Ortigia randazzo
Ortigia video filmato a cura di Antonio Randazzo
ORTIGIA, (Ortix), la Quaglia, l’isolotto attaccato alla terraferma con un terrapieno.
L’ISOLA DI Ortigia ha una superficie di meno di un km quadrato, ossia circa km quadrati 0,650.
L’asse longitudinale maggiore è circa 1660 metri compreso il Maniace.
La larghezza massima è di metri 660 dal Belvedere San Giacomo alla Marina.
Il piano di calpestio è a schiena d’asino e la quota più alta a livello del mare è l’angolo Duoma- via Minerva, caposaldo n.15, metri 18,561 livello del mare.
Ortigia è l'attuale centro storico che in antico era una delle cinque città di quella Siracusa chiamata Pentapoli.
Mie riflessioni:
Ortigia, oggi Isola collegata tramite un ponte alla terra ferma, in tempi remotissimi era una penisola essendo il prolungamento naturale della dorsale calcarea che partendo dalla zona Temenite- Fusco, continua degradandosi per tutta la fascia chiamata Montedoro.
Il disegno di Roberto Mirisola, "Paleogeografia di Siracusa e urbanistica greca", non lascia dubbi sulla configurazione geologica nell'VIII secolo avanti Cristo.
L'Ente minerario siciliano, nella sua relazione sulle "pietre della Sicilia, a pagina 11 infatti indica Ortigia quale "penisoletta" a conferma delle formazioni del calcare oolitico dello "scoglio" e della penisola Maddalena.
Dall'Olocene (intorno a 12.000 anni fa) il mare, anche per variazioni climatiche, ha modificato sensibilmente nel tempo il territorio siracusano.
Le mareggiate e le maree hanno sicuramente eroso la lingua di roccia che univa Ortigia al Montedoro che comunque era calpestabile almeno al tempo dei primi abitanti Siculi e, probabilmente, anche al tempo dell’arrivo dei colonizzatori greci, i quali, come dalle fonti, costruirono un terrapieno in pietra per consentire l'agevole accesso a quella che oramai era un'isola.
Le fonti tramandano che sin dal tempo di Dionisio I Ortigia era una cittadella fortificata, (Diod. XIV, 7), e lo fu anche dopo la conquista romana del 212 a.C., quando M. C. Marcellus vietò la residenza ai cittadini sulla Násos (Cic., In Verrem II, V,98)Ortigia divenne definitivamente isola nel 1500 in epoca spagnola quando fu trasformata in cittadella fortificata. I quattro canali dei quali solo l'attuale darsena è rimasta essendo gli altri riempiti alla fine dell'800 con la realizzazione del così detto quartiere umbertino.
Ortigia divenne definitivamente isola nel 1500 in epoca spagnola quando fu trasformata in cittadella fortificata. Dei quattro canali solo l'attuale darsena è rimasta essendo gli altri riempiti alla fine dell'800 con la realizzazione del così detto quartiere umbertino.
Lo "scoglio" Ortigia nel tempo ha subito trasformazioni e sovrapposizioni che rendono difficile capire com'era veramente. Oggi si presenta con altimetrie variabili e il punto più elevato, angolo Duomo-Vermexio è 18,563 sul livello del mare. Superfice attuale mq, 0,650.
Francesco Saverio Cavallari, riferisce che nel 1883 la superficie di Ortigia, era di mq. 267750, 00. La parte interna s'eleva dal livello del mare sino al piano dei peristili del creduto tempio di Minerva (l'attuale Cattedrale) metri 17, 56.
L'ISOLA DI ORTIGIA 1883: Quest'isola è determinata da un contorno di figura irregolare: la parte più depressa è esposta a ponente e maestro, ove esiste il canale navigabile di sopra citato che la divide dal sito pianeggiante detto i Quattro Canali, occupato dalla triplicata cinta delle fortificazioni di epoca spagnuola; il lato esposto a tramontana comincia ove termina il canale e si estende in quella parte del Porto piccolo occupata dai baluardi dell'isola, situati a poca distanza dalle prigioni; il lato di oriente, ripiegandosi verso greco, si estende con una sporgenza sino alla punta che si avvicina allo scoglio detto dei Cani, prosegue nella sua esposizione di oriente, si rivolge in un seno esposto a scirocco per un lungo tratto e poscia riprende la sua esposizione orientale sino all'ingresso del Porto grande, sul cui promontorio s'inalza il Faro (2); finalmente tutto il lato occidentale dell'isola è quasi un rettifilo con pochissime inflessioni, che, cominciando dal faro, prosegue per le sponde della fonte Aretusa ed il passeggio pubblico sino al cominciamento del canale navigabile di sopra citato. (Cavallari 1883)