marinella-Taliu - Siracusa era

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Siracusa era
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marinella-Taliu

foto Siracusa
La Marinella - Marinedda - "u Taliu",
La Marinella, a “marinedda”, u Taliu”, oggi parcheggio Talete, venne realizzata intorno al 1893, dopo l’abbattimento delle muraglie spagnole. Era una passeggiata a mare, di fronte al carcere Borbonico, edificato nel 1849.
Era elevata rispetto al piano della via Vittorio Veneto e, dall’attuale piazza Cesare Battisti, arrivava fino a forte San Giovannello e all’attuale caserma di polizia, sede un tempo degli ex magazzini del genio e panifici militari. In loco sono ancora visibili i resti di quello che fu “u Taliu” ri ‘na vota.
 



testi a cura di Giuseppe Implatini, dipendente della Soprintendenza di Siracusa ed ex presidente dell’Osservatorio civico aretuseo-

La Regione Sicilia, nei primi anni Novanta, stanziò circa 20 miliardi delle vecchie lire per creare una via di fuga da Ortigia in caso di calamità naturale.
L’amministrazione del tempo, credo sindaco Spagna, aveva predisposto un articolato progetto che prevedeva, tra l'altro, un passaggio sottomarino per congiungere Ortigia allo "sbarcadero" Santa Lucia e, alla fine, nacque l'ecomostro in cemento armato chiamato, impropriamente Talete.
Dopo alterne vicende, il mostro, mai completato e sempre in precarie condizioni a causa delle infiltrazioni marine e piovane, venne più volte restaurato dalle amministrazioni succedutesi nel tempo.
   
Da un giornale locale del tempo rileviamo.
"L’amministrazione di centrosinistra , sindaco Marco Fatuzzo, aveva suo malgrado ereditato il progetto di quell’opera ( legata alla vicenda del tunnel ) ma certo non ebbe il coraggio d’impedirne la sconcia esecuzione.
La successiva amministrazione di centrosinistra , sindaco Enzo Dell’Arte, ...... si trovò subito tra le mani la patata bollente di quel parcheggio, motivo di sacrosante polemiche e proteste.
In particolare fu l’allora deputato regionale e consigliere comunale Fabio Granata a promuovere una raccolta di firme per abbatterlo.
Dopo le dimissioni di Dell'Arte e lo scioglimento del consiglio comunale, alla fine del 1999 venne eletto per la prima volta sindaco Titti Bufardeci .
Con l’arrivo del centrodestra il parcheggio, continuò a rimanere, inutilizzato.

Verso la fine del 2001 il Comune bandì un cosiddetto "concorso di idee" finalizzato a ridurre ( illusoriamente ) l'impatto ambientale  e fu preso sul serio.
Arrivarono varie proposte e a vincere fu quella di un gruppo di progettazione composto da ingegneri e architetti, i quali idearono una modifica architettonica del prospetto a mare del parcheggio, che avrebbe dovuto ricordare la tolda di una nave tirata a secco sulla banchina. Ma di quella proposta e dì quel concorso non se ne sarebbe più saputo ...nulla.
Quasi quattro anni dopo la nascita della giunta Bufardeci , nell'estate del 2003 fu avviato il servizio a pagamento del parcheggio affidato alla società Ge.Pa.
La quale , a distanza di pochi mesi, gettò una prima volta la spugna a causa delle resistenza della cittadinanza a posteggiare le automobili ............................
Da allora ai nostri giorni la situazione è gradualmente cambiala: posteggiare dentro Ortigia, per via dell’istituzione delle zone a traffico limitato, per i non residenti è difficilissimo, praticamente impossibile nei giorni festivi.
Da qui l'utilizzo maggiore del parcheggio Talete, tra l'altro gratuito per parecchie ore della giornata.
Nel contempo la nuova amministrazione comunale, sindaco Roberto Visentin , ha rilanciato l’idea di "migliorare l’aspetto e l’impatto visivo del parcheggio creandovi sopra un'area . Gia sono state installale un po' di panchine e di giochi per bambini e l'assessore al centro storico Ferdinando Messina, ha annuncialo che il luogo sarà una nuova occasione di passeggio e di tempo libero con rivendite di spuntini e bibite, intrattenimenti musicali, piste da ballo, possibilità di praticare piccole attività sportive.
una storia infinita.

