San Giuseppe
Il testo è tratto da:
Architettura religiosa in Ortigia
di Lucia Acerra
stampato nel 1995
da: EDIPRINT CHIESA DI SAN GIUSEPPE piazza san Giuseppe
Posta sulla piazza omonima, fu costruita per volere dei Confratelli Falegnami nel sito ove sorgeva la vecchia chiesa di S. Fantino di rito greco nella seconda metà del 1700. Per poterla costruire i Confrati vendettero alla Congregazione dei Cocchieri e Staffieri la loro vecchia chiesa, posta nel vicolo S. Anna, "S. Giuseppe il vecchio" che verrà poi demolita.
I lavori furono diretti dal capomastro Carmelo Bonaiuto, detto Carancino, e si concluderanno intorno al 1773.
La costruzione è al centro della piazza S. Giuseppe, in un luogo particolarmente importante per la presenza dei due complessi monastici più prestigiosi dell'isola: Aracoeli e S. Domenico. Nelle pareti esterne i portali, i fìnestroni e le nicchie sono contornati da decorazioni. Sormonta il prospetto la cella campanaria. L'interno della chiesa, a pianta ottagonale è ad unica navata; nelle pareti laterali nicchie e due organi.
Nella parete di fondo, in una nicchia la riproduzione del Seppellimento di S. Lucia del Caravaggio, opera del pittore Mario Minniti. La chiesa è stata oggetto di furti e manomissioni notevoli in questi ultimi anni, attualmente è chiusa al culto per lavori di restauro che si stanno protraendo da moltissimo tempo.
La chiesa sorge al centro dell'omonima piazza, di forma quadrangolare, che è attorniata da palazzi di epoca diversa: alcuni di origine settecentesca, altri ricostruiti negli ultimi decenni come il moderno palazzo posto sul lato Ovest della piazza.
Nella piazza possiamo inoltre ammirare il palazzo Midiri, purtroppo ormai fatiscente, dal lato opposto l'antico monastero di S. Maria Aracoeli, attualmente sede dell'Istituto Nautico "G. Arezzo della Targia" e la bellissima facciata della Chiesa di S. Domenico.
La costruzione della chiesa di S. Giuseppe fu intrapresa fra il 1752 e il 1754 sulle rovine della preesistente chiesa ortodossa di San Fantino, su richiesta della confraternita di S. Giuseppe, corporazione dei falegnami i quali ottennero nel 1752 la licenza di restaurare la chiesa di S. Fantino semiabbandonata e affidarono il compito della costruzione a Carmelo Bonaiuto, tecnico e architetto di fiducia e forse anche autore del progetto. I lavori furono ultimati nel 1773 e il risultato fu un "Magnifico tempio dedicato al Patriarca S. Giuseppe". La chiesa sorge su di un alto podio rettangolare, preceduto su tre lati da scalinate. Le pareti esterne sono caratterizzate da due ordini di paraste sovrapposte.
Nell'ordine inferiore le cornici dei portali modellano delicatamente le pareti; compito svolto nell'ordine superiore dai finestroni e dalle nicchie. Le sculture naturalmente, si richiamano al gusto barocco e rococò del tempo. La struttura interna è a pianta ottagonale con profonda abside semicircolare in cui trova spazio l'altare maggiore a W. La chiesa è a navata unica con nicchie laterali che si alternano a vani d'ingresso. Anche le pareti sono adornate da stucchi barocchi. In alto sulla fascia superiore, si imposta una pseudo volta che si eleva sopra la cornice e nella quale si aprono i finestroni. Nel pavimento sottostante l'ingresso anteriore si ricavò un locale sotterraneo (ipogeo) con volta semi circolare con destinazione funeraria. Nel 1877 fu proposta la distruzione della chiesa, che per fortuna non ebbe luogo.
Chiesa di San Giuseppe particolare di una nicchia
copia del SEPPELLIMENTO DI SANTA LUCIA opera dell'artista siracusano Giuseppe Politi eseguito circa nel 1820 cncessa dal prof. Jean Luc Roux, docente di storia dell'arte
la cupola interna