tempio di Demetra-Cerere
Secondo gli storici, Diodoro Siculo, (Diod. XI 38), e gli archeologi, Francesco Saverio Cavallari, il tempio dedicato a Demetra, Cerere, per i romani, dea della fertilità, e alla figlia Proserpina, fatto edificare da Gelone, saccheggiato dai cartaginesi di Imilcone, si trovava nell'area era ad ovest del teatro greco al limite della necropoli del fusco, oggi cimitero comunale.
Il tempio viene citato anche da Cicerone nelle Verrine che indica un luogo vicinissimo alla parte bassa della Neapolis.
Francesco Saverio Cavallari e Adolfo Holm ne riferiscono l'esatta localizzazione a nord ovest della Necropoli di Fusco, nell'area dell'attuale Cimitero comunale.
I Templi di Cerere e di Proserpioa, specifica Diodoro Siculo, ( XIV, 65), « quasi fosse un solo tempio formavaono un solo temenos. »
Imilcone prima profanò i sepolcri e saccheggiò i due tempi e poi entrò nel sobborgo di Acradina in quanto a quel tempo la nuova città-Neapolis, non esisteva.