione della verità, le rivoluzioni artistiche e la ricerca di nuovi linguaggi. Far finta di niente è poco corretto, evitare di conoscere il fenomeno (peraltro antico e radicato) è atteggiamento anticulturale.

Lo dico con profonda convinzione e con la serenità d’analisi  che un argomento così delicato merita, in particolare da chi come me opera nell’ambito specifico muovendosi negli spazi della ricerca e dell’alta formazione. Per tale ragione ho voluto capire quale sia la spinta creativa che anima la vicenda artistica di Antonella Carbonaro, pittrice di delicate marine, di deserti dalle dune ondeggianti, di campi fioriti, di alberi robusti e imponenti.

A ben guardare gli ultimi dipinti si direbbe che alcune opere dell’Impressionismo francese abbiano particolarmente colpito la sua fantasia. Ciò si evince dal colore svelto e pastoso e anche dalla vivacità cromatica che invade il suo  spazio iconico.

Ancor più decisi sono i colori quando la Carbonaro si dedica al racconto dell’ambiente siciliano. Certe colate laviche scorrono come fiumi incontenibili sui fianchi dell’Etna e impastano la materia incandescente alla luce e al fuoco. Il colore si fa vivo come sangue e fluisce impetuoso; nei lati, come lava che si raffredda, la materia cromatica  si raggruma increspandosi in forme imprevedibili.

Nei campi coltivati ad ulivi o nei pianori punteggiati dalle chiome tondeggianti di alberi monumentali la pittrice non manca di evidenziare la solarità siciliana, l’ampiezza dei luoghi, la profondità dell’orizzonte. Parimenti dicasi per le spiagge, quelle linee di confine tra la terra e il mare in cui la materia consistente si lascia accarezzare dalle onde voluttuose. Sembrano carezze i flutti leggeri che bagnano la sabbia depositando conchiglie e coralli, alghe e frammenti di sostanze organiche. C’è l’inizio di una nuova vita dietro l’onda che pettina la terra, c’è la voglia di raccontare il germoglio dell’esistenza dentro la schiuma di Venere ciprea.

La Carbonaro è distante dal frastuono e dai  rumori assordanti del nostro tempo, così come dal  vociare irrispettoso della società violenta; l’artista  cerca la dimensione del silenzio meditativo. Alla stessa maniera invece che ai problemi dell’inquinamento dilagante, della spazzatura che ci copre oltre ogni misura , delle guerre che attanagliano il mondo, dei soprusi e delle angherie che opprimono i più deboli… la pittrice preferisce pensare agli equilibri ambientali, alla natura incontaminata, ai campi di grano maturo, alle marine profonde che invitano al viaggio, al sogno.

L’artista ha scelto di circondarsi della bellezza e lo fa persino con le graste fiorite, vasi di terracotta in cui il lilla dei ciclamini si affianca al colore deciso dei gerani e delle violette. Una esplosione di vita fa da cornice al suo mondo poetico, un mondo costruito nella realtà quotidiana prima ancora di essere dipinto sulla tela. La sua è  una proposta di delicata bellezza che invita a riflettere sul rispetto che ogni creatura deve promuovere nei confronti della natura. Non è fuori luogo il suo messaggio di profonda saggezza, anzi ritengo che l’umanità nuova, per ritornare a riflettere, abbia bisogno di ricostruire un equilibrio del quale in molti avvertiamo la necessità.

E’ sorprendente come tutto ciò derivi da una meditazione domestica, da un esercizio di armonia compiuto con costanza nell’intimità del proprio spazio vitale, tra gli affetti più forti , tra i ricordi più intensi.

Antonella Carbonaro con la sua pittura non vuole rivoluzionare il sistema delle arti, sa di non avere la funzione di modificare il corso della  storia , ma sa anche che la poesia dell’amicizia, la pittura della gioia di vivere possono colorare di bellezza un mondo buio e triste, sporco e violento.

E’ per tale ragione che ne ho raccolto il messaggio promuovendone la conoscenza, sicuro di salvare in tal modo una dimensione del fare artistico che  deve stimolarci a meditare.

All’artista, che opera senza il condizionamento delle regole e dei linguaggi  prestabiliti, va il merito di aver trovato il coraggio di esprimere i valori delle sue Oasi, della sua Africa, della sua Sicilia, realtà geografiche assurte a luoghi dell’anima senza i quali la stessa vita non avrebbe senso.

Pittura e vita dunque, in una simbiosi inscindibile. La rivoluzione nell’arte è altro e si fa in trincea dove i critici e gli storici siamo obbligati a cercarla e riconoscerla.

Paolo Giansiracusa
Torna ai contenuti