Castello di Buscemi - castellietorrimedievali

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Castelli e torri
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Castello di Buscemi



«Il castello di Buscemi o castello Requesenz è attestato con certezza a partire dal XIV sec. d.C. Tuttavia per i secoli precedenti le fonti documentarie accennano all’esistenza di un sito forte strategicamente importante. Edrisi, intorno al 1150 d.C., ricorda Buscemi in qualità di qal’a/fortezza da “farvi affidamento e appogiarvisi. Giace in mezzo ai boschi”. La descrizione, sintetica, rivela le principali caratteristiche del luogo, sul quale si ritiene sorgesse già un fortilizio legato alla dominazione araba (fortellicium di Abu Sàmah). ... Sulla sommità di contrada Monte si osservano pochi ruderi dell’originaria fortezza. Le numerose tracce sulla roccia testimoniano l’origine rupestre del complesso. Il nucleo originario del castello è da ricercarsi nella parte più alta del rilievo. I resti presenti in questa porzione del colle, essenzialmente un cavo di fondazione e parte di una bastionatura settentrionale, si suole interpretarli come i resti dell’antica fortezza di Abu Samah. Il taglio di fondazione appare praticato con cura e restituisce materiale edilizio composto da pezzami grossolanamente sbozzati e cementati con pietrame minuto e cocci. Simile tecnica edilizia si osserva nell’opera di consolidamento della roccia sottostante, nel riempimento di bastioni e fessure delle rocce. Questo primo ridotto fortificato risultava protetto da una cinta muraria spessa più di due metri e salvaguardato ad est e nord da due torri (una con probabile funzione di barbacane) di cui oggi rimangono i soliti tagli nella roccia e i resti delle scalette del pianterreno. Ad oriente doveva trovarsi anche l’ingresso principale. Si conserva una porzione della via di accesso, che da meridione consentiva di raggiungere la fortezza. Si tratta di una rampa lastricata in pietra lavica quasi del tutto ricoperta da detriti provenienti dal dilavamento del colle. In epoca normanna l’area fortificata si estese oltre il perimetro del forte musulmano. Il colle, infatti, offriva altro spazio che venne progressivamente occupato. Ad est del fortilizio si apre un altro pianoro dove trovano posto i ruderi di un complesso edilizio costruito durante la seconda metà del XVIII secolo (1765). Il caseggiato, probabilmente un convento, venne innalzato sfruttando il materiale proveniente direttamente dalla fortezza progressivamente spogliata della muratura residua.
A metà strada tra i ruderi del castello e dell’edificio settecentesco ancora oggi si può osservare la presenza di una cisterna e di una scala giudicati facenti parte del complesso castrale normanno ma antecedenti allo stesso, come parrebbe dimostrare il congruo numero di frammenti ceramici legati al periodo tardo imperiale e bizantino, frammenti riutilizzati nelle malte dei bastioni e della cortina più esterna del castello. Studi relativamente recenti ritengono, inoltre, che la facies tardo imperiale/bizantina fosse rappresentata da un villaggio in parte rupestre che si estendeva immediatamente a nord della cortina esterna del castello e proseguiva attraverso le numerose grotte, che tutt’ora giungono fino al monastero del S. Spirito. Il villaggio sembra che si distinguesse anche per la presenza di una torre, probabilmente demolita nel corso del XVIII sec. e di cui oggi si riconoscono solo tracce delle fondazioni. Sull’estensione del castello durante il periodo normanno poco si conosce. È probabile che la fortezza si ingrandisse fino ad occupare la restante superficie del pianoro attraverso una cortina muraria edificata tra la fine dell’XI e gli inizi del XII. Allo stesso periodo si daterebbero due torri, una nei pressi della porta di ingresso, un’altra posta a nord. Si ritiene che alla fine del periodo normanno, forse al tempo del Miles Paganus, si innalzasse un’altra cinta in direzione est, a protezione della cisterna bizantina e della torre musulmana posta ad oriente, e si intraprendesse un rifacimento complessivo delle fortificazioni, che vennero ricostruite o rinforzate per mezzo di piccoli blocchi di pietra locale, ai quali si attribuisce un muro a nord e parte dei bastioni ancora visibili. Dal XIII sec. sembra abbiano inizio alcune radicali trasformazioni. Per volontà dei Ventimiglia si edifica un palazzo fortificato (un dongione?) con cortile interno e baglio esterno, del quale si preserva memoria in un documento (documento Rau). Il sisma del 1542 colpisce il castello, causando ingenti danni e accelerando la decadenza delle strutture. Nel 1604, essendo il complesso passato alla famiglia Requesenz, si decide di aggiungere un’ampia stalla, trasformando quel che rimaneva del complesso fortificato in un semplice casale utile per le attività agricole della zona. Il terremoto del 1693 demolisce e rade al suolo l’insieme degli edifici presenti sul pianoro, ormai fatiscenti e presumibilmente disabitati. Dopo il sisma del 1693, l’abbandono dei luoghi risulta pressoché totale e i ruderi fungono da cava di pietra per l’edificazione dell’attiguo caseggiato».
http://www.medioevosicilia.eu/markIII/castello-di-buscemi-o-castello-requesenz  [a c. di Giuseppe Tropea; nel testo originale i riferim. bibliografici)

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