Bengala Luigi
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Bengala Luigi
Luigi Bengala è nato a Siracusa il 3 ottobre 1945, ancora giovane inizia a realizzare le sue prime opere nel 1964. Frequenta l'Istituto Chimico di Siracusa fino al 3° anno, ma resosi conto che gli studi chimici erano ben lontani dai suoi interessi, cambia corso conseguendo nel 1968 il diploma di Maestro d'Arte presso l'Istituto Statale d'Arte di Siracusa. Poi frequenta l'Accademia di Belle Arti di Catania per due anni. Dal 1977 al 2008 opera nella sua "Bottega d'Arte" e oggi ha aperto uno Studio personale di pittura in Ortigia (Sr). Nel 1981 ha eseguito la sua prima mostra personale a Siracusa nei saloni C.R.A.L. - I.N.P.S.. Inoltre dal 1970 al 1987 ha partecipato a numerose estemporanee e collettive dove ha conseguito riconoscimenti e premi. Nel 1984 ha eseguito un'altra mostra personale nei saloni del C.R.A.L. - I.N.P.S. Nel Dicembre del 1986 ha presentato una mostra personale nella Basilica di S. Nicolò (Sr). Nel Dicembre del 1990 ha presentato una mostra personale alla Cripta del Collegio (Sr). Nel Dicembre del 1995 ha presentato una mostra personale nei Saloni di Mons. Costanzo in Via delle Vergini (Sr).
Foglie cullate dal vento tra le rocce e i casolari abbandonati ove la delicatezza dei colori dona serenità e candore al meriggio assolato. L'aria carica di profumi, fresca e pungente canta l'antico amore, un tempo signore della solitudine campestre. Smarrito e' ormai il delizioso sapore degli agrumi alieni alla sofisticazione che anticipa loro il colore e l'aroma. Lontani sono ormai i mormorii dei bambini scorazzanti per i prati vestiti a festa dai fiori colorati. Offuscati appaiono oggi i tramonti ingravidati dai velenosi fumi delle industrie. E noi restiamo ancori ad esibirci nella monotonia d'una pigrizia fredda e sterile. Campagne, incantevoli alcove per amanti liberi, per vagheggiamenti solitari, per immersioni nel mistero. E tu mistero, impaziente memoria che ami offrirti al fruscìo dell'erba e dell'acqua che disseta la terra - antica madre e puro risveglio - vieni a bisbigliarci l'illusione che rinfresca il cuore. Chiaro e' l'abbandono così come il desiderio del pittore sospinto dall'inventare o riprendere i tradizionali motivi esistenziali. Dipingere i boschi, i particolari angoli di un paesaggio impregnato di sani e seducenti profumi potrebbe oggi apparire come semplice esercizio pittorico teso a testimoniare la bravura dell'esecuzione, ma occorre scavare dentro le pieghe della pittura, occorre capire il frutto di un amore per la natura. Luigi Bengala è un pittore che ben sà illustrare la materia campestre, i colori, le pagine splendenti della natura che, simile ad un libro, ogni giorno si apre per noi. Bengala usa il pennello ricordando i pittori macchiaioli; il colore fluttua da uno spazio all'altro stabilendo quel conflitto naturale di forze che generano l'equilibrio plastico e cromatico dell'opera. Egli dipinge cieli gonfi di speranza,quella speranza che vuole gli uomini scevri da ogni finzione; casolari circondati dal verde scintillante dell'erba meravigliata per tanta claustrale tranquillita'. Egli dipinge, oserei dire, il silenzio. Nelle sue composizioni non c'e posto per l'inganno annunciato dall'uomo, nè per il tedio che scaturisce dalle cose refrattarie agli stimoli. Bengala sà richiamare l'attenzione su quei momenti in cui tutti amiamo soffermarci per nutrirci ancora di quei salutari tramonti o meriggi assolati capaci di ricaricarci per affrontare un sistema sempre più disposto a raggelare la natura. Occorre tuttavia stabilire un contatto mediativo tra il pittore e il pubblico e questo mi porta ad invitare quest'ultimo ad accostarsi all'opera pittorica di Luigi Bengala con quel fraterno sentimento di chi, amando la natura, non può che riscontrare una semplicità tecnica ed esecutiva così come la natura stessa ama rivelarsi quotidianamente. L'augurio ch'io possa fare a Luigi Bengala è quello di una meritata ovazione tesa a stimolare l'attenzione su un problema attuale come quello appunto del rispetto per la natura.