piazza Archimede
In epoca medievale, ma anche spagnola, Ortigia era suddivisa amministrativamente da 7 quartieri, tra i quali il quartiere Bottai, il quale, secondo Paolo Giansiracusa comprendeva parte dell'attuale via Landolina escluso il complesso dei Gesuiti, via amalfitania, via Dione, l'attuale piazza, un tempo occupata dal complesso dei Teatini, delle chiese di San Giacomo e Sant'andrea, l'attuale via Dione, parte d largo XXV Luglio, precedentemente largo Lettighieri e piazza Grande, via Savoia antica e tutta la zona Marina, porto, compresa la zona dei moli e riva della Darsena realizzati alla fine dell'800.
L'attuale piazza venne realizzata a partire dal Marzo 1872, data di abbattimento degli edifici religiosi esistenti.
nel disegno com'era prima dello sventramento del quartiere Bottai avvenuto ta il 1934-35
vedi anche: Sant'Andrea Teatini - Conventi (antoniorandazzo.it)
In epoca greca, pur non essendo piazza, tuttavia era uno degli incroci principali formato dal "decumano" maggiore, (via sacra attuale via Dione Via Roma) e dal "decumano" minore (attuale Via delle Maestranze e via dell'Amalfitania).
Altro decumano minore, era l’attuale via Resalibera, in precedenza via Diana.
Nella piazza, già dal 500, esistevano i vari palazzi di pregio dei vai nobili di allora, famiglia Zumbo, Lanza Bucceri, Gargallo, e il catalano-rinascimentale del 1400 chiamato oggi palazzo dell'orologio, il quale venne gravemente danneggiato gravemente durante i bombardamenti del 1943 e ampliato e modificato negli anni 50 con l'aggiunta dell'attuale edificio, fino a poco tempo fa, sede della banca d'Italia.
Piazza Archimede ad Ortigia (Siracusa)
Al centro della piazza spicca la bella fontana di Diana dello scultore piceno Corrado Giulianoo Moschetti del 1906 che narra la leggenda di Aretusa. La ninfa è raffigurata nell’atto di fuggire da Alfeo che, con le braccia protese, cerca di afferrarla. Diana, ieraticamente al centro del gruppo, fa scudo alla giovinetta. I palazzi che vi si affacciano riassumono tutta la storia dell'isola, dal Medioevo ai nostri giorni. In senso orario incontriamo il palazzo del Banco di Sicilia, sorto nel 1928 su progetto di Salvatore Caronia, caratterizzato da un portale incorniciato da semi colonne bugnate e da un secondo ordine scandito da paraste ioniche. A Est vi è il palazzo Pupillo (1773 – 1800), con il prospetto leggermente convesso, irregolare rispetto all’asse stradale via Roma – via Dione. Il palazzo della Cassa Centrale di Risparmio V. E. è eretto sull’area dei palazzi Corvaia - già Grimaldi - e Zumbo. Il primo, opera di Giovanni Vermexio del 1628, venne danneggiato, seppure non in modo irreversibile, dall’incursione aerea alleata la notte del 15 Febbraio 1942. Il secondo, che inglobava strutture architettoniche quattrocentesche, fu abbattuto nell’autunno 1957 per far luogo al nuovo edificio progettato da Gaetano Rapisarda. La soluzione porticata del cantonale riprende il modello del distrutto edificio vermexiano. I sei pannelli decorativi in altorilievo sono opera dello scultore Salvo Monica e raffigurano i Mestieri, mentre le sculture in bronzo sono di Biagio Poidomani.
L’incrocio con le vie della Maestranza e Roma è caratterizzato dall’originale cantonale di palazzo Interlandi Pizzuti, sorto sull'area del palazzo Landolina. Segue il palazzo Gargallo di fondazione seicentesca. Deve il suo attuale aspetto, con la ricca decorazione in stucco, ai rimaneggiamenti degli anni 1895 - 1899. A quel periodo risalgono i pregevoli affreschi delle volte, opera di Ernesto Bellandi. Della primitiva forma restano all’interno le strutture delle scuderie. In questo palazzo il 25 settembre 1760 nacque Tommaso Gargallo. Contiguo è il palazzo Lanza – Bucceri – in origine Platamone di cui conserva ancora gli stemmi sui capitelli delle colonnine (D’oro, col monte di cinque cime di nero, movente dalla punta, sormontato da tre conchiglie di rosso, allineate in fascia, ed un giglio del medesimo posto al capo, dichiara impostazione catalana, con una bifora che il vento e la pioggia hanno ricamato. Evidenti sono le manomissioni del prospetto, squarciato dalle grandi aperture nella composta cortina muraria. Nel prospetto l'aquila acefala dal volo spiegato che sporge dal paramento murario, la finestrella strombata e gli archi gotici murati fanno supporre la fondazione sveva del palazzo. All’interno una scala a cielo scoperto con la cornice che segue l’alzata dei gradini, conduce al loggiatino inglobato nelle successive fabbriche, ma ancora sufficientemente leggibile.
