Rizza Alessandro Giulio
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Alessandro Rizza, colto docente e patriota, al quale è dedicato l’istituto statale per il commercio, tra via Armando Diaz e via Dante Alighieri.
Fu uno dei più stimati personaggi siracusani dell’Ottocento, sia nel mondo della scienza, sia in quello della politica, sia ancora in quello della scuola, dove insegnò scienze naturali nel liceo classico “ Tommaso Gargallo”, per il quale illustre concittadino lesse il discorso co0mmemorativo in occasione della festa letteraria che soleva tenersi nei licei d’Italia, il 12 marzo, giorno celebrativo dell’Unità della nazione, qualche mese prima che egli stesso venisse a mancare prematuramente, il 9 settembre del 1866, all’età di appena 49 anni, tra il cordoglio di tutta la cittadinanza, alla quale era stato di esempio per cultura e per onestà di vita, e che aveva amato di amor filiale. Nel 1836, quando ancora non era nemmeno ventenne – era nato nel 1817- proprio per dare lustro alla Siracusa del presente, riproponendo la gloria del suo passato, fondò un’Accademia che riuniva “ quanto di importante e di singolare ha offerto negli scorsi secoli la sua storia politica, civile e letteraria”. L’Accademia prese il nome di Archimede, come la società operaia di mutuo soccorso che sorse dopo. Fu proprio il giovanissimo Alessandro Rizza che tenne il discorso inaugurale, appena tornato a Siracusa per iniziare l’opera patriottica di riscossa, dopo di essere andato a studiare fuori per laurearsi in medicina. E fu tra i primi a sottolineare l’importanza dell’attenzione che bisogna avere per la storia patria, per il collegamento alle radici del nostro passato, se vogliamo veramente crescere 96 nel presente. Egli progettò pure la fondazione di un giornale, proprio per porre all’attenzione le memorie del tempo, le bellezze del territorio siracusano, che diceva essere il più bello d’Italia e il più ricco di valori archeologici, monumentali, storici, letterari. E portava ad esempio la fonte Aretusa, l’orecchio di Dionisio, la cripta di San Marziano, il tempio di Apollo, il tempio di Atena trasformato in cattedrale cristiana, il teatro greco, la statua di Venere Landolina, il porto quasi unico nel Mediterraneo, dove fin dall’antichità erano giunte tante navi e tanti viaggiatori per fare commercio e scambio di civiltà. Purtroppo l’anno successivo, il 1837, fu il più funesto per la città aretusea, dove si diffuse il colera e dove scoppiò, per opera dell’intrepido avvocato Mario Adorno e di altri valorosi patrioti, quella rivolta che fu barbaramente soffocata nel sangue. L’Accademia Archimede venne sciolta perché i Borboni intuirono quale fiamma di patriottismo si potesse sprigionare da quel sodalizio che vantava tra gli iscritti i migliori ingegni e gli spiriti liberali più ardenti della città aretusea. Ma il giovane e dinamico patriota non si diede per vinto e non cessò di seminare, soprattutto tra le aule scolastiche, il seme dell’amor patrio, attraverso l’insegnamento e l’esempio. Nel 1843, con Emanuele De Benedictis ed altre figure di primissimo piano della cultura aretusea, fondò il Gabinetto Letterario, col pretesto che si trattasse di una semplice associazione culturale, per eludere la sorveglianza del sospettoso governo borbonico. In effetti si sa che chi coltiva le lettere , spesso si pone all’avanguardia della società come civilizzazione e quindi come amore della libertà: le società segrete, a cominciare dalla Carboneria, che lottavano per la libertà e per cacciare lo straniero dal suolo italico, contavano tutte, tra le loro file, oltre che nobili e ufficiali dell’esercito, numerosi letterati e uomini di cultura. Alessandro Rizza patriota e sorvegliato speciale Alessandro Rizza fu tra i più ardenti patrioti che lottarono per la causa del Risorgimento Italiano, come tanti altri nobili figli della coraggiosa Siracusa. Come Salvatore Chindemi, Raffaele Lanza, Emanuele Francica barone di Pancali, Mario Adorno, fu un sorvegliato speciale della polizia borbonica e anch’egli venne perseguitato. Ma non per questo cedette, chè anzi lottò sempre con crescente fervore e accanimento per abbattere la tirannia dello straniero, ponendo la sua azione e la sua scienza a servizio della formazione dei giovani non soltanto dal punto di vista culturale, ma