Il parcheggio Talete è un ecomostro in cemento armato.
C’è un piano per la demolizione della sua copertura
L’idea è di restituire il mare alla città
Ma il Comune intende farne un monumento del XXI secolo

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Il tunnel sottomarino
In realtà, l’idea era di creare una via di fuga per legare l’isola di Ortigia ed il resto della città dopo la paura  per il terremoto del 13 dicembre del 1990 che danneggiò numerose abitazioni e pose la questione della sicurezza in cima all’agenda politica. Quel tesoretto sarebbe dovuto servire per costruire un ponte, addirittura  se ne progettò uno sottomarino, ed un parcheggio. Il tunnel o un altro collegamento con la terraferma non è stato mai realizzato ma quel mostro in cemento armato troneggia ancora. Per completare l’opera, fu realizzata una copertura, anche questa in cemento armato, che, di fatto, blocca la vista del Porto piccolo, uno dei luoghi più suggestivi dell’ex capitale della Magna Grecia.
Piano di demolizione
“Questa copertura potrebbe essere abbattuta – spiega a BlogSicilia Giuseppe Implatini, dipendente della Soprintendenza di Siracusa ed ex presidente dell’Osservatorio civico aretuseo- ed in questo modo la città potrebbe riappropriarsi della Marinella. Ho presentato un piano, senza alcun tornaconto personale, non avendo alcuna azienda edile o di progettazione. Si tratta di un progetto sottoposto all’attenzione del 2016 del Consiglio comunale: in quella seduta l’ho esposto e presentato all’assemblea ed all’amministrazione comunale”.
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La causa con la Regione
Ma la vicenda del parcheggio Talete si è arricchita di un altro particolare: il contenzioso con la Regione siciliana che rivuole indietro il maxi finanziamento di 30 anni fa. Quei 20 miliardi delle vecchie lire, nella tesi dell’amministrazione dell’isola, furono messi a disposizione per realizzare il collegamento tra l’isola di Ortigia e la terraferma (il tunnel sottomarino fino allo Sbarcadero di Santa Lucia) ed il parcheggio Talete, individuato come area di scambio. E mancando un pezzo importante di quel progetto (il tunnel) di Protezione civile, la Regione ha chiesto la restituzione delle somme o parte di esse.
Il tesoretto di 600 mila euro
A disposizione del Comune di Siracusa, ci sarebbero circa 600 mila euro, sotto forma di oneri di urbanizzazione da parte dell’azienda che ha rilevato il palazzo delle Poste di Siracusa per farci un albergo, che si trova a ridosso del Talete.
“C’è una delibera del Consiglio comunale n.141 del 20 novembre 2006, che fissa a 600 mila euro gli oneri” sostiene Giuseppe Implatini, per cui metà di quei soldi è stata già spesa.  “Il Comune di Siracusa, il sindaco o assessori, intendono rispondere spiegando alla cittadinanza come ha deciso di spendere queste risorse? Si possono vedere i progetti attuati, conoscere le ditte interessate dai lavori, in modo da valutare questi interventi effettuati?” si chiede Implatini.
Secondo l’autore del piano di demolizione, abbattere la copertura del parcheggio, mantenendo il parcheggio sotterraneo, costerebbe circa 1 milione di euro. “Mantenerlo – spiega a BlogSicilia Giuseppe Implatini – costerebbe nel tempo molto di più. Mi auguro che gli altri 300 mila euro  sia spesi molto meglio”.
Al Comune il Talete piace
