Arezzo Corrado
A
Appartenente alla nobile famiglia: https://www.antoniorandazzo.it/nobili/arezzo.html
Corrado Arezzo nacque a Ragusa il 7 novembre 1824. Fin da piccolo dimostrò eccezionali doti di mente e di carattere.
Da adolescente venne mandato a studiare nel collegio dei Padri Filippini, a Palermo; ma poi volle dedicarsi senza alcun bisogno di guida, allo studio delle più svariate discipline, che andavano dalla scienza alla pittura, dalle lingue alla musica. Per le lingue aveva una particolare predisposizione, e conosceva benissimo l’inglese, il francese e il tedesco: probabilmente, sia paure a distanza di tre secoli, aveva ereditato tale inclinazione da quel Claudio Maria Arezzo che era stato uno degli uomini più colti del suo periodo.
La musica doveva essere dote ereditaria, di famiglia, se, una ventina d’anni prima di lui, era nato Giambattista Arezzo, che, come altrove diciamo, fu, assieme a Giuseppe Privitera e a Vincenzo Moscuzza, uno dei più celebrati musicisti che Siracusa abbia avuto, pur essendosi sempre dichiarato autodidatta.
Corrado Arezzo amò l’arte ma si dedicò anche alla politica Molto presto si diede alla politica e si distinse per l’eccezionale equilibrio con cui sapeva trattare con tutti. Pertanto, a soli 24 anni, nel 1848, quando vi fu la rivolta, venne scelto dai liberali siracusani come Deputato al Parlamento di Sicilia. A Palermo ebbe modo di farsi apprezzare per la vasta cultura, per l’eloquenza e per il suo sentimento patrio. Nella stessa Palermo ebbe modo di fondare un giornale per diffondere le idee liberali. Purtroppo il movimento di liberazione venne presto soffocato dal Governo Borbonico e l’Arezzo, che si era esposto pericolosamente sia dimostrandosi uno dei più attivi in Parlamento, sia esponendo apertamente le sue coraggiose idee di libertà nel suo giornale, fu oggetto di mira particolare da parte della Polizia governativa che si accanì contro gli esponenti e i promotori della rivolta. Ma non per questo si ebbe a scoraggiare l’ardimentoso giovane siracusano, che più volte riuscì a sfuggire alle retate che ai patrioti tendevano gli sbirri borbonici. Né cessò di cospirare e di diffondere i principi liberali. Volle, anzi, far parte del Comitato Rivoluzionario e si adoperò in tutti i modi per la causa della libertà della Patria. Trascorsi i “dieci anni di preparazione”, dopo la sconfitta di Novara nella prima guerra d’Indipendenza, e conclusasi felicemente con le gloriose giornate di San Martino e Solferino, dato il prestigio di cui ben presto dovunque godette, gli fu affidata la carica di Governatore della provincia di Trapani. Nel 1860 fu nominato Deputato al Parlamento Nazionale Italiano. Anche tra le più eminenti personalità politiche, a Torino, egli godette della massima stima per le eccezionali doti di mente e di cuore che possedeva. Gli fu offerto persino il Ministero della Pubblica Istruzione nel 1862, durante il Governo Rudinì; ma egli , proprio per i drastici provvedimenti che quel capo di Governo ebbe a prendere contro Garibaldi che tentava di marciare su Roma ma e fu ferito e fermato ad Aspromonte dalle truppe governative, non volle accettare. Nel 1868 il Governo italiano gli diede l’incarico di rappresentare l’Italia a Dublino, come Regio Commissario all’esposizione internazionale irlandese Nello stesso anno gli veniva conferita la commenda della corona d’Italia e quella dei Santi Maurizio e Lazzaro. Altro importante riconoscimento gli fu attribuito con la fascia di grande ufficiale della corona d’Italia. In seguito fu anche nominato Senatore del Regno e ambasciatore a Parigi. Quando decise di ritornare in Italia, per ritirarsi a Siracusa, qui fu nominato Consigliere e Presidente del Consiglio Provinciale di Siracusa. Fu anche eletto Sindaco, come all’inizio dell’Ottocento, nel 1806 era stato nominato un altro della stessa famiglia, Giuseppe Maria Arezzo, barone della Targia. A tutti era caro, sia per la signorilità e il garbo con cui tutti trattava, indistintamente, fossero personalità importanti o semplici cittadini, sia per l’impegno e la competenza con cui svolgeva i numerosi e delicati incarichi che gli venivano affidati, soprattutto nella pubblica 71 amministrazione. Per tali suoi eccelsi meriti a Siracusa venne nominato cittadino benemerito. Tra le iniziative che egli prese per il bene della città, dobbiamo ricordare la fondazione di un cotonificio e di un teatro che realizzò a proprie spese. Era anche un fine intenditore d’arte, pittore, poeta e collezionista di quadri di rinomati autori, di libri rari di vasi di straordinaria fattura. Di lui sono rimaste parecchie liriche e numerose sue opere di pittura. Alcuni suoi libri nel periodo che ebbe la carica pubblica di Governatore a Trapani, vennero pubblicati a Palermo. Aveva avuto anche il progetto di costruire un ospedale. Purtroppo la morte glielo impedì, essendo egli deceduto mentre era andato a trascorrere un breve periodo nel castello della sua famiglia, durante le feste natalizie del 1895 a Donna Fugata. Lì si spense, compianto da tutti, il 27 dicembre, appena dopo il santo Natale. Egli fu seppellito in un primo momento nello stesso castello. Nel 1908, però, le sue spoglie furono trasportate a Ragusa inferiore, nella chiesa dell’Immacolata.