torre del Cantara - castellietorrimedievali

Antonio Randazzo da Siracusa con amore
Castelli e torri
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torre del Cantara

Torre del Cantara
foto di Lamberto Rubino da
'Siracusa Sveva' di Laura Casataro



Federico costruisce attorno ai castelli edifici come opere accessorie.
Anche vicino al Castello di Augusta, in un territorio pianeggiante e fertile, ricco di fiumi, si hanno testimonianze di tali opere.
In particolare Federico in una lettera del 1239 elogia il suo ministro Riccardo da Lentini per i lavori del "vivarium", vivaio di San Cusmano, una imponente diga a cui vengono associati alcuni resti di mura presenti nella valle del San Cusmano.
In una lettera del 1240 Federico approva i lavori di manutenzione effettuati su edifici, "domus", posti in prossimità del Cantera, in una zona molto salubre e fertile, a meno di un chilometro dal San Cusmano.
La fonte del Cantara forniva acqua potabile agli augustani e sembra che Federico abbia fatto costruire un acquedotto a tale scopo.
Nella lettera si fa riferimento ad un edificio, orientato verso la città di Augusta e il mare, che sembra descrivere una costruzione a torre ancora oggi presente in prossimità del Cantara.


torre del Cantara foto di Sebastiano Lanteri

(tratto da un commento di Sebastiano Lanteri)

La torre del Cantara, secondo l'Agnello quasi sicuramente appartenente nel XIII° sec. al sistema "De domibus Cancara" (Cantare o Cantara) fatta costruire da Federico II, ebbe funzioni di custodia e/o difesa tra il XV°-XVIII° sec. del "... trappeto, officina, in cui si raffinavano per cocitura li zuccheri, che si cavavano di certa specie di canne" [MASSA, V. II, 392] ossia a partire dai tempi della denominazione aragonese. Simile utilizzazione, tra l'altro, di quelle: della Fico " una torre antica, sulla marina, ... qual [serviva] per rifugio di lavoratori e conservazione di alcune cose necessarie a quelli"; [CAMILLIANI, I, 298] o di quella della Targia "... con utilità primaria va ricercata nel presidio degli interessi agricoli della zona". [MAZZARELLA-ZANCA, Il libro delle torri, p. 280]

E' ovvio che durante le incursioni turche del XVI° sec. i numerosi vicerè che si succedettero al governo della Sicilia pianificarono un sistema d'avvistamento turrifero dislocato lungo o in prossimità dei litorali. Fu il vicerè Marcantonio Colonna ad affidare all'ingegnere Camillo Camilliani l'incarico di potenziare il succitato complesso di fortificazioni costiere.
Stessa considerazione per la scomparsa torre Bagnoli (Girotta?) o Pianetta, ubicata ai tempi nell'omonima punta. [Cfr. Carta del Regno, 1809]

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