Il palazzo della Banca d’Italia (o dell’orologio) - costruzione quattrocentesca, rifatta negli anni ’50 - chiude il quarto lato della piazza. Dall’ampio cancello in ferro battuto possiamo scorgere la scala catalana a cielo scoperto con leone in posizione araldica e la bifora scandita da un’esile colonnina. L’orologio fu collocato nel prospetto il 12 aprile 1882.
PIAZZA ARCHIMEDE memorie di Armando Carrubba e Antonio Randazzo
Piazza Archimede era il cuore della città, il punto di riferimento di Siracusa sino agli anni sessanta. Per avere una visione dei film che si proiettavano in città, borgata inclusa, s'andava a piazza Archimede vicino al bar Listro erano esposti i cartelloni che reclamizzavano le pellicole che si proiettavano al cine Italia di via Caltanissetta, all'arena Edison di piazza Santa Lucia, il cine Marconi della via Pasubio etc. e una volta scelto il locale, o si rimaneva in Ortigia oppure tramite il servizio barche s'andava alla borgata.
La domenica, quando ancora l'apparecchio televisivo era 'ntà menti 'i Diu e le radio pure, era a piazza Archimede che si andava a verificare i risultati di calcio della seria A e qualche squadra della serie B inserite nel gioco SISAL. Si vinceva indovinando 12 risultati o 11 (in seguito furono portati a 13 e 12) e se si voleva sapere il risultato del Siracusa in trasferta, era sempre a piazza Archimede che si doveva andare per il fatto che o vinceva o perdeva arrivava sempre un telegramma rimasto storico nella storia calcistica di questa città. Difatti se i leoncelli perdevano il telegramma portava scritto "SFORTUNA IMPEDISCE VITTORIA" anche se la squadra ne prendeva 10 puppetti; la firma era del supertifoso Cianu Brugaletta!
Piazza Archimede col caffè Centrale e i vari tavolini di politicanti, sportivi, teatranti, pittori... e discussioni a mai finire.
La piazza ca vugghieva quando c'erano comizi importanti specie quando calava un onorevole di lassù... da ricordare i comizi di Almirante, Paietta, Malagodi e tanti, tanti altri.
foto primo 900
anni 50
Era una piazza che esprimeva tutta la sua siracusanità, quando tutto era concentrato in Ortigia: Ospedale, Municipio, Tribunale, Negozi alla moda etc... e Diana dall'alto della fontana sta a guardare...
Da Cavaliere, che la nostra generazione ha mangiato le prime pizze romana e margherita, e si chiamavano pizze perchè erano PIZZE non so se mi spieco o mi rendo infelice. Si mangiavano seduti sugli sgabelli accanto al forno su quel marmo era realmente una delizia! costava meno di cento lire!!! Da zippulara le pizze cosidette "siracusane" con la tuma dentro e acciughe, mai più mangiate così gustose come quelle.... mentre nell'attesa, immancabilmente leggevamo la poesia sulla pizza del prof. Rio
(armando carruba)
Antonio Randazzo
Piazza archimede era anche luogo di riunione dei nobili (caffè centrale Brugaletta), artigiani e operai caffè Liistro), sautafossa ie 'ntrighini intorno o agli angoli. Era il luogo privilegiato per grandi comizi e battaglie politiche. Per un certo tempo capolinra autobus e arrivo inizio delle interminabili salite e discese per corso matteotti( via del littorio). U spiazzu era anche il luogo di incontro tra u mastru e i picciotti per ritirare"a simana" dopo tante pene e tanti affanni. ERA IL VERO CENTRO per tutta la vita sociale siracusana. Con la scusa del passeggio l'occhiata assassina alle ragazze guardate a vista dall'immancabile madre
palazzo Zumbo com'era
vedi anche: http://www.antoniorandazzo.it/palazzidipregio/palazzo-zumbo.html
palazzo Lanza-Bucceri
vedi anche: http://www.antoniorandazzo.it/palazzidipregio/palazzo-lanza-bucceri.html
palazzo Gargallo
vedi anche: http://www.antoniorandazzo.it/palazzidipregio/palazzo-gargallo.html
com'era prima dell'apertura e realizzazione di via del "littorio"