L’amministrazione comunale non pensa affatto di abbattere la copertura in cemento armato del parcheggio, anzi, come spiegato dal sindaco, Francesco Italia, e dall’assessore alla Cultura, Fabio Granata, si intende fare del Talete “un vero e proprio Monumento del XXI secolo”. E stando a fonti del Comune, sono stati stanziati poco meno di 60 mila euro per un progetto di riqualificazione, “proposto da Giuseppe Stagnitta, ideatore e curatore di Emergence, Festival Internazionale di Arte Pubblica, e dal suo staff di artisti, landscape manager e architetti per la riqualificazione e la Mitigazione architettonica del sito “parcheggio Talete”, ferita nel cuore di Ortigia, attraverso un intervento di Arte Pubblica” spiegano dal Comune.
Rifare il look all’ecomostro
Ecco cosa ha in mente di fare la giunta comunale con quei fondi. “Si tratta di  un progetto green ed ecosostenibile ed ha come obiettivo principale quello di integrare la facciata – dicono il sindaco di Siracusa, Francesco Italia e l’assessore alla Cultura, Fabio Granata – del parcheggio con il contesto dell’ambiente urbano in cui l’opera é inserita, mitigando l’ingerenza estetica dell’attuale impatto visivo del prospetto attraverso la capacità artistica di reinterpretarne la superficie, ricreando sul muro i colori tipici della pietra di Siracusa (in sostituzione dell’attuale superficie di cemento armato) ed intervenendo con una scenografia naturale attraverso vegetazione rampicante autoctona”.
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14-Taliu di ‘na vota. Ogni cosa co so tempu ca nu’ rura tuttu u tempu, restunu i rioddi ricchizza i l’anima ca nu’ mi po luvari. Chiuru l’occhi ie viru chiddu ca tu nu’ sai. A migghiara svulazzavunu vinennu ri luntanu ‘nta sta costa, nu’ ci sunu chiù gabbiani, tra celu terra ie mari ro taliu. Nu’ ccè chiù mancu taliu re cappuccini ie re ru frati. U mari ‘nfinitu all’orizzonti scurava u cori e cacciarati. Cummareddi aspittavunu u tunnu cu truscitedda ie addrivuzzi, sutta l’occhiu ro bobbonicu palazzu. L’acqua sbrinziava banchina ie piscaturi sbattennu nta l’antichi scogghi. Piscari mazzuneddi riva riva cu lenza ggniscata ri sadduzza. Marinari priparari nassi ie conzi ricusennu riti strazzateddi. Vicchiareddi ‘ncutugnati ri ssa vista riuddavunu appuggiati ‘nte pileri. Picciriddi spinzirati iucavumu vucianti sunnannu futuru rosi e ciuri, viaggi mari mari, vitturiusi battagli pa vita. Pattiri e nu’ truvariti accussì, vosi ristinu, ma nuddu mi po ‘rrubbari ‘sta ricchizza.

14-Talete di una volta. Ogni cosa a suo tempo ma non dura tutto il tempo, restano i ricordi ricchezza dell’anima che non mi puoi togliere. Chiudo gli occhi e vedo quello che tu non sai. A migliaia svolazzavano venendo da lontano in questa costa, non ci sono più gabbiani tra cielo terra e mare del Talete. Non si può vedere più nemmeno la costa dei Cappuccini e Due fratelli. Il mare infinito all’orizzonte intristiva il cuore dei carcerati. Le comari aspettavano il loro turno con pacchi e neonati, sotto l’occhio del carcere borbonico. L’acqua schizzava panchina e pescatori sbattendo sugli antichi scogli. Pescare pesciolini riva riva con l’amo innescato con sardina. Marinai preparare nasse e conzi ricucendo le reti stracciate. Vecchietti intristiti a quella vista ricordavano poggiati sul piliere. Ragazzini spensierati giocavamo vocianti sognando futuro rose e fiori, viaggi per mare e vittoriose battaglie per la vita. Partire e non trovarti più così, volle il destino, ma nessuno può rubarmi questa ricchezza
 
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