tipologia torri
TIPOLOGIE ED EVOLUZIONE STORICA DELLE TORRI
tratto da:ALESSANDRO BOVO
Fin dall'antichità queste costruzioni, comunemente in pietra o in laterizi, svolgevano esclusivamente funzioni militari. La posizione strategica e sovrastante consentiva a questi piccoli fabbricati, la possibilità di attuare una duplice funzione: offensiva e/o esplorativa.
Le Torri definite di avvistamento, la cui funzione era già prestabilita al momento della costruzione, svolgevano un'esclusiva vigilanza del luogo o feudo in cui venivano edificate, allo scopo di segnalare incursioni nemiche o semplici avvicinamenti di navi sospette verso la costa siracusana. Queste segnalazioni venivano raccolte dalle torri più importanti o centri militari, che facevano intervenire tempestivamente le guardie armate preposte a tale controllo.
I corpi di guardia erano ubicati nelle torri di difesa, strategicamente posizionate, in modo tale da intervenire nel minor tempo possibile nei luoghi di pericolo. Le spese necessarie a mantenere queste strutture di difesa erano a carico, per mezzo di tasse, dei comuni che sorgevano lungo le coste, che nonostante ciò erano continuamente vessate da scorrerie piratesche.
Le Torri difensive, simili a quelle di avvistamento, si differenziavano da queste soprattutto dalla struttura muraria, costituita da muri portanti di dimensioni ragguardevoli, e da un basamento di proporzioni doppie alla stessa muratura di elevazione. Le Torri di difesa, oltre ad essere di dimensioni maggiori e costruite in modo accurato, erano equipaggiate anche di armi e cannoncini. Questa prima barri difensiva consentiva di contenere molti attacchi corsari in modo estremarne efficace, tanto da eludere, in alcuni casi, l'iniziativa offensiva con la consegue ritirata dei nemici.
Nel corso dei secoli le torri, oltre ad avere uno scopo strumentale cominciarono assumere anche uno scopo dimostrativo. Infatti si attribuì alle torri il simbolo potere nel contesto politico-sociale della città, tanto da essere edificate sempre numero maggiore anche da nobili famiglie in auge nella città di residenza chiaramente non a scopo militare. Di questi esempi a Siracusa possiamo citare Torre di Villa Modica, originariamente nobile residenza estiva dei Beneventano Bosco che fecero progettare e edificare dal famoso Luciano Ali una particolare t( nella zona Est della Villa di famiglia.
A conferma di questo aspetto dimostrativo sopracitato, si deve ricordare come molti casi, al nemico vinto, cui si voleva infliggere una sconfitta morale e di poti si imponeva anche l'abbattimento delle Torri.
Nelle secolari roccaforti militari e nello sviluppo urbanistico delle antiche cittì potevano classificare diverse tipologie di torri.
Anche se la tipologia più comune era quella quadrangolare con merlatura, non po sono le torri di forma rotonda o pentagonale. Esse difatti potevano assumere forn dimensioni diverse sia per motivi strettamente militari, che per motivi legati edificazioni su mura già esistenti.
A Siracusa troviamo attualmente quasi tutte le tipologie sopracitate ancora in disci stato di conservazione, ed in qualche caso anche prossime a crollare. In una seconda ed ultima fase storica le Torri si sono trasformate in centri di aggregazione di costruzioni rurali. Infatti molte torri sono diventate il punto iniziale di un centro agricolo, trasformandosi quindi in masserie o all'occorrenza anche in magazzini di deposito.
Allo stato attuale le torri siracusane meritano un dignitoso interessamento dei cittadini, che devono essere consapevoli dell'importanza che hanno ricoperto nel corso dei secoli e nella cultura storica della città, ma questo deve essere accompagnato anche da un reale volontà attiva, da parte delle strutture preposte alla salvaguardia e tutela dei Beni Storici appartenenti alla nostra città.
LE TORRI COME MACCHINE DA DIFESA
Dietro una cultura di difesa e fortificazione della città, si celavano problemi, disagi e tristezza che nascevano a causa di continui attacchi dei pirati. Infatti questi, oltre a saccheggiare navi e piccole imbarcazioni, si inoltravano fino nell'entroterra, commettendo saccheggi, incendi e sequestri di abitanti che venivano schiavizzati o uccisi in loco.
Dalle memorie di molti scrittori e prelati del tempo si può evincere come questi attacchi pirateschi si verificarono dal 1200 fino al 1830, data importante per il definitivo attacco contro i corsari da parte dei Francesi. Di questa vicenda sono molti i manoscritti che documentano l'uccisione dei marinai di due corvette Francesi, che a causa di una tempesta si ritrovarono nelle coste Algerine, invase a quel tempo dalle forze Turche, che alla vista delle navi straniere le aggredirono con violenza e senza alcuna pietà. A seguito di ciò, i Francesi vendicarono l'accaduto con un'imponente spedizione, che pose fine alla piratesca armata Turca, riuscendo in questo modo a liberare il Mediterraneo dalle crudeli scorribande dei pirati turchi, che imperversarono in tutte le coste del Mediterraneo per vari secoli e senza alcun impedimento.
