Castello di Buscemi
A metà strada tra i ruderi del castello e dell’edificio settecentesco ancora oggi si può osservare la presenza di una cisterna e di una scala giudicati facenti parte del complesso castrale normanno ma antecedenti allo stesso, come parrebbe dimostrare il congruo numero di frammenti ceramici legati al periodo tardo imperiale e bizantino, frammenti riutilizzati nelle malte dei bastioni e della cortina più esterna del castello. Studi relativamente recenti ritengono, inoltre, che la facies tardo imperiale/bizantina fosse rappresentata da un villaggio in parte rupestre che si estendeva immediatamente a nord della cortina esterna del castello e proseguiva attraverso le numerose grotte, che tutt’ora giungono fino al monastero del S. Spirito. Il villaggio sembra che si distinguesse anche per la presenza di una torre, probabilmente demolita nel corso del XVIII sec. e di cui oggi si riconoscono solo tracce delle fondazioni. Sull’estensione del castello durante il periodo normanno poco si conosce. È probabile che la fortezza si ingrandisse fino ad occupare la restante superficie del pianoro attraverso una cortina muraria edificata tra la fine dell’XI e gli inizi del XII. Allo stesso periodo si daterebbero due torri, una nei pressi della porta di ingresso, un’altra posta a nord. Si ritiene che alla fine del periodo normanno, forse al tempo del Miles Paganus, si innalzasse un’altra cinta in direzione est, a protezione della cisterna bizantina e della torre musulmana posta ad oriente, e si intraprendesse un rifacimento complessivo delle fortificazioni, che vennero ricostruite o rinforzate per mezzo di piccoli blocchi di pietra locale, ai quali si attribuisce un muro a nord e parte dei bastioni ancora visibili. Dal XIII sec. sembra abbiano inizio alcune radicali trasformazioni. Per volontà dei Ventimiglia si edifica un palazzo fortificato (un dongione?) con cortile interno e baglio esterno, del quale si preserva memoria in un documento (documento Rau). Il sisma del 1542 colpisce il castello, causando ingenti danni e accelerando la decadenza delle strutture. Nel 1604, essendo il complesso passato alla famiglia Requesenz, si decide di aggiungere un’ampia stalla, trasformando quel che rimaneva del complesso fortificato in un semplice casale utile per le attività agricole della zona. Il terremoto del 1693 demolisce e rade al suolo l’insieme degli edifici presenti sul pianoro, ormai fatiscenti e presumibilmente disabitati. Dopo il sisma del 1693, l’abbandono dei luoghi risulta pressoché totale e i ruderi fungono da cava di pietra per l’edificazione dell’attiguo caseggiato».
http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-buscemi-o-castello-requesenz [a c. di Giuseppe Tropea; nel testo originale i riferim. bibliografici)