anche e soprattutto dal punto di vista civico, sociale, esortandoli all’amore e al servizio della patria, prima che all’amore allo studio, perché se non tutti si può riuscire nella scuola, tutti si deve riuscire nella vita, nel diventare ottimi cittadini, amanti della patria. Nel 1859, quando già i sacrifici di tanti coraggiosi patrioti e le speranze di tutti gli Italiani si vedevano avviate a compimento con le splendide vittorie della seconda guerra d’Indipendenza, egli riuscì finalmente a pubblicare anche un giornale, “ Il Papiro”, che fu veramente una palestra di cultura e di italianità. Anche se i suoi scritti avevano generalmente un taglio spiccatamente scientifico, non mancavano di grondare ugualmente di amor di patria. Altrettanto si deve dire degli articoli pubblicati su “ La Rivista Annuale di Siracusa”, alla quale egli affidò pregevolissimi scritti sui più diversi argomenti, ma sempre ricchi di valori ideali, culturali, sociali , in cui dimostrò anche quel culto della forma , scorrevole ed elegante insieme, che gli veniva dalla stessa aria di classicità che respirava. Uno dei suoi più validi collaboratori fu- come abbiamo sopra accennato- Emanuele De Benedictis, che, tra l’altro, dopo la sua morte, ebbe modo di consultare tutte le numerose ope- 97 re, gli articoli, gli appunti e tutto ciò che dalla mente e dalla penna del grande medico patriota era uscito , edito e inedito, giacchè egli aveva l’abitudine di prendere appunti su tutto. Autore di numerose opere scientifiche di grande valore Ne scaturì un’importante biografica che pubblicò nel 1868 con il titolo: “ Memorie sull’ingegno, gli studi e gli scritti del medico Alessandro Rizza”, che è un’opera di grande valenza per approfondire la conoscenza non soltanto dell’insigne figura, ma anche del periodo in cui egli visse e degli uomini gli furono accanto. Tra le opere scritte da Alessandro Rizza ricordiamo soprattutto: “ La topografia fisicomedica di Siracusa”, “ L’idroterapia rivendicata all’Italia e precisamente alla città di Napoli e di Palermo” , “ Bibliografia siracusana”, “ Materiale per la storia del colera”, “ Le accademie di agricoltura in Siracusa”, “ Il canale di Suez e Siracusa”… Scrisse, inoltre, un trattato di igiene, un manuale di terapia e tante altre opere che ebbero come scopo sempre il bene della sua città, opere non solo scientifiche, ma anche pratiche. Infatti fece numerosi progetti di interesse urbanistico, come quello della borgata Santa Lucia e quello di Contrada San Giorgio. Progettò pure la costruzione di un asilo infantile, di scuole, del passeggio lungo la cinta muraria, di forte Vigliena, di bagni pubblici, di uno scalo marittimo per l’approdo di navi da carico di considerevole stazza e ponti di caricamento. Suoi furono pure i progetti per l’incanalamento dei fiumi che scorrono nel territorio siracusano, come l’Anapo, il Ciane, il Cassibile, il Cardinale. A tanti altri progetti lavorò per dare a Siracusa servizi più adeguati e un aspetto più funzionale e moderno. Aveva steso anche il progetto per un teatro nuovo; però al suo progetto venne preferito quello dell’ing. Antonio Breda, capitano del Genio: e fu quello a cui si pose la prima pietra alcuni anni dopo la morte del Rizza, il 14 marzo 1872 , dove c’era il monastero dell’Annunziata, che doveva divenire il Teatro Comunale. Chissà se il progetto del Rizza non avrebbe avuto maggior fortuna! Fu amico intimo e collega del dottore e patriota Carmelo Campisi , che lo sostenne validamente e ne continuò l’opera di assistenza alla povera gente e nell’attività pubblica siracusana. Suo fratello Gian Battista Rizza fu Mario, fu pure un uomo di prestigio e diverse volte venne eletto sindaco. Fu mentre egli era primo cittadino di Siracusa che venne a Siracusa il Ministro ai lavori pubblici Giuseppe Zanardelli, il 16 marzo 1876, l’anno in cui la Sinistra salì al potere, per inaugurare il tratto della ferrovia Siracusa-Catania. Continua il nome del fratello di Alessandro Rizza, Gian Battista Rizza, con il simpatico avvocato Titta Rizza? Non ci interessiamo di alberi, nemmeno di quelli genealogici, per cui non sappiamo rispondere: potrà rispondere lui direttamente. Noi diciamo che oltre alla insigne famiglia Rizza, un’altra insigne famiglia porta quasi lo stesso Cognome: i Rizzo, di cui parleremo in seguito