In questi anni di continui soprusi e attacchi pirateschi, le città e quindi le popolazioni dovettero affrontare gravi problemi di ordine sociale ed economico. Le merci e le provviste che sopraggiungevano per mare erano poche, e a causa di questi continui saccheggi subivano continui rincari di prezzo, rendendo la merce un bene riservato a
poche persone e dunque recando anche seri problemi allo sviluppo di intere città. Inoltre da documenti, ancora esistenti negli Archivi, si può leggere come fossero numerose le denunce di furti e incendi alle singole case ubicate nella costa, nonché i rapimenti con conseguenti riscatti in denaro per riavere i parenti rapiti. In questo clima di continuo ed imperverso attacco nemico le città costiere si premunirono di "Turrispecula" o Torri di avvistamento, dalle quali i torrari in caso di navi sospette, lanciavano l'allarme alle torri limitrofe e quindi alle guardie costiere, pronte sempre ad intervenire.
Le tecniche di comunicazione di pericolo, da parte dei torrari o guardiani delle torri, erano diverse ma in tutti i casi molto efficienti. Di giorno i guardiani issavano nella terrazza un covone di fieno, per mezzo di una lunga asta, che veniva abbassato solo in caso di pericolo. Di notte la segnalazione avveniva con l'accensione del covone, visibile anche dalle torri distanti molti chilometri. Nel caso di torri ubicate in prossimità di centri abitati, il suono di buccine allertava non solo le guardie ma anche gli abitanti che potevano rifugiarsi in posti più sicuri e idonei. Successivamente con le armi da fuoco fu possibile comunicare il pericolo, anche a città limitrofe, con lo sparo di cannoncini, che in qualche torre tuttora si trovano ancora sporgenti, quasi fossero pronti all'uso.
Dai manoscritti del Gaetani, è documentato come nel Siracusano venissero adoperate delle veloci navi dette Saettie, studiate e costruite per inseguire e catturare le navi dei pirati che si avvicinavano pericolosamente alle coste siracusane. Si narra che una di queste saettie, nel 1341, riuscì a catturare ben due navi nemiche, con immenso orgoglio del sistema difensivo, che nel suo complesso in molti casi, riusciva a controllare ed aver successo anche contro nemici ostici come i pirati. Alla fine del 1800 le torri ed il sistema difensivo in generale, dopo il declino delle armate corsare, venne abbandonato e in alcuni casi esse furono trasformate in abitazioni, magazzini e a volte anche distrutte per lasciar posto a costruzioni di vario genere.
Dalla disamina storica si evince come da questi vetusti edifici, siano passati secoli di storia, avvicendamenti socio culturali di una civiltà siracusana quasi sconosciuta. Questo dimostra che ristrutturare tali costruzioni significhi non solo recuperare la cultura storica di quei secoli ma far conoscere l'evoluzione di una città intenta a svilupparsi e a progredire.
Nel corso dei secoli le torri, oltre ad avere uno scopo strumentale cominciarono assumere anche uno scopo dimostrativo. Infatti si attribuì alle torri il simbolo potere nel contesto politico-sociale della città, tanto da essere edificate sempre numero maggiore anche da nobili famiglie in auge nella città di residenza chiaramente non a scopo militare. Di questi esempi a Siracusa possiamo citare Torre di Villa Modica, originariamente nobile residenza estiva dei Beneventano Bosco che fecero progettare e edificare dal famoso Luciano Ali una particolare t( nella zona Est della Villa di famiglia.
A conferma di questo aspetto dimostrativo sopracitato, si deve ricordare come molti casi, al nemico vinto, cui si voleva infliggere una sconfitta morale e di poti si imponeva anche l'abbattimento delle Torri.
Nelle secolari roccaforti militari e nello sviluppo urbanistico delle antiche cittì potevano classificare diverse tipologie di torri.
Anche se la tipologia più comune era quella quadrangolare con merlatura, non po sono le torri di forma rotonda o pentagonale. Esse difatti potevano assumere forn dimensioni diverse sia per motivi strettamente militari, che per motivi legati edificazioni su mura già esistenti.
A Siracusa troviamo attualmente quasi tutte le tipologie sopracitate ancora in disci stato di conservazione, ed in qualche caso anche prossime a crollare. In una seconda ed ultima fase storica le Torri si sono trasformate in centri di aggregazione di costruzioni rurali. Infatti molte torri sono diventate il punto iniziale di un centro agricolo, trasformandosi quindi in masserie o all'occorrenza anche in magazzini di deposito.
