Cinema Arena Verga - Siracusa era

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Siracusa era
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Cinema Arena Verga

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Cinema Arena Verga.
L'Arena Verga si trovava in via dei quattro Santi Coronati.
Era realizzata, all'aperto, all'interno di un recinto, già rigoglioso giardino di oltre 2000 metri quadri, annesso al palazzo Bonanno, confinante, ad ovest, con il palazzo Gargallo e l'annesso cortile medievale e a nord dalle case e palazzi del ronco Bentivegna, "u cuttigghiu criveddu".
La sala, orientata sulla linea est-ovest dove era un grande schermo in tela, era arredata con sedie per il pubblico.
Fu operativa, dal dopo guerra fino alla fine degli anni 50, gestita dal cavaliere Vito Verga, il quale per il perioro dei festeggiamenti per il Carnevale siracusano, la affittava a don Severino Di Mauro il quale realizzava strutture in legno e "casotti" per la pesca sotto 90 qui immortalati in una foto d'epoca.


Dopo l'esperienza positiva del cinema-Arena, il commendatore Vito Verga, nel 1955, contribuì alla costruzione di uno dei più moderni cine-teatri della Sicilia, progettato secondo i dettami della più progredita tecnica edilizia, dall'ingegnere Giuseppe Bonajuto.
L'ambizioso progetto prevedeva una grandiosa sala trapezoidale a linee arrotondate, in grado di contenere 950 posti a sedere disposti in 8 file; una galleria superiore con 550 posti, realizzata con struttura metallica, costituita da quattro travi reticolari collegate con controventature di irrigidimento; un palcoscenico teatrale con recinto per orchestra e schermo panoramico per "cinemascope"; la cabina di proiezione posizionata in alto, a diretto-contatto con la volta.
nella foto Vito Verga con il nipote

La volta a copertura lamellare in cemento armato poggiava su un'ossatura principale di sostegno.
il tetto e la copertura superiore a volta
 
La facciata principale era caratterizzata da una lunga parete vetrata, che prevedeva la proiezione di cortometraggi visibili dall'esterno per la presentazione delle pellicole in programmazione.

L'intera opera, finanziata in parte dalla Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele, costata circa 150 milioni di lire, fu inaugurata nel 1958.
Fu operativo e funzionante, gestito da una società siciliana, fino alla fine degli anni 80.
Dismessa e chiusa al pubblico, venne acquistata, nel 1996, dall'Amministrazione Provinciale, la quale incaricò valenti professionisti per predisporre un progetto di manutenzione straordinaria, per adeguarlo alla funzione di contenitore culturale polivalente, che prevedeva una spesa di 6 miliardi, comprensiva di arredi e impiantistica, chiavi in mano, ma dopo la macchinosità dell' iter burocratico e alcune " bocciature" di controllo, nel 1999, il presidente successore, affidò i lavori  all' impresa aggiudicataria, la quale completò i lavori edilizi.
Oggi, anche per colpe e inefficienze politiche regionali, è posto in vendita al ribasso per il miglior offerente.
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