tempio arcaico Athena - Monumenti Greci

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Monumenti greci
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tempio arcaico Athena

Tempio di Athena
TEMENOS DI ATHENA
Paolo Orsi (1910, 1912, 1915, 1918, 1925) diresse campagne di scavo dal 1912 al 1917 per
quasi tutta l’estensione di via Minerva (fig. 6) ed attorno al Duomo, portando alla luce non solo fondi di capanne preistoriche datate alla media età del Bronzo, ma anche i più antichi santuari della polis.
Il fulcro del temenos è costituito da un altare che presenta almeno quattro fasi: dapprima a
forma di “dado” (734-700), subisce un ampliamento per adattarlo al tempio arcaico (650-600), ed una successiva foderazione con le lastre di metope e triglifi (riusate da un edificio precedente) in concomitanza con la costruzione del Tempio Ionico (605-600). Viene infine, inglobato nella terrazza gradinata creata dai Dinomenidi al momento della costruzione dell’Athenaion (480) per facilitare l’accesso al livello arcaico. Sulla base delle dediche votive della stipe rinvenuta attorno ad esso, databile fra la fine dell’VIII e la fine del VI sec. a.C., Orsi (1918) riteneva che l’altare – così come tutto il temenos d’altronde - fosse dedicato ad Athena, mentre Yavis (1949, p. 130) ha proposto di attribuirlo al fondatore di Siracusa.
Subito a ovest dell’altare, vennero alla luce i resti di un edificio templare (cd. Tempio A) del
tipo ad oikos distilo in antis, databile alla metà del VII secolo, ma già dismesso e in parte distrutto dalle fondazioni del Tempio Ionico soprastante.
Alla fase arcaica del temenos, appartengono anche le stele che Orsi rinvenne poco più a est,
che sostenevano in origine degli anathemata, forse in bronzo, databili dal 520 al 480 a.C. Con la ristrutturazione dinomenide, le stele furono abbattute e sotterrato sotto uno strato di scarti di lavorazione dell’Athenaion (Orsi 1918, cc. 412-420; Savarino 2010-11, pp. 354-359). Quest’ultimo fu probabilmente edificato sotto Ierone I, poco dopo la vittoria sugli Etruschi nella battaglia navale al largo di Cuma (474 a.C.)11, sul punto più alto dell’acropoli (Orsi 1910), forse sgomberato dalle strutture precedenti.
Proseguendo gli scavi verso est, Orsi rinvenne altri edifici sacri, la cui attribuzione è rimasta ancora in sospeso per mancanza di dati.
L’Edificio D è stato riconosciuto come un altare monumentale e, sulla base della stratigrafia, va collocato cronologicamente fra il tempio arcaico e l’erezione dell’Athenaion, ovvero fra il 600- 575 e il 480 a.C.12.
L’Edificio E fu interpretato da Orsi, come un’edicola i cui lati nord e sud erano stati distrutti da interventi successivi. Voza invece, vi legge una stoà che inquadrava il temenos. Mertens per primo ha messo in dubbio questa ricostruzione mentre Savarino ritiene che lo spazio interno ai due muri sia invece un tratto di plateia N-S che delimitava il temenos (Orsi 1918; Voza 1999b, p. 14; Mertens 2006, p. 75; Savarino 2010-11, pp. 372-373), all’estremità del quale si posizionerebbe l’altare.
Tra i due edifici, fu rinvenuto un banco di cenere mista ad ossa, databile fra 725-700 ed il 600- 575, quando fu tagliato dall’altare. A nord di esso, fu rinvenuta una struttura di età predinomedea che Orsi interpretò come propylon del temenos.
Mentre a NE, rinvenne i resti di un edificio (H) orientato N-S, che ritenne un thesauròs, cronologicamente coevo o posteriore all’Athenaion (Orsi 1918, cc. 463-464; Savarino 2010-11, pp. 378-380).
Se accettassimo la proposta di Savarino di identificare il cd. Edificio E in un tratto di plateia,
dovremmo concludere che le successive strutture:

La/Lb/Lc/Ld di difficile interpretazione e la struttura F che secondo Orsi, sarebbe una base di un anathema pro-dinomenide, apparterrebbero ad un secondo temenos, il cui fulcro Orsi identificò in un piccolo altarino rinvenuto a est, orientato NESW, inglobato in un’edicola (G). Quest’ultima, orientata N-S, stratigraficamente è posteriore a Ld, e si daterebbe ad età tardo-ellenistica (205- 150 a.C.) (Orsi 1918, cc. 455-459; Savarino 2010- 11, pp. 388-391).
Sebbene i materiali rinvenuti, indichino ancora la figlia di Zeus come titolare del secondo temenos, la permanenza dell’altare, fino ai primi anni della conquista romana, lascia supporre che la divinità adorata fosse rimasta in auge e non potrebbe essere la Athena Lindia che poteva vantare il tempio dinomenide come sacrario della polis.

Il  primo edifìcio monumentale, un" tempio arcaico dedicato ad Athena, di  stile dorico, databile nei decenni centrali del VI sec. a. C.,  confermato dal ritrovamento di elementi architettonici, terrecotte, e  parte dell'altare negli scavi effettuati tra il 1912 e il 1917 e,  recentemente con il ritrovamento casuale di parte del Crepdoma a gradini  di pietra sotto il pavimento in legno e il muro di destro dell'attuale  chiesa e, in passato, nel cortile e sotto il palazzo Arcivescovile.
Secondo storici e archeologi, come si deduce dai dati stratigrafici, il tempio arcaico fu demolito poco dopo l'inizio del V secolo, e sostituito con il tempio attuale fatto edificare con ogni probabilità da Gelone in epoca dinomenide.
area Duomo e palazzo Arcivescovile

Crepdoma a gradini di pietra sotto il pavimento in legno e colonna del tempio arcaico
recentemente ritrovati durante lavori di manutenzione nella stanza adiacente alla cappella del Battistero e al  museo Luciano
 
 tempio di athena-impianto urbano in epoca arcaica
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