Allo stato attuale le torri siracusane meritano un dignitoso interessamento dei cittadini, che devono essere consapevoli dell'importanza che hanno ricoperto nel corso dei secoli e nella cultura storica della città, ma questo deve essere accompagnato anche da un reale volontà attiva, da parte delle strutture preposte alla salvaguardia e tutela dei Beni Storici appartenenti alla nostra città.
LE TORRI COME MACCHINE DA DIFESA
Dietro una cultura di difesa e fortificazione della città, si celavano problemi, disagi e tristezza che nascevano a causa di continui attacchi dei pirati. Infatti questi, oltre a saccheggiare navi e piccole imbarcazioni, si inoltravano fino nell'entroterra, commettendo saccheggi, incendi e sequestri di abitanti che venivano schiavizzati o uccisi in loco.
Dalle memorie di molti scrittori e prelati del tempo si può evincere come questi attacchi pirateschi si verificarono dal 1200 fino al 1830, data importante per il definitivo attacco contro i corsari da parte dei Francesi. Di questa vicenda sono molti i manoscritti che documentano l'uccisione dei marinai di due corvette Francesi, che a causa di una tempesta si ritrovarono nelle coste Algerine, invase a quel tempo dalle forze Turche, che alla vista delle navi straniere le aggredirono con violenza e senza alcuna pietà. A seguito di ciò, i Francesi vendicarono l'accaduto con un'imponente spedizione, che pose fine alla piratesca armata Turca, riuscendo in questo modo a liberare il Mediterraneo dalle crudeli scorribande dei pirati turchi, che imperversarono in tutte le coste del Mediterraneo per vari secoli e senza alcun impedimento.
In questi anni di continui soprusi e attacchi pirateschi, le città e quindi le popolazioni dovettero affrontare gravi problemi di ordine sociale ed economico. Le merci e le provviste che sopraggiungevano per mare erano poche, e a causa di questi continui saccheggi subivano continui rincari di prezzo, rendendo la merce un bene riservato a
poche persone e dunque recando anche seri problemi allo sviluppo di intere città. Inoltre da documenti, ancora esistenti negli Archivi, si può leggere come fossero numerose le denunce di furti e incendi alle singole case ubicate nella costa, nonché i rapimenti con conseguenti riscatti in denaro per riavere i parenti rapiti. In questo clima di continuo ed imperverso attacco nemico le città costiere si premunirono di "Turrispecula" o Torri di avvistamento, dalle quali i torrari in caso di navi sospette, lanciavano l'allarme alle torri limitrofe e quindi alle guardie costiere, pronte sempre ad intervenire.
Le tecniche di comunicazione di pericolo, da parte dei torrari o guardiani delle torri, erano diverse ma in tutti i casi molto efficienti. Di giorno i guardiani issavano nella terrazza un covone di fieno, per mezzo di una lunga asta, che veniva abbassato solo in caso di pericolo. Di notte la segnalazione avveniva con l'accensione del covone, visibile anche dalle torri distanti molti chilometri. Nel caso di torri ubicate in prossimità di centri abitati, il suono di buccine allertava non solo le guardie ma anche gli abitanti che potevano rifugiarsi in posti più sicuri e idonei. Successivamente con le armi da fuoco fu possibile comunicare il pericolo, anche a città limitrofe, con lo sparo di cannoncini, che in qualche torre tuttora si trovano ancora sporgenti, quasi fossero pronti all'uso.
Dai manoscritti del Gaetani, è documentato come nel Siracusano venissero adoperate delle veloci navi dette Saettie, studiate e costruite per inseguire e catturare le navi dei pirati che si avvicinavano pericolosamente alle coste siracusane. Si narra che una di queste saettie, nel 1341, riuscì a catturare ben due navi nemiche, con immenso orgoglio del sistema difensivo, che nel suo complesso in molti casi, riusciva a controllare ed aver successo anche contro nemici ostici come i pirati. Alla fine del 1800 le torri ed il sistema difensivo in generale, dopo il declino delle armate corsare, venne abbandonato e in alcuni casi esse furono trasformate in abitazioni, magazzini e a volte anche distrutte per lasciar posto a costruzioni di vario genere.
Dalla disamina storica si evince come da questi vetusti edifici, siano passati secoli di storia, avvicendamenti socio culturali di una civiltà siracusana quasi sconosciuta. Questo dimostra che ristrutturare tali costruzioni significhi non solo recuperare la cultura storica di quei secoli ma far conoscere l'evoluzione di una città intenta a svilupparsi e a progredire.
In molti casi l'abbandono e l'incuria verso queste antiche costruzioni è stata la causa, non solo di un decadimento strutturale, ma anche di un vera "pirateria moderna" a danno dei reperti architettonici, come incisioni, stemmi, decorazioni di inestimabile valore e significato per la struttura stessa, che sono stati sottratti tranquillamente senza che nessuno abbia fatto denunce o segnalazioni specifiche, sicuramente necessarie ad arginare tale scempio.