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Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Castelli e torri
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torre teatro greco

LA TORRE DEL TEATRO GRECO
tratto da:



Ad oriente della cavea del Teatro Greco di Siracusa si erge in un manto bianco di massa calcarea una Torre.
A prima vista la "torretta" non mostra molta affinità con le torri di avvistamento, caratterizzate da merlature e contrafforti imponenti, al contrario può sembrare una semplice casa rurale costruita con esecuzione architettonica elementare.
Infatti inizialmente vi furono perplessità nel catalogarla come torre di avvistamento e quindi costruzione a carattere esclusivamente militare.



Nei disegni del Gaetani, rappresentati nel 1795, la Torre del Teatro Greco viene indicata come "casina dei mugnai", e definita costruzione "recente". Tale definizione deriva dal fatto che questa, in epoca successiva, venne usata da mugnai, oppure ,secondo quanto scrive Giuseppe Ali, "in uso al gabelliere dei mulini". Queste affermazioni erano confermate, erroneamente, anche dalle incisioni del Gaetani che rappresentavano la torre, in uno sfondo paesaggistico dal contesto agricolo, come se fosse una semplice dimora rurale.
La veduta prospettica del Teatro Greco, nella rappresentazione artistica del Gaetani, ci mostra i mulini, la casa dei mugnai, la torre, la Chiesa della grotta ( oramai inesistente ), rendendo plausibile l'erronea affermazione che la costruzione servisse in qualche modo ai mugnai e alla vita contadina del luogo. Nei primi dell'Ottocento in questa area, in seguito alla decisione di riportare ai nuovi splendori il Teatro Greco di Siracusa, furono necessarie molte demolizioni per riportare alla luce l'orchestra dell'antico teatro, in quel tempo sepolto dalla terra e dai detriti dei secoli. In questa fase i Landolina, responsabili del progetto di rivalutazione del Teatro, non indugiarono a demolire i mulini e le case dei mugnai, preoccupandosi invece di conservare alla storia la Torre di avvistamento in cima allo splendido Teatro Greco.



I Landolina furono i primi a studiare la costruzione, ravvisandone la diversità costruttiva, la perfetta ubicazione di vedetta ed i caratteri architettonici a cui la costruzione militare si riferiva.
Dopo questa fase l'anonima costruzione venne citata nei testi come Torre del Teatro Greco.
La sua straordinaria posizione non ha eguali, da essa è possibile spaziare visivamente dal litorale roccioso orientale all'isola di Ortigia, con il suo specchio d'acqua, fino al verde entroterra con il monte Lauro che demarca la linea dell'orizzonte. La torre sorge nella sommità orientale della cavea del teatro, dove la massa calcarea sorge spontaneamente quasi ad elevare ancora più in alto la sua torre chiamata a difenderla da qualsiasi avversità.



La struttura architettonica è costituita da muri robusti, edificati con tecnica costruttiva ad opus incertum, mentre i blocchi squadrati, ai quattro angoli, compattano la struttura.
La pianta tipicamente quadrata, misura m 4,55 per lato, e le aperture tutte architravate, non presentano decori o iscrizioni murarie, rendendo ancora più arduo il compito di stabilire con esattezza la fedele data di edificazione. La torre, divisa in due piani da volte a botte, è coperta, a differenza delle costruzioni simili, da un tetto a falde con struttura lignea.
Il piano superiore all'interno, era accessibile esclusivamente da una scala mobile in legno, addossata ad una apertura circolare ricavata nello spessore della stessa volta a botte. La collocazione di questa scala non era casuale ma studiata in modo tale che nel caso di attacco nemico o all'occorrenza, la scala in legno veniva tirata in alto, e il foro si trasformava in perfetta caditoia, dalla quale potevano essere scagliati massi o oggetti acuminati.
La funzione di avvistamento veniva svolta esclusivamente dalle quattro finestre perimetrali prospicienti ai quattro versanti, che identificavano la Torre del Teatro Greco elemento di estrema sicurezza per i cittadini siracusani, minacciati da terra e mare.
Le finestre non presentano alcuna caratteristica o decoro, le dimensioni sono uguali, ad esclusione della finestra di Nord-Est che, oltre ad essere di grandezza inferiore è anche collocata ad una altezza differente.
Il piano terra, a differenza della facciata principale, è chiuso su tutti i lati. La porta di accesso, posta lateralmente e non in asse alla struttura, si presenta architravata e lateralmente fiancheggiata da una finestra di dimensioni dissimili alle altre del piano superiore. Di notevole interesse sono i mensoloni aggettanti sotto la finestra posta in asse con il portone di ingresso. Questi mensoloni non troverebbero nessun utilizzo architettonico o pratico se al centro di questi non ci fosse una fenditura a strombo, all'altezza del pavimento, che dà una meritevole spiegazione al tutto. Infatti questa feritoia che sfocia all'esterno, abbinata ai mensoloni in pietra, non è altro che il resto di una struttura aggettante, in uso nelle torri, denominata piombatoio. Da questo potevano essere scagliate pietre con estrema precisione, essendo posto al centro del portone d'ingresso, o versati liquidi ustionabili, rendendo ardua l'operazione di aggressione, ai corsari o nemici intenzionati ad annientare la postazione di vedetta. A completare il sistema difensivo vi erano tre piccole aperture, simili alla precedente, poste ai lati della torre, che contribuivano a rendere la postazione di vedetta sicura da tutti i lati.
L'interno della torre svolge in modo austero la sua funzione di edificio militare, a tal punto che non presenta in alcun modo segni di vita quotidiana o decori del periodo, solo un'edicola ricavata nella parete interrompe la nudità della muratura interna. La Torre del Teatro Greco, pur non rispettando tutti i canoni architettonici e stilistici che contraddistinguono questi fabbricati, insieme alle altre torri costiere, costituiva un'impareggiabile elemento di vedetta della struttura militare di Siracusa.

la torre oggi







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